sabato 2 ottobre 2010

Quando l'Università si interroga sui luoghi urbani - I -

Palermo, 27 settembre 2010, Aula del Consiglio della Facoltà di Ingegneria.
Un momento del seminario Il paesaggio dei luoghi urbani. © Sandro Iovine
«Il suo volo è stato rischedulato alle 17,15». Inebetito dalla notizia e dal terrificante neologismo anglicizzante, replico «Sì, ho visto...» e indico il cartello che sovrasta il banco del check-in. L’avevo visto davvero, ma la ragione, ancora impegnata a liberarsi dalle imprecazioni che avevano cullato la ricerca di un taxi per arrivare entro le 14 di una domenica di fine settembre in aeroporto, si era rifiutata di registrare l’informazione. «Possiamo fare il check-in, ma il bagaglio non glielo posso imbarcare adesso». Comunque il concetto riassumendo è: la fila va fatta due volte. Cominciamo bene…
Aeroporto di Linate, gate A15, ore 17,00. Si diffonde la notizia che il volo con destinazione Palermo, potrebbe essere dirottato sull'aeroporto di Trapani. Sempre meglio...
Ore 18,20 circa. L’aereo comincia a muoversi verso la pista di decollo. Sono trascorse appena quattro ore e mezzo di attesa. Ma la cosa in assoluto più sorprendente per non dire quasi incredibile, è che si va proprio a Palermo, come era scritto sul biglietto all’atto dell’acquistoUn'efficienza commovente...
Palermo, 27 settembre 2010,
Aula del Consiglio della Facoltà di Ingegneria.
L'inizio della relazione di Sandro Iovine© Roberto Bernè.
È iniziata in questo modo la seconda esperienza di insegnamento con l’università di Palermo. Come tre anni fa le facoltà di Ingegneria e Architettura hanno organizzato un seminario didattico basato sull’impiego della fotografia. Il tema era Il paesaggio dei luoghi urbani, e come tre anni sono stato invitato a fare un intervento sulla lettura fotogiornalistica del territorio.
Non è certo impossibile legare le tematiche della fotografia giornalistica all’analisi del territorio, il vero problema è riuscire a fornire, in un arco di tempo estremamente limitato, un minimo di strumenti a una platea di studenti che, senza troppe approssimazioni, ha interpretato fino a quel momento la fotografia per lo più come un strumento funzionale alla raccolta di informazioni all’interno di progettualità di altra natura. E in ogni caso con logiche lontane da quelle che dovrebbero sottendere il lavoro giornalistico.
Ho scelto di partire con un arbitrario escursus storico finalizzato a fornire le specificità fotogiornalistiche, cercando di far comprendere in quale modo si è arrivati alla concezione attuale. Il tutto poi è stato sfruttato per  sottolineare contemporaneamente elementi compositivi determinanti nella costruzione interpretativa dell’immagine. Una di quelle cose che riesco a svolgere con una pedanteria che a volte stupisce me stesso, ma è mirata a far penetrare, con... solo 216 slide, concetti fondanti anche nelle menti meno disposte alla ricezione.
Una delle slide dedicate all'approfondimento delle strutture compositive all'interno dell'inquadratura.

Palermo, 27 settembre 2010, 
Aula del Consiglio della Facoltà di Ingegneria.
La relazione di Sandro Iovine. © Roberto Bernè.
Del resto la problematica principale a livello didattico era costituita dalla necessità di far prima inghiottire e successivamente digerire modelli di approccio alla visione praticamente agli antipodi della pratica quotidiana di studenti formati all'interno delle facoltà di Ingegneria e di architettura. Ovvero l'obiettivo era quello di spostare il baricentro dell'osservazione, abitualmente concentrato su luoghi e strutture architettoniche, sui destinatari di entrambe. Operazione non necessariamente semplice e a priori destinata al successo. La speranza in fase di preparazione della relazione era riposta nel fatto che, una volta superata la fase di approccio agli specifici reportagistici, si potesse contare sul vantaggio offerto dal potente senso dello spazio conferito agli studenti che sarebbero intervenuti dagli studi fatti.
In ogni caso approfitto di questa piccola tribuna per ringraziare tutti coloro i quali hanno sopportato la mia relazione per il riuscito esercizio di pazienza messo in atto con profitto come testimoniano i risultati ottenuti sul campo che proverò a mostrarvi nei prossimi giorni in queste stesse pagine.
Palermo, 27 settembre 2010, Aula del Consiglio della Facoltà di Ingegneria.
La relazione di Sandro Iovine. © Roberto Bernè.
In chiusura di questo primo intervento sul lavoro svolto a Palermo e a dispetto di quanto non potesse far presagire il problematico inizio aeroportuale dell’avventura, debbo complimentarmi con il meccanismo organizzativo che ha preso in mano le redini della situazione consentendo che tutto si svolgesse con la massima precisione e funzionalità.
L'unico piccolo incidente di percorso è stato di natura medica. Nei soggetti di sesso maschile presenti alla mia relazione, è stata infatti riscontrata un'incidenza superiore alla media normalmente riferita al contesto universitario, di esordi di orchite. Il fenomeno, nuovo ai responsabili del Policlinico universitario di Palermo, sembra sia stato provvisoriamente definito Orchite Iovinensis od Orchite 216, con chiaro riferimento al numero di slide della mia relazione...
Per tranquillizzare tutti specifico comunque che, all'indomani della mia partenza da Palermo, anche casi più gravi si sono avviati verso una rapida e felice risoluzione.
(continua)


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2 commenti:

TrecceNere ha detto...

Mi sarebbe piaciuto esserci, se l'avessi saputo prima... sai già quando sarà il prossimo incontro a Palermo? Per me 216 slide così sarebbero un toccasana, ma si sa quando è Eros non c'è noia. Per l'orchite credo sia connaturata all'universitario medio, se hai davvero guadagnato karma negativo te ne accorgerai al prossimo volo quando sarai rischedulato per Caltanissetta.

Dario ha detto...

Ciao Sandro, e pensare che in quelle ore ero proprio da quelle parti e non mi spiegavo il cordone sanitario predisposto vicino l'aula d'ingengneria. Poi ho visto uscire due infermieri con un matto in camicia di forza che gridava "sono il direttore di Il fotografo". Boh?
Scherzi a parte sono contento he l'Università di Palermo si aprà ogni tanto a stimolanti esperimenti. In generale l'università dovrebbe essere sempre una spanna avanti rispetto alla società in modo da prepararne le conoscenze ma anche le coscenze. Quasi sempre non ci riesce e questo è un furto nei confronti della vita di chi viene a studiare. Circa l'orticaria, tranquillo, non sempre è colpa della lezione spesso sono funghi causati dell'ignoranza e dalla superbia di chi non è disposto ad ascoltare. Mi prenoto per il prossimo appuntamento.