domenica 10 giugno 2012

Giornalismo e centri sociali: un pericolo da allontanare?

InfoOut è un portale di informazione che si autodefinisce, nella sua stessa testata, di parte. Legato con chiara evidenza ai centri sociali di sinistra ha redazioni ha Torino, Bologna, Palermo, Pisa e Modena, fornisce una lettura dei fatti ideologica e come tale non certo necessariamente condivisibile. Ma, fino a prova contraria il dettato costituzionale garantisce ai tutti i cittadini libertà d'espressione, financo ai rappresentanti di estrema sinistra o di estrema destra. Lo scorso 7 giugno, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai terremotati di Mirandola in provincia di Modena, due ragazzi, di cui uno con indosso una maglietta del centro sociale Guernica di Modena, si sono accreditati come giornalisti per seguire l'evento e darne il loro resoconto. Ricevuto senza problemi il passi stampa sono stati, in seguito, allontanati dalle forze dell'ordine secondo le modalità documentate dal video pubblicato su Youreporter.it
L'episodio è questo, sia pur con tutta la parzialità offerta da un video. Ognuno ne tragga le conclusioni che la personale dotazione di buon senso suggerisce. Di sicuro a cercarle si possono trovare ottime ragioni a sostegno delle ragioni di entrambe le parti in causa, tanto quindi per i due ragazzi accreditatisi per InfoOut quanto per i rappresentanti delle forze dell'ordine. Di sicuro sarebbe stato più sagace, sotto il profilo professionale, evitare di accrescere la propria visibilità indossando la T-shirt del Guerinca...
Altrettanto di sicuro quando si assiste a episodi di limitazione della libertà di espressione (vedi anche questo vecchio post), credo sia doveroso fermarsi a riflettere sull'accaduto. Qualcuno potrebbe anche pensare, con una buona dose di superficialità, che l'episodio romano citato sia poco attinente con quello oggetto in questo post. Oppure che entrambi siano di scarsa rilevanza in quanto limitati a un contesto di eccezionalità. Io penso che purtroppo invece ogni limitazione alla libertà di fotografare o di documentare più in generale non possa e non debba mai essere ignorata, proprio come quelle piccole feritelle che se non disinfettate adeguatamente possono portare gravi infezioni a chi le trascura. Anche perché fin troppo spesso si relegano i fatti a contingenze che meriterebbe di essere valutate in ambiti di maggiore respiro. Il non farlo può tornare utile solo a chi il potere lo detiene. Indipendentemente da quale sia il colore di facciata in nome del quale viene esercitato.

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10 commenti:

Claudia M. ha detto...

Premetto che trovo che ogni limitazione alla libertà di pensiero e di espressione, in ogni forma esercitata, sia una ferita mortale inferta ad un paese, il nostro, per 20 anni tenuto sotto scacco da un controllo rigidissimo dell'informazione e quindi trovo ogni ulteriore esercizio di questo controllo inaccettabile e lesivo della dignità di tutti, non solo dei due giornalisti del video.
A loro però chiederei, poichè non è possibile ignorare l'universo in cui ci muoviamo, se davvero lo scopo era riportare la visita del Presidente Napolitano non sarebbe stato meglio non indossare una maglietta che urlava la provocazione? Certo mi si ribatterà, che dovrebbe essere diritto di tutti esprimere e manifestare il proprio essere "liberamente", vero, ma l'obiettivo raggiunto qui non è stato parlare della visita di Napolitano, quanto piuttosto alzare l'attenzione sulla reazione agli esponenti del Centro Sociale e questo era a mio avviso prevedibile e strumentalizzabile. Un giornalista che vuole portare a "casa" la notizia avrebbe cercato di confondersi con l'ambiente e noi avremmo letto dal portale un'opinione altra rispetto a quelle istituzionalizzate. Così è accaduto altro, forse non meno importante, ma la notizia non è arrivata e la domanda resta: per cosa i due giornalisti erano veramente lì?

Andrea C. ha detto...

Il teatrino del gioco delle parti e la solita prepotenza di chi pensa di essere nel giusto, solo perchè detiene il potere, hanno castrato sul nascere la possibilità di ascoltare una voce fuori dal coro mediatico. Fin qui siamo tutti d'accordo. Sul mimetismo ci sarebbe molto da discutere.. Indossare una maglietta del Guernica non sarà stata una mossa geniale, ma neanche contestabile in toto. Avevano ricevuto l'accredito e il Pass Stampa? Avevano dichiarato di appartenere ad InfoOut? E allora perchè nascondersi? Sono militanti politici prima che giornalisti, lo sanno le forze dell'ordine, lo sanno gli altri giornalisti.
Osservando il video non si capisce come sia nata la discussione fra digos e giornalisti, ma da quello che ho potuto vedere non mi pare che se la siano davvero cercata. Un poliziotto, verso la fine del girato, dichiara: " Abbiamo avuto disposizione per motivi di sicurezza in questo senso". E non credo proprio che avessero ricevuto queste disposizioni per colpa di una maglietta...
Potrei anche sbagliarmi e sopravvalutare le capacità investigative di chi sopra, ma una domanda sorge spontanea: a chi giova quello che è successo? A Napolitano, contestato senza che ve ne sia testimonianza? Ai militanti che spintonati e minacciati trovano un ulteriore conferma in tutto quello che già credono? Il potere deve difendere l'esistente. Nelle emergenze la prima cosa che scompare è proprio lo Stato e l'unica possibilità di autoconservazione che gli rimane è attraverso la miitarizzazione delle aree colpite. All'Aquila nessuno se l'è dimenticato e molti vivono ancora così. In Emilia sta avvenendo la stessa cosa. Ho visto con i miei occhi campi autogestiti dagli abitanti funzionare meglio di quelli gestiti dallo Stato. Ho visto persone creare catene di solidarietà molto più efficienti di quelle istituzionali.Ho visto persone opporsi alla violenza del potere e del denaro. Ho visto la volontà di creare uno Stato nello Stato. Credo che sia questo quello che preoccupa il potere. A mio avviso i due giornalisti e i poliziotti sono solo delle pedine di una scacchiera molto più grande.
Sono d'accordo con Sandro quando dice che non dobbiamo ignorare ogni limitazione alla libertà di fotografare e di documentare.
La storia ce lo insegna: il bavaglio alla stampa fu la prima operazione fatta dal fascismo per chiudere gli occhi agli italiani.
Noi cerchiamo di tenerli aperti.

Anonimo ha detto...

Buonasera a tutti e tutte. Sono il ragazzo poco sagace con la maglietta del guernica. Il mio nome è Edoardo, ho 21 anni e sono residente a modena. Credo che purtroppo i vostri commenti manchino di una base, che purtroppo o perfortuna, a seconda dei casi, è normale che in voi manchi ovvero il CHI SIAMO NOI?
Il nostro progetto di centro sociale ha visto 5 occupazioni di spazi e 5 sgomberi, più di 80 denunce, 4 compagni ai domiciliari per 4 mesi, altri 10 con l'obbligo di firma, cortei studenteschi, tafferugli ma anche solidarietà, socialità e antagonismo. Ora, a me non interessa sapere cosa pensate voi dei centri sociali in genere, ma vi dico solo questo: infoaut purtroppo non è una testata registrata, perchè è autogestita! dagli stessi militanti delle redazioni! E' ovvio che nessuno di noi è scritto all'albo dei giornalisti, ma abbiamo piu di 4000 visite al giorno e tante tante notizie e approfondimenti. Il nostro intento era realmente quello di scrivere l'articolo( vedete nel video me con una penna in mano) e un cameramen dietro di me. L'altro compagno con gli occhiali era al telefono con radio onda d'urto e radio popolare( giusto per capirsi). Non avevamo nessuna intenzione di contestare nonostante tra noi ci fosse uno sfollato mirandolese. Ma purtroppo modena è una città borghese e provinciale e la polizia reprime, tanto. Anche su queste piccole cose. Tutto qui. Arrivederci.

sandroiovine ha detto...

Edoardo, quale fosse il Vostro intento credo appaia ben chiaro a chiunque si prenda la briga di vedersi il video per intero. E proprio per questo l'episodio ha trovato spazio in un luogo virtuale come questo blog dove, per scelta personale, si cerca nei limiti dell'umano di non introdurre l'ideologia. A prescindere da questo è evidente che qualora si decidesse di contestare qualcuno sul campo non ci si andrebbe solo in due e tanto meno armati di penna. Se qualcosa è contestato da chi ti sta scrivendo è proprio il modo in cui siete stati allontanati. Quanto all'aggettivo sagace vorrei che fosse chiaro a te (che volendo puoi facilmente trovare chi può chiarirti il senso vero delle mie parole), ma soprattutto al resto dei lettori di queste pagine, che il suddetto aggettivo non era certo riferito alla tua persona che non conosco e non mi permetto certo di giudicare, quanto piuttosto alla scelta di recarsi a un... comizio del Presidente della Repubblica indossando una maglietta che dichiara tanto apertamente le proprie scelte. Se a livello umano e personale posso anche stimare una decisione del genere, a livello professionale la considero autolesionismo puro perché, se il proprio intento è quello di documentare un avvenimento, sapendo quale sia l'approccio delle forze dell'ordine, andarci indossando la maglietta del centro sociale significa garantirsi problemi, nel momento in cui la non visibilità o meglio la non individuabilità invece è la prima cosa da ricercare. È un problema di scelte e priorità. Sapendo con chi si ha a che fare esponendosi si va solo in cerca di problemi. Non è questione di nascondersi (Andrea C.) è questione di decidere qual'è la cosa più importante in quel momento. Si sa bene con chi si ha a che fare dall'altra parte. E allora se il primo obiettivo è quello di dare la propria versione dei fatti si fa in modo di essere il più trasparenti possibili. Saranno gli articoli a dichiarare poi come la si pensa, anche perché ci saremo messi n condizioni di farli uscire. Altrimenti è (purtroppo) conseguenziale, stante la situazione, incorrere in reazioni come quella documentata. Non è giusto? Certo che non è giusto, ma bisogna confrontarsi con la realtà dei fatti e con chi abbiamo di fronte e quindi capire qual'è la cosa che si vuole fare davvero in quel determinato momento. Se invece lo scopo è mettere in evidenza come lo Stato reagisce in certe situazioni allora niente da dire: risultato ottenuto. Però se domani io volessi venire a raccontare un evento organizzato dal Guernica, credimi che non ci verrei con la maglietta di Cuore Nero (anche se, a dire il vero, l'evitare di essere allontanato non sarebbe l'unico motivo della mia scelta...).
Quanto al non conoscere chi siete, certamente non ci siamo ancora incontrati di persona, ma se provi a informarti, probabilmente scoprirai che quello che hai scritto su Guernica già apparteneva a conoscenze ampiamente acquisite per via orale. Ma magari un giorno o l'altro avremo modo di parlarne più serenamente davanti a una birra... che di persona ci si capisce sempre meglio e prima.

Mauro ha detto...

Ciao a tutti. Mi trovo d'accordo con la risposta di Andrea che quoto , mentre per il discorso della maglietta (che non è una questione di poco conto) sono d'accordo con Sandro poichè, purtroppo, spesso è necessario mascherarsi per accedere a delle situazioni, vedevo una cosa più utile, nel caso si voglia portare la presenza di realtà in qualche modo scomode, che chi doveva occuparsi del pezzo andasse in "borghese" ed un gruppo di appoggio portasse la presenza del Guernica, dal mio punto di vista si tratta di essere realisti e rendersi conto che la libertà è sospesa fino a data da destinarsi. Deplorevole anche il comportamento di alcuni giornalisti presenti (per quanto si intuisce dal video) , dato che qui si è negata la libertà d'informazione, fatto confermato anche dai comportamenti (non nuovi) di alcuni agenti che cercano di fermare alcuni fotografi.
Mi focalizzo su altri due aspetti:
1- censura preventiva, ormai fanno tutto di preventivo, in pratica mi sembra di capire dal video e dalle "disposizioni ricevute" che i ragazzi di infoAut sono stati esclusi perchè si era IPOTIZZATO che FORSE AVREBBERO POTUTO IN BASE AD UNA POSSIBILE CONGIUNZIONE ASTRALE contestare, in loco o facendo informazione, il presidente della repubblica. E qui mi sembra già una gravissima violazione dei diritti del cittadino (compreso quello di indossare la maglietta che uno preferisce).
2- La "controinformazione" in Italia , per chi ha il potere, non è una cosa buona e forse il potere propio di queste realtà ha paura. Vedi infoAut, Radio Onda d'urto, indymedia, radio onda Rossa, amisnet e tanti altri che provano a portare una voce diversa dal regime mediatico in cui ci troviamo. Come postato su questo blog il pezzo di Bradbury "Non puoi costruire una casa senza chiodi e legname. Se vuoi che la casa non si costruisca, fa' sparire chiodi e legname" e la libertà di informazione sono propio i chiodi e il legname, sono strumenti che mostrano un'altra faccia delle cose e ancora peggio (per il potere) forniscono strumenti per una valutazione autonoma delle situazioni aprendo gli occhi e la mente davanti a quello che accade. Insegnano a diffidare dell'informazione da prima pagina dei quotidiani o da titoloni televisivi, insomma aiutano a creare una COSCIENZA. Si è visto negli anni cose assurde dove il potere è arrivato ad uccidere per zittire, da Peppino ad Ilaria, questo non può fermare comunque chi lotta e lavora ogni giorno per mettere in luce non per forza il lato oscuro, ma una verità con tutte i significati relativisti del termine. Da un altro punto di vista, l'esclusione, la censura, la manipolazione mediatica fotografica e non (dal caso Val di Susa all'allarmismo di presunti terrorismi anarchici per citarne qualcuno di recente per la serie "ancora con questa storia") non possono che dimostrare il potenziale dei mezzi d'informazioni alternativi e del timore che incutono nei poteri forti.
Se ci porteranno via chiodi e legname per costruire la casa dovremo ingegnarci per trafugare, riappropriarci o forgiare i nostri chiodi o il nostro legname.

Ciao
Mauro

sandroiovine ha detto...

Grazie Mauro per aver colto il collegamento con un post recente. Il vero guaio di tutta questa storia non è tanto che si possa essere totalmente o parzialmente in accordo o disaccordo con le posizioni espresse dall'uno o dall'altro, ma il fatto che siamo in in quattro o cinque a discutere di un problema che interessa tutti e che più o meno ci conosciamo tutti di persona... e tutti gli altri? Da questa pagina sono transitate centinaia di persone, possibile che oltre noi cinque nessuno abbia trovato che ci fosse qualcosa da dire? È forse poco grave l'argomento di cui tentiamo di discutere?

Anonimo ha detto...

La discussione si fa interessante. Vorrei solo precisare una cosa: con o senza maglietta, fidatevi, ci avvrebbero allontanato lo stesso per l'identica congiunzione astrale che s'è verificata in quel momento.

Mauro ha detto...

Forse è solo una questione che ad essere cacciati sono stati dei ragazzi, non iscritti all'albo e che quindi non hanno il diritto di parola ed espressione, che cercano sempre di trovare il marcio anche dove non c'è e che appartengono ad un centro sociale (vi prego di cogliere l'ironia).
Lo trovo assurdo anche io che nessuno si sia soffermato sul gravissimo problema come l'allontanamento e la censura preventiva. Discutevo animatamente con amici, qualche giorno fa, sul fatto se ci troviamo o no in uno stato di regime. La risposta che mi ha lasciato basito è stata: "siamo in democrazia perchè possiamo decidere" e proprio su questa convinzione secondo me è utile soffermarsi (evitando discussioni socio politiche su cui spannometricamente ci troveremmo d'accordo)sempre sul discorso informazione. Ok possiamo scegliere ma tra cosa? E in che misura possiamo scegliere? Quanto dura la nostra scelta,tenendo conto che c'è sempre qualcuno che dice, "fai così fai cosà", o ancora peggio "se fai così è male ma fa come vuoi"? Il fatto di avere una scelta implica la possibilità di avere qualcosa da scegliere e la censura, politica o morale che sia e peggio ancora se preventiva, annulla e rende superflua la scelta (per tornare a Bradbury) o per lo meno la possibilità di un'alternativa valutabile e la conseguente manifestazione della Democrazia e della costruzione di una coscienza “soggettiva”. Il procedimento che è avvenuto mi pare lampante che sia stato l'opposto cioè i media hanno portato la gente a scegliere di non scegliere attraverso un'informazione che appagasse gli stimoli più superflui per poter giustificare la mancanza di una scelta alternativa come la non necessità di un'alternativa poichè la massa, il popolo, avevano "scelto" quello veniva propinato dal potere. Probabilmente molte persone che non si rendono conto della gravità di questo e molti altri episodi della limitazione di libertà è purtroppo, dal mio punto di vista, semplicemente convinta di essere libera così e che non ne vale la pena di mettersi di discutere di questi argomenti, semplicemente perchè “il fatto non sussiste” (triste sentenza).
Sconfortato dai miei stessi ragionamenti vi auguro una buona notte.
Mauro

sandroiovine ha detto...

««Vorrei solo precisare una cosa: con o senza maglietta, fidatevi, ci avvrebbero allontanato lo stesso per l'identica congiunzione astrale che s'è verificata in quel momento.»

Temo sia fortemente probabile... ma almeno si sarebbero dovuti sforza di riconoscervi... che avrebbe voluto essere un'amara battuta, ma in realtà, almeno a me, non fa per niente ridere.

Pietro Collini ha detto...

Personalmente credo che "In medio stat virtus".
La libertà di stampa e di espressione non dovrebbe essere mai limitata, soprattutto da chi detiene il potere. In questo modo la democrazia stessa viene ad essere umiliata e ciò non è bene.
Tuttavia chi ricerca la notizia, non deve muoversi per crearla. La provocazione fine a se stessa non porta lontano, anzi dimostra che mettersi provocatoriamente un'etichetta alla fine non paga.
Comunque, a mio parere, dovrebbe sempre vincere l'informazione e la democrazia: che paura dovrebbe avere Napolitano di due dei centri sociali, che in fondo, rappresentano le più recenti leve del suo credo politico?