Come tutti, o quasi, quelli che si prendono la briga di tenere un blog o gestire un sito personale o professionale che sia, anche io sono addicted: confesso di avere una dipendenza dalle statistiche sugli accessi. Il che significa che con una certa regolarità faccio un monitoraggio delle chiavi di ricerca e dei siti che portano alle mie pagine. Nei giorni scorsi mi ha colpito la ricorrenza di un indirizzo (www.fotoarts.org/FA_forumpost.php) che rimandava a un post su a un forum. Me la sono presa con calma, giusto un'occhiata per appurare l'origine del sito. Questo tipo di indirizzi infatti non porta da nessuna parte (almeno per quanto posso affermare con le mie scarne conoscenze della rete), permette al massimo di identificare il sito di provenienza e per saperne di più è necessario registrarsi nel forum e poi andare a sfogliare pagina per pagina, post per post, fino a trovare quello che interessa... Una discreta seccatura, per cui desistito prima ancora di iniziare.
Solo stamattina, all'ennesima ricorrenza, la noiosa trafila mi è apparsa una piacevole alternativa alla correzione dei testi scritti nei giorni scorsi. E quindi via con la registrazione la caccia al post che si trova all'indirizzo http://www.fotoarts.org/FA_forumpost.php?thread=3832. Si tratta di una segnalazione dell'amico virtuale Salvatore Di Cara realtiva a uno dei post arlesiani. Una rapida occhiata ed ecco apparire le solite battutine più o meno garbate sull'attitudine del sottoscritto al massacro verbale dei malcapitati che mi sottopongono le loro fotografie. Devo dire che rispetto al solito ne sono uscito anche abbastanza bene. Ho perfino trovato controtestimonianza a mio favore di un incontro professionale. Certo si potrebbe facilmente ironizzare sulla sua attendibilità, dal momento che si riferisce a un incontro nella redazione di Fotografare, testata per la quale per altro non ho mai lavorato. Ma ovviamente non sto a sottilizzare: per una volta che qualcuno non mi insulta, mi prendo il buono che c'è, Fotografare o non Fotografare.
Ho continuato a leggere, finché, sorpresa davvero inaspettata, non mi sono imbattuto nel commento di tal brunop_1263roma che oltre devolvere a mio favore parole di sostegno, dichiara pubblicamente di essere stato mio compagno di classe nei ruggenti anni del liceo. Colpito dall'atto di inusitata incoscienza autolesionista implicita in una dichiarazione del genere mi sono quasi commosso... tanto che ho deciso di infierire sul reo confesso affinché si assuma le responsabilità dei suoi gesti e paghi al mondo il giusto fio per le sue malefatte. In altre parole sto per rendere pubblico un episodio privato di tanti anni fa...
Un giorno, penso durante gli squallidi anni Ottanta, brunop_1263roma e il sottoscritto stavamo condividendo uno di quei cristianissimi atti di contrizione che gli abitanti della Capitale compiono quotidianamente usufruendo del servizio di trasporto pubblico (tradotto per i non romani avevamo preso l'autobus) Eravamo tra la Stazione Tiburtina e piazza Bologna se ben ricordo e si parlava, anzi brunop_1263roma mi spiegava come si poteva entrare a far parte dell'Ordine dei Giornalisti prendendo il tesserino di pubblicista. Tra le altre cose ricordò che mi disse che se fosse stato al mio posto, le conoscenze sulla fotografia che riteneva avessi, avrebbe sicuramente cercato di lavorare in una rivista di settore... aggiungendo che non capiva perché non lo avessi ancora fatto.
Convinto com'ero di non saperne abbastanza per seguire l'implicito consiglio, lasciai cadere il discorso, ma il tarlo mi rimase dentro, tra l'incoraggiamento e l'invito a seguire una strada del genere. Non foss'altro perché l'idea mi solleticava e non poco: passare dall'altra parte, essere letto da chi come me aspettava con ansia l'uscita in edicola della rivista... Un sogno che reputavo decisamente irrealizzabile e al di sopra delle mie capacità.
Qualche anno più tardi Giulio Forti fece pubblicare un annuncio su Reflex in cui si cercava un redattore... mandai il mio curriculum (che confesso essermi fatto a aiutare (argh!) a compilare: nemmeno il mio curriculum ero in grado di scrivere da solo!!! Bah...). Magno cum gaudio del sottoscritto, il mio fu scelto tra quelli pervenuti in redazione... anche se confesso di non aver mai capito fino in fondo cosa avesse guidato la decisione di Giulio Forti, anche se sospetto c'entrasse qualcosa un diploma in lingua e cultura giapponese conseguito con il massimo dei voti (altro mistero glorioso della mia carriera scolastica insieme alla maturità e una paio di altre vicende). Sta di fatto che da allora sono passato dall'altra parte...
Ma perché raccontare questa storiella personale di cui cui il mondo poteva tranquillamente fare a meno? Semplicemente per offrire un altro bersaglio (il citato brunop_1263roma) a quanti, ritenendo di essere stati lesi dalle mie valutazioni nel corso degli anni, sono alla ricerca di un modo per farmela pagare. Bene, o nutrita folla di miei accaniti aspiranti carnefici, sappiate che potete prendervela anche con brunop_1263roma (a pagamento posso fornire i dati per rintracciarlo...), sul cui capo pesano gravissime responsabilità circa le mie scelte professionali.
Al di là delle battute, questa buffa (almeno nelle intenzioni, ma tanto come al solito ci sarà chi mi prenderà sul serio) digressione assolutamente personale nasce dallo stupore rinnovato per gli incroci di vite che la rete permette, favorendo il riaffiorare di ricordi sepolti negli archivi della memoria da oltre una ventina di anni.
Ma soprattutto, anche se non importerà a nessuno, era un modo un po'... ellittico, lo riconosco, per dire: Grazie Bruno! Quasi sicuramente nemmeno te ne ricorderai, ma le tue parole di quel giorno in qualche modo mi hanno cambiato la vita.
16 commenti:
Sta storia "a me mi piace"...
Se uno vuole ricevere i complimenti per le foto che scatta, le fa vedere alla mamma, non ad un esperto...
Ho sempre stimato Stefano per la sua profonda cultura e per le sue capacità critiche. I suoi modi di esprimere talora sarcasticamente, valutazioni su una o più immagini, sono sempre accompagnate da serie e motivate spiegazioni e consigli. Lo considero un "burbero, ma buono".
Certo chi invia delle fotografie ad un critico, non deve aspettarsi che la sua concezione estetica, coincida veramente con i canoni comuni o anche solo con il bagaglio personale di chi legge la fotografia.Pertanto le aspettative di leggere solo parole benevole tante volte (giustamente) vengono deluse e questo può scatenare psicodrammi personali nell'autore fotografo. Un consiglio: "SVEGLIA E IMPARA!"
Personalmente alcuni anni or sono inviai a Stefano alcune immagini di un mio reportage sulla Guinea Bissau, ma non ottenni alcun riscontro. Ho allora valutato quattro possibilità:
1) le mie immagini erano troppo buone e quindi rischiavano di castrare il suo lato istrionico;
2) le mie foto facevano veramente cagare e quindi ha preferito ignorarle per non crearmi seri problemi di equilibrio psichico;
3) aveva appena letto "Il Pendolo" di Alain Bergala e ha avuto immediata repulsione per le mie immagini;
4) non le ha nemmeno viste, nel mare magnum degli invii quotidiani.
Penso che l'ipotesi più verosimile sia la prima...
Scherzo, ovviamente!
Un caro saluto
Pietro Collini
P.S.: c'è modo di inviarti un libretto? Eventualmente contattami a picol@tin.it
Non pensavo che ne venisse fuori una storia personale!!!
Scusa Pietro, ma chi è questo Stefano cui hai inviato le foto? Se per caso ti riferisci a quell'umanoide che dirige immeritatamente IL FOTOGRAFO da una dozzina di anni, beh quello si chiama Sandro e di cognome fa Iovine e non Jovine come i più amano scrivere (qualcuno più creativo è riuscito a scrivere Toyine in passato, ma si tratta di un caso di eccezionale ingegno linguistico).
:-D
Se Stefano è Sandro allora confermo la risposta giusta è la numero 1! Ovviamente!
:-D
Ci sentiamo in privato ;-)
- - -
Salvatore, noia a parte per le mie vicissitudini personali, spero che non ti dispiaccia aver indirettamente tolto un po' di polvere dagli scaffali della memoria.
;-)
Scusami Sandro, ma a volte l'Alheimer mi fa qualche strano scherzo! Oppure trattasi di "Lapsus freudiano?".
Ti lascio nel dubbio.
Scusami ancora e a presto
Pietro
Figurati, nessun problema davvero, era solo un'occasione troppo ghiotta per non approfittarne. :-D
....e io che intendevo sottoporti qualche mio scatto.
P.S. Grande scritto Sandro. E condivido il post di PRI (Partito Repubblicano Italiano?): se uno vuole ricevere i complimenti per le foto che scatta, le fa vedere alla mamma, non a un esperto.
Bell'articolo, per dirla alla Pamuk: un giorno lessi un libro e tutta la mia vita cambiò.Mi piace pensare alla delicatezza e al pudore con cui parli di te in quegli anni di passaggio.
A presto
Giancarlo
Ciao Sandro! Son contento di aver generato un mostro ! :-) in ogni caso magari la polvere la tiriamo giù in due, anche perché se io mi sono vieppiù appassionato di fotografia una qualche responsabilità ce l'hai! Chissá se ti ricordi la foto dei cerbiatti !
Sicuro di non preferire che mi finga in preda a un improvviso vuoto di memoria?
:-D
direi proprio che sarebbe meglio ! :-)
ne va del tuo buon nome !
beh, dopo aver letto quanto sopra, mi verrebbe voglia di prenderle anch'io due "sberle educative"! ahahah
il problema è che oggi ci sentiamo tutti artisti e le critiche fanno male!
Allora intanto ringrazio anch'io il tuo amico Bruno per averti deviato verso la professione che immeritatamente conduci! A questo punto, devo chiederti la cortesia, visto che tu hai più confidenza, di informare il tuo vecchio amico che è anche lui (oltre che te) formalmente responsabile delle mie pazzie fotografiche. Non si sa mai nella vita dovessi spiegare: non il come ma soprattutto il perchè delle mie immagini...
bravo a Bruno allora!
le parole giuste al momento giusto...più o meno quello che ci dice Sandrostefano in classe ogni sabato..lasciate perdere.
;) si scherza..forse.
ciao
E' bello sapere che "qualcuno" ha realizzato/realizza i propri sogni....
@ Mimmo Torrese
Pietro Ricciardi :) uso la sigla che usiamo al lavoro, scusate...
In merito al massacro che fa Iovine delle foto che arrivano, ho da fare qualche considerazione.
Io ho presentato delle foto (vorrei imparare il linguaggio del reportage) ed ho semplicemente messo in premessa una serie di difetti che io stesso ho notato, anticipandoli nella rubrica, focalizzando l'attenzione del critico verso alcuni aspetti che mi interessava capire.
Ne è uscita una critica tutto sommata non troppo cattiva.. ora, a più di un anno di distanza, sto ancora studiando e provando seguendo quei consigli, senza peraltro sentirmi ancora pronto a riproporre un nuovo esperimento...
I commenti feroci li ho letti, ma riguardano spesso gli stessi argomenti che Sandro tratta mensilmente sulla rivista: file troppo piccoli, bianco e nero piatto e non convertito in tonalità di grigio, foto banali ai tramonti... se una foto ad un tramonto è arte, saremmo tutti artisti, credo sia stata la mia prima foto quella di un tramonto.. e l'ultima!
Mo, dico io, ma se uno segue le rubrica di Iovine, e presenta le foto che contravvengono all'ABC che nella stessa rubrica viene ricordato ogni mese, due so' le coso, o non ha capito nulla, ed è meglio che passi all'hobby del Cricket, o non segue le rubrica...
La critica, anche a pugno nello stomaco, serve per capire e migliorare, come quando la mamma ci sgridava per non farci fare male, o i prof. a scuola ci bacchettavano sulle mani (perchè imparassimo la lezione)... ne conosco di mamme che hanno messo nella testa dei figli che sono bravi, belli, intelligenti.. e ne conosco di figli idioti ed arroganti...
Chi vuole imparare deve avere un approccio umile all'argomento, se è un saccente e crede di sapere già tutto, non imparerà nulla, ma pretenderà di insegnare lui stesso agli altri....
so lungo e contorto, lo so :P
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