lunedì 4 ottobre 2010

Quando l'Università si interroga sui luoghi urbani - II -

Le tracce del mare lungo la linea di costa. Palermo, il porto da via Crispi. © Manuela Ciccarello.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
«Allora ragazzi, ci vediamo domattina alle otto, davanti al President in via Crispi per l’assegnazione del lavoro.» Quando sono all’incirca le diciannove del giorno precedente all’appuntamento e stai fissando l’ora dello stesso, in genere non ti rendi conto di cosa significa. Ma soprattutto non ti rendi conto che la pizzeria dove si andrà a mangiare sarà chiusa per riposo settimanale, né pensi che i docenti dell’altro gruppo intendono fare una ricognizione notturna sui luoghi di lavoro del giorno successivo. E ancor meno puoi prevedere che verrà giù una specie di diluvio universale in scala ridotta, ma mica poi tanto. Morale quando fissi l’appuntamento per le otto non sai ancora che dormirai meno della metà del tempo che avevi incautamente preventivato. E così quando metti il naso fuori dall’albergo ti sembra di essere piombato nel bel mezzo del fosco set di Blade runner. In realtà la giornata è abbastanza luminosa, il problema è che la fovea e i coni che essa amabilmente ospita, sono sì venuti al seguito del resto del corpo, ma in realtà giacciono ancora sul cuscino sei piani più in alto. Prima ancora di decodificare le ombre che hai davanti come studenti del tuo gruppo, intravedi tra i rami degli alberi sette od otto ponti di una unità da crociera ormeggiata in porto. Nella soffusa visione da risveglio insonne le strutture di manovra somiglia più alla testa di un improbabile pesce martello sul banco di un pescivendolo che a una nave. Meglio concentrarsi sulle presenze che hai davanti e che inizi a percepire come umane
La linea di costa di Palermo, oggetto della ricerca fotografica.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
Nell'attesa dei ritardatari si inizia a mettere a fuoco le idee maturate nottetempo avendo come obiettivo prefisso dell'analisi della linea di costa. Il problema è far spostare l'attenzione dalle architetture e dagli spazi alle persone e fare in modo che idee interessanti, se riferite all'intera città, possano essere utilizzate con successo nell'area di azione stabilita. Il cambio di prospettiva a giudicare dalla media delle espressioni  deve risultare  abbastanza traumatico e il dramma esistenziale raggiunge l'acmé quando, rielaborando al volo una descrizione fatta da una ragazza, le propongo di raccontare, memore di Robert Frank, la linea di costa dai mezzi pubblici che prende quotidianamente. Dall'espressione  attonita degli occhi suppongo che se le avessi proposto di esibirsi in uno spogliarello integrale sull'altare durante la Santa Messa celebrata dal Papa la domenica successiva al Foro Italico, l'avrebbe considerata una cosa più normale. Di fatto ne è poi scaturito il lavoro più organico a livello individuale.
Passo successivo della presa di coscienza sul lavoro: trovare un luogo dove ci fosse un tavolo abbastanza grande da permettere di distendere una carta della linea di costa grande quanto una tovaglia per dar vita a una prima di divisione per aree operative. La scelta cade sul Bristol un ospitale bar all'angolo di via Amari, dotato di ampi tavoli coperti e personale paziente (avessimo passato a Milano tutto quel tempo a guardare foto in un qualunque esercizio pubblico senza fare consumazioni per l'equivalente di un paio di stipendi, bene che ci andava ci cacciavano in malo modo).





Carta alla mano si dividono le aree di lavoro individuali. © Ezio Saitta.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
Davanti alla carta grande quanto una tovaglia, devo ammettere che il trauma l'ho subito io, che detesto con tutte le mie forze le rappresentazioni grafiche del territorio. Tanto che, orientandomi in genere in modo istintivo, se voglio avere la certezza di perdermi in un luogo, non devo far altro che consultare una carta per assicurarmi il risultato. Comunque superata in qualche modo questa imbarazzante fase, l'appuntamento successivo è stato per l'ora di pranzo al Foro Italico per la prima verifica. 





La prima verifica del lavoro svolto al Foro Italico. © Ezio Saitta.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
Scopo della prima verifica era solo quello di definire i confini del territorio di indagine, completamente nuovo per la quasi totalità degli studenti coinvolti. Da parte degli studenti il commento più diffuso era che questa esperienza aveva consentito loro di scoprire cose che non conoscevano della loro città e comunque di avere un approccio differente al territorio. E già questo sarebbe bastato per dire che si era ottenuto un buon risultato.
I simboli religiosi lungo la linea di costa. Palermo, il porticciolo di Sant'Erasmo. © Emma La Malfa. 
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
Da parte mia invece molti...  complimenti a quasi tutti per essere riusciti nella prodigiosa impresa, svolta nell'arco di appena tre o quattro ore, di arrivare in provincia di Caltanissetta (i più bravi pare siano giunti fino a Messina e Catania) per riuscire a riprendere dei soggetti che si trovavano a Palermo. 

Gli abitanti della linea di costa. Palermo, via Messina Marine. © Marina Cacciato.





Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
Ma bravissimi soprattutto per essere riusciti a tornare in tempo utile per la verifica. Al di là di facili ironie, come previsto il problema più grande da superare è stato quello della distanza dal soggetto mantenendo la contestualizzazione.
Gli abitanti della linea di costa. Palermo, via Cassarinei pressi della Cala. © Marco Morini.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
Ma bravissimi soprattutto per essere riusciti a tornare in tempo utile per la verifica. Al di là di facili ironie, come previsto il problema più grande da superare è stato quello della distanza dal soggetto mantenendo la contestualizzazione. Per fortuna il chiarimento en plein air al Foro Italico è servito a rimodulare le distanze, come dimostra ampiamente le immagini scelte nella selezione finale che potete vedere in questa stessa pagina.
I lavoratori della linea di costa. Palermo, lavori al Foro Italico Umberto I per la visita del Papa.
© Emanuele Calì.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
In ogni caso a fine verifica i punti fondamentali risultavano più chiari e si cominciava a poter nutrire concrete speranze di un esito rassicurante. Perfino la... reietta costretta a vagare per tutto il giorno sempre sullo stesso autobus, cominciava a rendersi conto che non solo il lavoro era realizzabile, ma c'era anche il rischio che potesse raccontare qualcosa di interessante.










I lavoratori della linea di costa. Palermo, verniciatura delle panchine al Foro Italico Umberto I. 
© Eleonora Balsamo.
Il paesaggio dei luoghi urbani, Palermo 26-30 settembre 2010.
In conclusione: sciogliete le righe e di nuovo tutti in caccia.
«Appuntamento domattina al Bristol per le sette e trenta per la seconda revisione»...
Alle sette e trenta!!! ??? !!! 
Ma perché diavolo gli avrò detto così presto?

(continua)

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1 commento:

MaRei ha detto...

Sono una studentessa di architettura che ha seguito il workshop. Tralasciando gli orari degli appuntamenti, che potevano essere sopportati soltanto con una grande dose di forza di volontà e di caffè, il primo giorno del workshop a mio avviso è stato utile proprio per capire come approcciarsi al soggetto. Personalmente essendo abituata, per motivi didattici, a fotografare principalmente la città questo cambio da attori inanimati a persone ha provocato non pochi problemi. Dover cambiare punto di vista è stato molto utile e ricordarsi che una città è principalmente “costruita” da persone reputo sia fondamentale per il nostro lavoro futuro. Grazie ancora per la bella esperienza! :)