Rilancio l'editoriale intitolato Diritto di cronaca di Amedeo Novelli su Witness Journal numero 19. Inutile ripetere qui quanto molto chiaramente riferito da Amedeo Novelli. Della vicenda potete trovare un ampio resoconto anche nel sito dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, al cui interno potete trovare anche l'articolo di La Provincia di Sondrio in formato .pdf. Inoltre sempre in rete potete trovare informazioni su www.agendacomunicazione.it e Fotografia & Informazione. Se quanto raccontato corrisponde alla completa realtà dei fatti, non ci resta che prendere atto del fatto che i motivi di preoccupazione relativi al rispetto e alla tutela del diritto di cronaca siano più che fondati. Il verificarsi di episodi di questo tipo unito al generalizzato silenzio in primis della maggioranza dei colleghi giornalisti è un innegabile segnale, che si aggiunge a purtroppo a tanti altri, nel confermare una situazione che solo eufemisticamente si può definire come critica nel nostro Paese. Spero che al di là del singolo episodio, la cui gravità oggettiva non è da considerarsi inferiore a quella di episodi ben più noti che hanno coinvolto ben più noti colleghi, fornisca a più d'uno qualche spunto di riflessione fintanto che è ancora possibile appellarsi al diritto di riflessione. Non è il caso di abbandonarsi al catastrofismo, ancora, ma sicuramente è il momento di guardare in faccia il reale andamento delle cose e trarne le debite conclusioni. Per il momento un sentito ringraziamento ad Amedeo Novelli per aver dato un po' di visibilità alla vicenda.
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6 commenti:
Il problema, a quanto riferisce Monica Nardini su Fotografia & Informazione, non è solo italiano. E non si può proprio dire, in questo caso, "mal comune, mezzo gaudio".
E' quindi importante far circolare queste notizie.
Cordiali saluti
Giovanni B.
La fine è iniziata da un pezzo, ovvero da quando si è iniziata a mettere la parola privacy davanti a tutti gli abusi perpetrati contro la libertà di stampa.
no infatti non è solo in italia che esiste questo problema in UK sono andati ben oltre:
http://www.aphotoeditor.com/2009/02/18/photographers-are-now-terrorists-in-the-uk/
Guglielmo
purtroppo la situazione non è rosea per questo prende sempre più piede la diffusione delle notizie on line perchè è praticamente impossibile bloccare tutti almeno per ora resta l'unico palliativo al controllo delle informazioni
Verissimo il problema riscontrato altrettanto lecito però è chiedersi se muoversi con una machina al collo ci deve proteggere da tutto ciò che accade.
Mi chiedo non solo nel caso specifico, qual'è l'altro lato della medaglia?
Personalmente credo che la nostra libertà di stampa sia pari solo a quella della Cina...
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