mercoledì 27 giugno 2012

ARTinBOSCO 2012: una geniale ecofotofollia

ARTinBosco 2012: ottanta opere esposte nel bosco lungo la riva sinistra del fiume Lemene.
Capita spesso, a chi incautamente si avventura per queste pagine, di essere testimone delle lamentazioni del sottoscritto dirette alla volta di questa o quella manifestazione più o meno pessimamente riuscita. Ebbene l'argomento di questo intervento è la classica eccezione che in modo proverbiale conferma la regola. Qualche settimana fa sono stato sulle rive del Lemene a Boldara di Gruaro in provincia di Venezia dove si inaugurava ARTinBOSCO 2012, una mostra fotografica realizzata all'interno di un bosco con esposte opere di autori di levatura internazionale. A dispetto della  storia relativamente recente della manifestazione, siamo arrivati quest'anno alla terza edizione, il lavoro che c'è dietro vede le sue origini almeno una ventina di anni fa, con l'arrivo in zona di Claude Andreini, fotografo, artista e fisioterapista vulcanico e sempre pronto a far baruffa (per usare una sua eufemistica espressione che sottointende la poco diplomatica incapacità di porre limiti a quell'irruenza costantemente alimentata da un innato senso di giustizia). Acquistata una casa nei pressi del Molino di Boldara, decide che lo stato della natura nei dintorni è inaccettabile e per oltre venti anni, tra mille difficoltà e incomprensioni, crea, con l'aiuto di un architetto paesaggista, un piccolo paradiso lungo poco più di un chilometro lungo la riva sinistra del Lemene. Per chi volesse saperne di più qui si può scaricare un documento pdf con tutte le informazioni relative alla nascita del Parco e alle difficoltà incontrate da due decenni a questa parte per la sua conservazione.
Un momento dell'inaugurazione di ARTinBosco 2012 al Molino di Boldara il 26 maggio 2012.
E proprio in questo splendido luogo trova spazio la mostra organizzata dall'Associazione Un bosco per Boldara, dal GAZZ (Gruppo Artisti Zona Zero) e da image.Tif. In tutto si tratta di un'ottantina di immagini stampate su forex che rimangono esposte tra gli alberi lungo il percorso all'interno del bosco che costeggia il fiume. Gli autori presenti alla Terza edizione sono il già citato Claude Andreini, Marco Bettini, Richard Lucas, Roberto Kusterle, Knut Wolfgang Maron, Euro Rotelli, Roberto Salbitani, Giorgio Zuppichin.
Non voglio nemmeno provare a raccontare in cosa consiste l'esperienza di visitare una mostra passeggiando all'interno di un bosco. Abituati come siamo ai cosidetti luoghi deputati o istituzionali che dir si voglia, si rischia di rimanere un po' destabilizzati all'inizio. Ma poi colpisce il modo in cui le immagini scelte si integrano nell'ambiente in cui sono esposte, creando un'atmosfera magica. Sarà il vento che fa spostare le stampe insieme alle foglie, il rumore dell'acqua che ti scorre alle spalle o il cinguettio degli uccelli che ti circondano, ma si tratta di un'esperienza che consiglio vivamente tanto a chi ama la fotografia quanto a chi, non dico ami, ma almeno rispetti la Natura.
A chi deciderà di recarsi a Boldara consiglio di provare a pensare quale e quanto grande sia stato e continui ad essere lo sforzo, non solo economico, compiuto quotidianamente da pochi privati pieni di passione. Questi prima hanno creato e poi mantenuto il luogo nello stato in cui potete ammirarlo, nonostante l'incuria di molti fruitori e, a volte, persino delle istituzioni, pronte comunque a sostenere che in loco la nautra si sia conservata da sola. Nel breve video pubblicato qui sotto potete ascoltare direttamente dalla voce di Claude Andreini quali sono i principi ispiratori della manifestazione.


Qui potete assistere alla cerImonia di inaugurazione che si è svolta presso il Molino di Boldara lo scorso 19 maggio, mentre nel video qui sotto potete invece ascoltare il mio intervento nella stessa occasione.



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1 commento:

TIF ha detto...

Ciao Sandro,...Ecofotofollia... niente di meglio può rappresentare questa iniziativa, dove l'etica del bosco, ospita l'estetica della fotografia.
E' il voler comunicare la fotografia con forme nuove, magari informali, sicuramente rischiose, ma vive e dinamiche, come la fotografia nel suo essere silenzioso, sa farsi sentire anche molto lontano.

Luigi De Zotti