Ci sono periodi in cui per varie congiunture i contatti con gli appassionati di fotografia si intensificano prendendo forma in incontri con gruppi della più svariata formazione. Nell’ultimo mese ad esempio mi è capitato di incontrarne un paio, a Bollate in provincia di Milano e a Brescia, in cui i partecipanti si erano conosciuti e aggregati intorno ad un corso di fotografia e un altro, chiamato 21100, Varese dal codice di avviamento postale del capoluogo lombardo nella cui provincia risiede la maggioranza dei partecipanti, nato in rete grazie a uno dei tanti gruppi che quotidianamente nascono su Flickr. La stessa natura dell’aggregazione alla base della formazione di questi tre gruppi ne rende differenti le ragion d’essere e le caratteristiche, ma ho trovato estremamente interessante riscontrare, nell’assoluta parzialità del campione statistico esaminato, alcune caratteristiche comuni che vorrei condividere come spunto di riflessione. Dal mio punto di vista l’elemento comune ai tre incontri è stata una breve esposizione relativa a un possibile approccio alla lettura dell’immagine fotografica. Le reazioni alla chiacchierata su come ci si può avvicinare all’interpretazione di una fotografia hanno avuto in tutti e tre i casi l’effetto di suscitare da una parte una certa sorpresa dall’altra un interesse che spero sincero e non di circostanza. Al di là di quella che può essere una personale soddisfazione per il fatto di non aver visto nessuno sbadigliare o peggio iniziare a russare, la cosa non può che suscitare una riflessione preoccupata e preoccupante. Considerata l’età media dei partecipanti, tutti ben più che maggiorenni ancorché mediamente giovani, l’interesse dimostrato con la pratica e la presenza all’incontro, rapportati alle espressioni mediamente stupite di fronte all’esposizione di un possibile metodo per leggere e dare senso ad un’immagine, non può che suscitare un certo sgomento. In altre parole incassiamo per l’ennesima volta i frutti di una mancanza di educazione alla lettura delle immagini all’interno dell’istituto scolastico obbligatorio. Un altro spunto di riflessione professionale mi è poi arrivato dal fatto che in tutti e tre gli incontri è emerso un bassissimo livello di penetrazione della stampa specializzata, il che significa che noi operatori dell’editoria fotografica non riusciamo a soddisfare in pieno le esigenze di una parte importante del nostro potenziale pubblico. Va da sé che questo sarà argomento di personale riflessione nell’immediato futuro, come pure che spero di ricevere il contributo di tutti quelli che leggeranno queste righe per capire meglio come rispondere alle esigenze di tanti potenziali fruitori della stampa di settore.
n.195 - luglio 2008
Compatibilmente con i tempi redazionali, i commenti più interessanti a questo post potranno essere pubblicati all'interno della rubrica FOTOGRAFIA: PARLIAMONE! nel numero di agosto de IL FOTOGRAFO.
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46 commenti:
Se è vero che strabordano le edicole di giornali che ti insegnano a fotografare in 3 soli passi come se si trattasse di una dieta per la prova costume, (esistono anche riviste serie certo) è altresì vero che manca, caro Sandro, una bibliografia accessibile (non vuol dire che non esiste, ma che è decisamente difficile da reperire) per chi vuole approfondire argomenti di comunicazione visiva e lettura dell'immagine. Sarebbe bellissimo se su una rivista (una a caso, certamente no!) per esempio fosse dedicato di volta in volta uno spazio alla lettura di un immagine, o una rubrica sul lavoro di un autore un pochino più approfondito rispetto alla presentazione che troviamo in occasione di una imminente mostra, magari corredata di bibliografia. fa sempre piacere scoprire i miracolosi portenti che l'industria ottica ci propone e le mirabolanti novità sugli ultimi sensori a pieno formato, ma qualcuno di sicurò aprezzerebbe una svolta verso un analisi dell'immagine, della biografia fotografica di un autore magari a scapito delle ultime novità della stellare microcompatta ultima generazione.
E' cosa impossibile?
Realmente impossibili sono pochissime cose. Realmente improbabili molte di più. L'ostacolo nel caso che citi si chiama budget. Stabilito a inizio anno e frazionato in dodici unità pari ognuna ad un numero della rivista nel corso dell'anno solare, impone dei limiti ben precisi e invalicabili di spesa. Il che comporta ad esempio il fatto di poter utilizzare le fotografie di autori noti solo in occasione di mostre o in caso di pubblicazione di libri, perché in queste occasioni l'utilizzo delle immagini per pubblicizzare l'evento è concesso in uso gratuito. Al contrario la pubblicazione di test di apparecchi fotografici risulta, in base ai feedback che riceviamo, costituire la molla principale per cui scatta la propensione all'acquisto della rivista, nonché la categoria di cui viene costantemente richiesto un ampliamento di foliazione. Considerato che con gli introiti dell'attuale venduto edicola si riesce, forse, a pagare la stampa del numero, puoi ben capire la presenza di questo tipo di articoli. Se fosse possibile una rivista con le caratteristiche che tu chiedi, l'avrei già fatta, peccato che nel frattempo sarebbe anche stata chiusa dall'editore in quanto considerata improduttiva per assenza di lettori o per sforamento di budget o peggio per entrambi i motivi.
Quello che si potrebbe fare invece accogliendo la tua proposta è dedicare uno spazio che facendo convergere le varie considerazioni di cui qui sopra, apra una piccola finestra dedicata alle modalità di lettura delle immagini. Ci mettiamo in moto per vedere di trovare una soluzione. Per il resto se posso permettermi non credo che la difficoltà di accesso alle fonti abbia mai costituito un reale impedimento a chi volesse seriamente fare ricerca. Ne credo che una rivista destinata a un pubblico di massa debba porsi questo come obiettivo primario.
Credo che davvero sia internet ciò che ha rivoluzionato e sta rivoluzionando il mondo della fotografia, anche dal punto di vista di possibile lettore di riviste specializzate.
Quello che una volta poteva solo lontanamente fornire il magazine ad un costo sia produttivo che di acquisto, oggi è disponibile in varie forme nella rete, per lo più a titolo gratuito. Non dico facile da trovare, ma sicuramente disponibile; difficoltà ulteriore è trovare poi però pareri autorevoli.
Parlo di teoria del colore, utilizzo delle moderne tecnologie (software, fotocamere, database), prove di fotocamere da parte di siti affermati.
Per quanto riguarda me ed il gruppo di "21100, Varese" ciò che ci ha uniti è la voglia di condivisione di conoscenze e la passione, in un rapporto orizzontale lontano (speriamo) da logiche di competizione del tipo "faccio foto più belle io". Tramite incontri come quello vissuto con lei, Sandro, l'obiettivo è quello di sopperire anche a quelle carenze teoriche che sono naturali, soprattutto in gruppo eterogeneo di persone, stimolando al tempo stesso la voglia di imparare e a misurarsi anche nel momento dello scatto.
Purtroppo il limite attuale che ravviso nelle riviste cartacee è appunto la poca flessibilità di cui gode ogni prodotto che deve guadagnare (e quindi vendere) per sopravvivere in rapporto ai vari "blog" e siti specializzati che però molto spesso sono gestiti purtroppo solo da appassionati che ben poco conoscono della materia di cui parlano.
Sopravviveranno quindi solo quei luoghi virtuali dove si parla solo di aria fritta? penso proprio di no, anzi, però sicuramente chi ne farà le spese sarà il mondo della carta stampata, che rischia di rimanere in perenne ritardo rispetto alle esigenze dell'ormai vastissimo pubblico.
drmaurophotography.com
21100, Varese
Concordo su tutto quanto detto rispetto a una sana educazione dell'occhio e purtoppo la scuola spesso non insegna neppure la semplice lettura di un testo.
Flickr in questo momento è probabilmente il più interessante e gigantesco contenitore di immagini al quale si può attingere per "coltivare" in proprio sguardo.
Il problema è probabilmente quello dell'editing. Grazie a gruppi, tags, testimonials e slideshows il web2 sta superando i concetti di racconto e autorialità tradizionali.
Il fotografo professionale può imparare molto gettandosi nella mischia (more information for more ispiration), usare l'account come archivio privato o pubblica lavagna, gratificarsi del consenso ottenuto e recepire le critiche contatti (un facagare fa sempre bene) ma in ultimo (money) che ci guadagna a stare nella community? zero.
Flickr resta però una piattaforma di sharing, le foto rimangono inesorabilmente sullo schermo, e il mezzo porta ad aumentare il proprio album, i contatti e le visite, in parole povere a alimentare se stesso.
Attraverso i gruppi moderati (Bianco e Nero o Fotografi di Strada in italia) si può arrivare all'editoria? Tipo ti stampiamo il tuo own personal book?) Il materiale raccolto se ben editato è di ottima qualità (JPG-MAG insegna), si sciogliera al caldo della macchina da stampa?
Andrea che esista un problema di formazione ed educazione all'immagine è una realtà con cui confrontarsi: la scuola primaria non se ne occupa e se i percorsi di studio non si orientano verso discipline artistiche si arriva ai 30 anni, come me, senza la minima nozione visiva... però davvero non mi sento di attribuire respoonsabilità di sorta alla stampa di settore, tanto più che non esistono ricette o sguardi univoci che attraverso una foto, ci consentano di imparare a leggerle tutte, credo debba svilupparsi una coscienza e capacità personale, che consenta davanti ad ogni immagine di porsi con uno sguardo consapevole... e questo si sviluppa in anni di studio e confronto con le immagini. Certo si possono accogliere chiavi di lettura che indirizzino lo sguardo... ma non è proprio questo che suggeriscono le Cover Story del fotografo per esempio? Ovvero la scelta di accostare ed impaginare le immagini in un modo piuttosto che in un altro, o i giudizi, i consigli, le riflessioni alle foto dei lettori che Iovine ci propone tutti i mesi
non si muovono forse in questa direzione? Che altro dovrebbe fare per aiutare l'esercizio del nostro occhio una rivista come IL Fotografo, che altro di più o di meglio che non possiamo fare noi di nostra iniziativa, provando a domandarci perchè vengono scelti determinati autori, precise immagini. Ed anche se non vengono sottolineate linee di forza, o simmetrie, equilibri, richiami e inquadrature, cerchiamole, impariamo a riconoscerle, proviamo a confrontare le immagini che funzionano rispetto ad altre più deboli. Ecco magari io ad una rivista chiedo di mostrarmi delle immagini, di creare percorsi per la mia mente e il mio occhio, il resto provo a mettercelo io.
Claudia M.
La lancio come provocazione...
Perché non è possibile fare una rivista che venda solo su abbonamento? Si stamperebbero solo i numeri che effettivamente andrebbero venduti, si potrebbe dare spazio alla Fotografia con percossi indirizzati, lezioni di lettura del linguaggio fotografico (oh come ne avrei bisogno!) e non ai test e le recensioni dei "freddi macchinari" che per questo un sito avrà sempre una marcia in più.
Io sarei il primo ad abbonarmi ad una rivista così!
Angelo Pampalone
Interessantissima discussione, ed in particolare per dare il mio contributo vorrei legarmi ai primi due commenti: quello di Andrea e giustamente alla risposta di Sandro.
Sono pienamente d'accordo con la proposta di Andrea, anche a me piacerebbe molto trovare ogni mese una lettura approfondita del lavoro di uno dei tanti "mostri sacri" della fotografia (volendoci lavorare con la fotografia ed in particolare con il reportage, sfogliare "Il Fotografo" diventerebbe quasi un corso di aggiornamento continuo); e capisco pienamente anche il punto di vista di Sandro: avendo seguito il suo master le "motivazioni tecniche" che ne impediscono l'attuazione le avevo già presenti. Però penso ci possa essere anche una terza via che potrebbe diventare un buon compromesso. Ci sono numerosi giovani fotografi che si impegnano nell'approfondire il proprio linguaggio fotografico, cercando, appunto, anche di andare oltre quello che è il linguaggio più superficiale della foto stessa. Anche solo pensando ai corsi di fotogiornalismo che conduci, Sandro, esempi ne hai e ne hai avuti parecchi: penso a me, Patrick, Nicola per quello che riguarda il mio anno, e a tutti gli alunni che hai avuto nei corsi successivi (guardando i loro siti mi sembra che di materiale ce ne sia in abbondanza!); per non parlare poi dello sconfinato mondo di flickr e simili. Potrebbe diventare quindi interessante una piccola rubrica con una lettura approfondita di immagini selezionate. Ovvio che putroppo non potrebbe essere paragonata alla lettura di "The Americans" o di "The Gypsies", ma potrebbe essere un modo, anche più vicino al fotoamatore, per attirare l'attenzione dei lettori anche verso questo aspetto della fotografia e contemporaneamente dare un minimo di visibilità a chi visibilità praticamente non ne ha. Insomma una sintesi tra quello che potrebbe essere la pubblicazione di un mini portfolio e quello che è il commento al reportage finale ai tuoi corsi di fotogiornalismo.
Ampone gestire un servizio abbonamenti significa dover fare i conti con il servizio postale, o forse sarebbe più opportuno chiamarlo disservizio. Lo sanno bene i potenziali abbonati e quelli che hanno sottoscritto l'abbonamento alla rivista che dirigo. Alla casa editrice il disservizio postale costa quasi più di quel è il ricavo, in quanto la percentuale di copie rispedite perché mai arrivate è disastrosa. Senza contare il giusto malcontento di chi si vede recapitare la rivista dopo averla vista per un paio di settimane i edicola. Le abbiamo provate tutte per rendere il servizio adeguato, ma purtroppo ci sono ancora cose che non riusciamo a mettere in quadro in quanto esulano dal nostro ambito. Per quanto riguarda la tiratura su misura, purtroppo rivolgersi ad una tipografia non è come andare dal fruttivendolo e chiedere un etto di insalata piuttosto che un etto e mezzo. Ci sono costi fissi e proporzioni di costo tra tiratura e costo copia che variano in funzione dell'aumento di tiratura. Per cui a prescindere dalla riduzione dell'aspettativa di vita derivante dalle maledizioni dell'addetto alla produzione in tipografia se si variano in modo significativo le tirature di volta in volta, non sarebbe facile definire un costo per copia ragionevole.
Aldo la tua idea è corretta, e del resto puoi verificare tu stesso che di spazio ai giovani autori cerchiamo di darne. Ma la richiesta di di Andrea da cui è nata la discussione, mi pare fosse rivolta in un'altra direzione, come tu stesso sottolinei.
ma come insegnare la lettura di un'immagine quando nelle scuole non ci si occupa nemmeno più della lettura del testo?
pensate che l'errore occorso nell'ultima maturità sia solamente una svista o la punta infinitesimale di un iceberg immenso?
sarò pessimista ma propendo per la seconda.
e poi c'è anche un altro discorso da fare: a quelli che si iscrivono ai corsi di fotografia interessa davvero "leggere" un'immagine fotografica? o piuttosto mirano semplicemente a fare delle belle fotografie durante le vacanze?
anche qui, sarò pessimista, ma ri-propendo per la seconda.
leggendo quanto sopra mi è venuto in mente la scoperta dell'acqua calda e allora ve la propongo. si parla di rivista cartacea con tutti i problemi relativi.
ma una bella rivista on line riservata ai soli abbonati?
ormai molte riviste tecniche si diffondono con questa modalità...
my last 5cents
Ma porca pupazza!, credevo che l'abbonamento fosse un modo per supportare maggiormente una rivista (tant'è che a Il Fotografo sono abbonato) non un modo per creare maggiore aleatorietà.
Comunque io sono il primo a rendermi conto di avere la necessità di un percorso di apprendimento di lettura di immagini. Aver fatto gli studi tecnici e poi essere avanti con gli anni non aiuta di certo!
Per i mezzi forse Aldo a ragione la rete potrebbe rivelarsi una fonte anche troppo ricca. Io credo che il bisogno di qualcuno competente che possa guidare ed indirizzare gli interessati sia abbastanza lampante.
Per i mezzi, scartando la pubblicazione su abbonamento come non praticabile non si potrebbe mettere su un sito con accessi a pagamento come alcune sezioni di siti anglofoni già fanno?
Angelo Pampalone
Caro Sandro, mi senti di intervenire in questa discussione dopo un lungo periodo di silenzio. Vorrei affrontare un paio, forse tre, punti che mi stanno particolarmente a cuore:
1) Chi ha detto che la Verità sta on-line, chi ha detto che la qualità sta nella quantità??? Ho letto e riletto il nome di Flickr in questa discussione e non posso che sentire l'acido che mi sale dallo stomaco... Non è che perché milioni di persone postano le loro foto in un determinato posto lì avremo la qualità e la verità assoluta sull'immagine e la sua lettura. Se così fosse mangeremmo tutti merda, miliardi di mosche non possono sbagliare.
2) Altra piccola riflessione sulla rete e sui suoi contenuti. Stampatevi bene in mente che buona parte di ciò che leggete in rete è scritto da gente che ne sa meno di voi, che scopiazza da altri siti scritti da gente che ne sa ancora meno e via così all'infinto... Non esiste controllo in rete, essendo un mezzo gratuito, non esiste neanche il controllo implicito che vige nelle riviste, scrivi cavolate, non vendi, non guadagni, chiudi... NO, un sito può restare aperto per anni senza che nessuno lo legga e poi un giorni ci incappi e trovi la bestialità del secolo.
3) L'editoria non è un gioco da ragazzi, Sandro, in modo molto civile (caratteristica che non mi appartiene) ve lo sta facendo capire rispondendo molto più di quanto fa normalmente. Non crediate che gente come Sandro, ma anche altri, non abbiano cercato modi per sfruttare, anche commercialmente, ogni possibile nicchia di mercato ma quando non ci sono margini non ci sono e la legge di mercato vince, le fatture vanno pagate e si fallisce con estrema facilità.
4) avevo detto 3 ma mi urge dire un'altra cosa, i testi per imparare esistono, al di là della funzione svolta in proposito dalla rivista di Sandro, e basta cercarli e fare lo sforzo, caso mai, di leggerli in lingua diversa dall'italiano, ora qualcuno mi dirà che nella scuola italiana non si insegna neanche l'inglese ma sono tante le cose che non si insegnano eppure il mondo evolve. Non si insegna informatica eppure abbiamo gente che se ne intende in Italia (malgrado quello che si dice in giro), non si insegna musica ma oltre alla Pausini e a Gigi D'alessio abbiamo ottimi musicisti riconosciuti a livello mondiale. È questione di volontà e curiosità personale. Se si vuole la strada si trova.
Direi che con questo ho finito lo sfogo.
Saluti diffusi
BigG
menomale che qualcuno spiega che flickr non è un gran luogo per imparare a fare fotografie perchè chi guarda e commenta le foto spesso ne sa meno di chi ha scattato...e ti dice,"bellissima".
quello che ho notato dai flickerari è che si definiscono appassionati di fotografia (se non addirittura fotografi pro...brrr), però poi non riconoscono una foto di bresson ( vedi articolo su "IL FOtografo")dicendo che è troppo mossa,non guardano mai foto (almeno) dai siti di importanti fotografi o di agenzie, quando chiedi se hanno qualche progetto a lungo termine ti guardano con alfaccia smarrita. insomma rimangono in quella community ( che ha anche dei lati positivi.. io la uso come blog,) pensando che sia "il mondo". molti sono convinti che avranno successo perchè qualcuno di loro è finito su "repubblica.it" (aggratis). pensare di arrivare all'editoria da un gruppo di flickr è un bel sogno; fosse così facile saremmo tutti famosi forse no? parlo in generlae e per esperienza personale eh, poi ci sono le eccezioni.
GT
non dovrei, ma mi sento un po' stuzzicato sull'orgoglio da BigG e l'ultimo dei vari anonimi. Flickr non è il mondo e sì, è pieno di fotografie scattate chiudendo gli occhi o addirittura scimmiottando fotografi che le foto le sanno creare...ma lasciatemi dire una cosa: alcuni di voi non hanno capito una mazza su cosa sia flickr, ma veramente nulla!
Flickr è un servizio di condivisione di immagini (e video), non è una galleria d'arte, né un covo di professionisti, è solo social networking! la gente ci mette in prima istanza le foto del mare per i parenti, i ragazzini si fanno gli "autoritratti" (passatemi il termine) e conoscono altri loro coetanei...insomma niente di grave dopotutto! leggete, girate, guardate e capirete! considerando che flickr ha qualche milione di utenti (non vorrei esagerare), è ovvio che gli estremi positivi e negativi perdono di significato e la qualità mediocre è quella preponderante, questa è statistica, mica fisica applicata :) !
Giudicare flickr malamente è un po' superficiale, soprattutto senza averne capito l'utilità, così come pensare che la fotografia sia solo un esercizio tecnico e nulla più.
Questo ovviamente è solo per rispondere un po' alle solite vecchie e vaghe critiche su Flickr, senza per forza passare da avvocato delle cause perse. Poi possiamo aggiungere che rimane sempre la necessità di leggere libri, sfogliare volumi di fotografi leggendari in libreria senza pagare (cavoli, hanno sempre dei costi proibitivi) e partecipare ad incontri con dei bravi docenti.
La gente pensa che la foto su repubblica.it gli permetterà di sfondare? buon per loro! neanche a farlo apposta a me hanno messo una foto sul magazine D proprio di repubblica ed è stata una giornata felice, soprattutto perché era un ritratto di un grande della musica: sono fiero di essere stato io a scattare quel ritratto! e chissenefrega della frustrazione dei soliti ignoti!
mi spiace ma quando sento queste cose, il cipralex mi fa più effetto :)
Io come utente di flickr e fotografo amatore non trovo che sia cosi da disprezzare, anche perchè mi ha permesso di scoprire una passione e mi permette tutt'ora di imparare tante cose (come ai vari workshop che organizza il nostro gruppo di varese dove abbiamo avuto come ospite lo stesso Sandro). Se questo strumento può permettere di fare nascere questa passione anche in altri, ben venga.
Non tutti siamo fotografi nati, non tutti possiamo studiare all'università, ma uno strumento per imparare questa arte è proprio poter guardare le foto degli altri, osservare e imparare.
Se poi non conosco le foto di un grandissimo fotografo e i nomi delle tecniche... scusate, ma lo faccio per passione... voi?
anch'io come dmauro mi sento chiamare in causa ,
pur non volendo innescare flames, e fregandosene delle cause perse, dall'ottimo articolo di sandro ("conosciuto" per caso, bloggando™ si flickr©™) mi pare evidente che la cultura (visiva o meno), si impara leggendo e ascoltando i maestri. pretenderla da un miliardo di persone che ogni giorno accendono il computer mi pare troppo.
Dimostra altrettano Iovine che la cultura si impara anche ascoltando gli altri. Il social network è fatto persone che non mangiamo merda perchè non sono insetti, a cui piace mostrarsi e anche guardare milioni di foto fatte bene o male con gli occhi con la pancia (o altro). Alcuni troveranno la loro foto, quella che avranno imparato a guardare e altri "statisticamente" venderanno le loro venti foto pro (o le regaleranno a repubblica perchè no?)
referenze per il nuovo milleniowe think therefore we are
L'intervento più interessante (se ho capito bene il centro del topic) e come sconfiggere il mostro, far quadrare il bilancio, come trasformare l'improbabile in possibile, come indirizzare i consumatori verso i nostri prodotti (di qualità ovvio), La risposta sta forse nella banalità di angelo? In fondo anche Bigg (o l'anonimo GT) hanno dato i loro 24 dollari a quel network. perchè non possono comprare anche due foto mie se gli va? Gliele invio dall'australia
stampate bene, prometto.
JHC
io ho parlato per esperienza personale. non mi riferivo a tutti i filck , ma alla maggior parte di quelli con cui ho avuto a che fare. solo costatazione dei fatti.
e poi non ho dato 24 euro, il mio è free.
;-)
Guglielmo Trupia
Rispondo in maniera diffusa al marasma che ho creato in questa serie di commenti e giuro di non voler giustificare o rinnegare quanto scritto prima ma evidentemente sono necessarie alcune precisazioni.
FILCKR NON È UNO STRUMENTO DEL DEMONIO!!!
Non lo penso e come qualcuno di voi ha visto ho anche io un account (bravo hai passato il primo test di ammissione alla scuola di giornalismo, "Scopri con chi parli") pro.
Penso che tutto il movimento del social networking o web 2.0 o chiamatelo come vi pare sia una cosa interessante, dalle grandissime potenzialità ma anche dai grandissimi rischi. Chiunque si può spacciare per ciò che vuole in rete e, visto che ammettiamo tutti la nostra incapacità di valutare, il fatto che ci siano le mie foto pubblicate non vuol dire che si possa capire che sono un bifolco con una fotocamera piuttosto che un docente di Teoria dell'immagine e della comunicazione visiva... Quindi torniamo al problema base, senza cultura non possiamo valutare e senza poter valutare andiamo in overflow di informazioni. Guardare significa imparare ma bisogna sapere cosa guardare (scusate l'involuzione linguistica), se ho mangiato per tutta la vita pudding e pane secco non saprò riconoscere l'aragosta e in un buffet probabilmente prenderò pudding e pane secco, a meno che... Io non decida che la fotografia è una vera passione e allora decido di investire tempo, energie e soldi per questa mia passione, io suono e mi spacco il cu.... per mettere via i soldi per comprarmi le corde piuttosto che un nuovo strumento, penso che alcuni fotografi comprino troppo obiettivi (che poi non sanno usare) e troppi pochi libri (che forse non saprebbero comunque leggere).
Certo di non aver minimamente quietato gli animi porgo i miei saluti diffusi
In tutta onestà
BigG
BigG, GT: mi spiace che voi abbiate avuto tutte queste esperienze pessime, almeno da come raccontate, ma la realtà è ben diversa. Forse sarò io ad aver trovato tante "aragoste" su Flickr, però tutti questi discorsi sui soliti problemi degli "amatori" della fotografia (che esistono, sicuramente) sono quelli che portano via il tempo alla ricerca di preziosità in salsa web 2.0.. ognuno può comprare gli obiettivi che vuole e parlare a vanvera di questo o quel fotografo tal dei tali, io però grazie a Flickr ho incontrato diverse "community" tramite le quali ho imparato a fotografare. Ora il passaggio è quello di usare le tecniche che conosco per creare storie e progetti (basate anche sui lavori già fatti dai grandi), ma senza quelle conoscenze, il resto per me sarebbe stato un contenitore vuoto di parole.
;)
Un'utlima specifica e poi prometto di smetterla (ovviamente sono spergiuro quindi probabilmente interverrò ancora):
1) non parlo male del web 2.0
2) anche se ne parlassi male non sarebbe per scottature ricevute ma perché ho studiato e sto studiando il fenomeno in forma professionale
3) per drmauro, come sai di aver imparato le cose giuste da quelli del tuo gruppo di flickr??? Che ne sai che quella che tu credi aragosta non sia pudding :-)
Non voglio essere polemico a tutti costi, davvero, vorrei solo che si aprissero gli occhi e le teste sul problema che affligge gli storici da sempre, i giornalisti quando gli fa comodo e che dovrebbe essere di estrema attualità per tutti i surfisti di internet: LA QUALITÀ DELLE FONTI.
Il web ci mette a disposizione "troppe" fonti non certificate e non verificabili, tanto che spesso vale di più passare un paio di serate con un buon libro consigliato da qualcuno esperto che navigando tra mille siti la cui autorevolezza è tutta da dimostrare.
I miei omaggi
BigG
drmauro... Di cosa stiamo parlando? Anticipo che mi sento di condividere la più piccola stilla di pensiero di Bigg riguardo Flickr e simili, posso però concedere che un contenitore di immagini in cui chiunque, indipendentemente da competenze e consapevolezza, talvolta anche di se stesso e non solo del mondo fotografico, sia utile nella ricerca di conferme e rassicurazioni, in fondo ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che la foto del tuo coniglietto di peluche preferito è bellissima, vera arte... Ma ripeto DI COSA STIAMO PARLANDO? Iovine ci invitava a riflettere sulla pochezza della nostra cultura dell'immagine e questa conversazione ci ha portato a Flickr? La noto solo io l'assurdità? Chiunque può mettere immagini in flickr, chiunque può fruirne e commentarle, possono certo nascere conversazioni interessanti, magari anche relazioni tra persone, ma da qui a erigere un contenitore stocastico di immagini in un luogo di formazione lo trovo paradossale. Paradossale tanto più in quanto ogni parere ha lo stesso peso, soprattutto agli occhi di un inconsapevole fruitore, che magari non conosce la differenza tra un "esperto" e me. Insomma chiunque può postare, chiunque può giudicare in modo indiscriminato e le immagini che frequentano il sito sono talvolta notevoli, troppo spesso imbarazzanti e questo senza soluzione di continuità. Va bene per raccontare un pò se stessi, per inviare foto ricordo a chilometri di distanza e cullare il nostro amor proprio, ma in alcun modo risponde a nessuna urgenza educativa e credevo che parlassimo soprattutto di questo.
>3) per drmauro, come sai di aver
>imparato le cose giuste da quelli
>del tuo gruppo di flickr??? Che ne
>sai che quella che tu credi
>aragosta non sia pudding :-)
perché ho ancora la mia testa che funziona molto bene, grazie.
mi sembra un po' un discorso qualunquistico questo...dire che non hai capito cos'è il gruppo di 21100, Varese mi sembra azzeccato...ma tralasciando questo, hai cominciato malissimo con il tuo commento iniziale, sparando un po' a zero a ventaglio, credo che generalizzare sia un po' come urlare le proprie ragioni, non serve poi a molto. Forse la difficoltà della rete, come dicevo sopra, sta proprio nel trovare le fonti giuste, ma per esperienza ci sono. E tu mi dirai "e chi te lo dice che sono le fonti giuste?" e io ti rispondo subito: a furia di sbagliare, si impara dai propri errori e si migliora! proprio come per le altre cose della vita ;)
BigG... permettimi una domanda? Ma tu davvero non hai un cazzo da fare nella vita? Sarai intervenuto già due o tre volte per rispondere tra gli altri a drmauro...
Ma prima di farlo ti sei preso la briga di vedere a chi stai dando tanto credito? Guarda non è difficile basta cliccare sul link attivo del suo nome e scoprire quali sono i punti di riferimento di questo dotto saggio della rete che doveva essere assente a scuola quando hanno spiegavano l'analisi logica. Allora se non hai un cazzo da fare e trovi il tempo per rispondergli ma sei troppo pigro te li metto qui io i link. Questi sono i blog gestiti da drmauro:
2100, varese effettivamente ci puoi trovare "aragoste" dall'antipasto al dolce. E pure iovine dovrebbe spiegarmi che cazzo ci scrive sopra a fare
Life is a RAW: il grande boh!
21100 su Flickr
drmauro su Flickr
drmauro e il suo orgoglio: occhio perché qui potresti sporcarti di sperma che si sente ancora l'eco del gran lavoro di mano davanti alla pubblicazione su "D - settimanale magazine di Repubblica"
Bene adesso BigG dimmi se sei ancora convinto che valesse la pena di sprecare tempo a rispondere a questo signore.
Il quale magari ha anche problemi con l'analisi logica e forse con l'italiano in generale, ma se non altro è di grande coerenza. Spulciando su di lui ho trovato anche questo encomiastico commento di un po' di tempo fa sul blog che ora sta infestando:link. Se poi non hai voglia te lo copio qui sotto il drmauro-pensiero riferito a questo blog:
"c'è da dire che guardando questo blog vedo solo un gran necessità di marketing, poi magari è un famosissimo e solo io non lo conosco...dei pochi links presenti, la metà sono di altri siti in cui tra gli autori/collaboratori c'è sempre il "blogger" in questione...mah...
se vuole dialettica, qui (come in flickr in generale) c'è spazio in abbondanza. Di Beppe Severgnini c'è n'è uno!"
Se non ti basta c'è altro:
"guarda, non mi ergo certamente a conoscitore di nulla di fotografia...questo signore scrive sul "fotografo" da quanto ho visto e, se non erro, è quello che bacchetta (a volte in malo modo) i lettori che inviano le foto alla posta del giornale...l'ho comprato due volte, poi eran soldi sprecati.
Nulla da eccepire su certi concetti espressi, peraltro non certo originalissimi, in ogni caso quello che ho visto non mi è piaciuto. Di critici proprio non ne conosco, e non mi interessa conoscerli...la parola critica fa sempre rima con polemica (ma è tardi e magari è solo un'assonanza). Che poi non è che non esistano critici qualificati, è che non è facile riconoscerli. Qui su flickr ho imparato che il mondo è pieno di gente che filosofeggia sulla fotografia, ma in realtà i veri maestri sono sempre pochi e hanno un seguito che nasce spontaneamente, dalla loro bravura...
Scusa ma...a me sembra proprio un gancio per la rivista, nulla di più, poi per carità, le foto che fa si lasciano guardare, ma mi puzza proprio tanto..."
Se ora magari drmauro ci spiega che cazzo ci scrive a fare sopra se di Severgnini ce n'è uno solo e se questo blog gli "puzza proprio tanto".
A proposito iovine continua a bannare me e tieniti stretto i vari drmauro!
scusa claudia, rispondo anche a te: a parte che non ho iniziato io a parlare di flickr, quindi direi che queste tue considerazioni le devi rivolgere a chi ha inserito questo discorso.
Per il resto: credo che snobbare flickr e bollarlo come anti-educativo sia una tua libertà e capisco che mai ci sarebbe un terreno comune su cui discutere, data la foga con la quale lo attesti. Al contrario, Iovine penso abbia capito al 100% cos'è Flickr, quindi forse si parla proprio di questo, di un mezzo di comunicazione e del fatto che la "pochezza della nostra cultura dell'immagine" oggi sembra essere legata a questi mostri virtuali che persone come te giudicano male, magari offendendo senza rendersene conto un'esperienza felice di condivisione di conoscenze, che non per forza sono trasmesse orizzontalmente ma anzi provengono da gente che conosce veramente quello di cui si sta parlando e regala un po' del suo tempo (che avrebbe potuto occupare facendo la stessa cosa a pagamento) per venirle a raccontare.
Siamo alle solite… SpEeR… magari fosse Calimero. Ho già chiarito che non desidero che su questo blog venga utilizzato un linguaggio che rischi di offendere qualcuno. BigG è libero di rispondere a chi gli pare purché lo faccia con un tono adeguato e senza offese personali o collettive. Lo stesso dicasi per tutti gli altri. Le censure di cui è stato oggetto SpEeR derivano proprio dal mancato adeguarsi a questo minimo codice comportamentale.
Quanto a drmauro, ammetto di essere rimasto un po’ sorpreso e non proprio piacevolmente dalle sue considerazioni che mi erano sfuggite su FOTOGRAFIA: PARLIAMONE! e sulle intenzioni e finalità della mia persona relative al blog stesso. Nell’occasione citata dell’ìncontro con 21100, Varese ho avuto modo di incontrarlo e, per quanto avessi notato una certa irruenza nel difendere le proprie tesi che avevo attribuito alla giovane età che spesso ha condotto tutti noi a peccare di superbia, ne avevo tratto un’ottima impressione. Sperando quindi che la cosa sia reciproca e che le parole (il primo un incontro con Sandro Iovine, Giornalista, nonchè Direttore della rivista
IL FOTOGRAFO, il quale ha parlato di "lettura dell'immagine" proponendo un programma molto interessante ed approfondito.
Capita raramente di trattare l'argomento immagine in questo modo, e devo dire che le ore in cui Sandro a parlato sono passate velocemente pur trattandosi di un argomento di non facile "lettura", soprattutto grazie al piacevolissimo modo di proporsi di Iovine, professionale ed in molti punti gradevole grazie alla sua ironia) scritte su 21100 non siano frutto di schizofrenia, ma di approccio sincero alle cose, mi permetto, facendo appello alla sua intelligenza, di invitarlo a chiudere questa sterile polemica scivolata sul personale più bieco e allontanatasi definitivamente dall’argomento originario. Inutile dire che l’invito è rivolto anche a SpEeRl La differenza, visti i precedenti è però nel tono un po’ meno gentile: alla prossima con questo tono sei fuori, di nuovo!
Cacchio rileggendomi mi sono reso conto che ne ho dette di cavolate!
A prescindere dalle offese gratuite che non mi toccano più di tanto, devo chiedere scusa a Iovine perché dopo aver letto un po' di post, quell'idea iniziale fu qualcosa di molto sbagliato e superficiale, a lui il giudizio finale sulla mia persona.
per il resto, stai tranquillo che se regalo qualche altra foto, ti mando un link via email ;)
Nessun problema. Confermata l'impressione de visu. Come non apprezzare chi, senza secondi fini e pubblicamente, ammette di aver cambiato idea su qualcosa o qualcuno? E non lo dico perché ora il giudizio può essere meno negativo, anche perché le critiche, quelle costruttive, sono comunque ben accette. È sempre facile quando non ci si guarda in faccia cadere nell'equivoco.
E ora dopo esserci... intossicati con il fumo del calumet (ma si scriverà così?) torniamo tutti alla discussione originaria per favore.
Come gli amanti del web 2.0 amano dire:
Quoto SpEeR per la lezione di storia e la qualità delle fonti
Per il rispetto che nutro per il "sacro Iovine" terminerò qua la discussione anche se mi prudono i polpastrelli.
Come sempre, onestamente
BigG
Come al solito c'è qualcuno che rovina una normale discussione in rete... va beh, io comunque ho cominciato grazie a Flickr e a questo meraviglioso gruppo. Sto imparando tante cose e sto cercando di migliorarmi nelle foto che faccio, sono d'accordo con questa mancanza di educazione all'immagine e la presentazione che Iovine ha fatto al nostro workshop è stata veramente interessante. Purtroppo ognuno ha i mezzi che ha per imparare, a volte è la rete, a volte è l'uni... ma se a priori si scarta un mezzo per poter imparare non penso che si andrà molto avanti. Come chi frequenta l'uni mancherà di certe conoscenze che si possono fare solo vedendo migliaia di foto in rete ogni giorno (tra cui chiaramente alcune belle e altre veramente penose) e chi è presente solo in rete perderà tanti insegnamenti che si possono solo acquisire in aula. Non trovo giusto dare pareri negativi su una cosa senza neanche conoscerla, e non basta avere un'account per poter parlare. E' la solita solfa, se è in rete fa schifo, è commerciale ed è da escludere a priori... non mi va bene, non è vero. Chi pensa cosi ha una mentalità molto chiusa e non so quanto potrà andare avanti nel mondo della fotografia come nella vita normale. Flickr può dare la possibilità a tutti di imparare e migliorarsi, non solo di farsi vedere. Quelli non sono per niente fotografi. Ciao.
Ma visto che si parla di fonti attendibili o meno. Io confesso la mia ignoranza. Io che l'università fotografica non l'ho fatta e che non voglio usare Flickr o simili come percorso didattico tutto da solo, a cosa di cartaceo posso rivolgermi per imparare?.
Potreste darmi un paio di titoli validi per favore?.
Credo/spero di non essere il solo assetato di sapere.
Feed to: SAURON
"Non trovo giusto dare pareri negativi su una cosa senza neanche conoscerla, e non basta avere un'account per poter parlare. E' la solita solfa, se è in rete fa schifo, è commerciale ed è da escludere a priori... non mi va bene, non è vero. Chi pensa cosi ha una mentalità molto chiusa e non so quanto potrà andare avanti nel mondo della fotografia come nella vita normale."
"Senza conoscerla" non puoi dirlo e se vogliamo dirla tutta scrivo e lavoro sulla e della rete da ormai quasi 10 anni quindi se mi permetti qualcosa saprò, visto che voi in pochi mesi avete imparato tanto proprio navigando in rete.
Il discorso che quello che sta in rete fa schifo perché è commerciale vorrei capire da dove l'hai desunto, citami la fonte, perché io onestamente non la trovo in nessuno dei commenti qui presenti e continuo a ripetere sperando che oltre a cercare di imparare a leggere le immagini cerchiate anche di imparare a leggere l'italiano:
LA RETE NON È IL DEMONIO, IL SOCIAL NETWORKING È UN UNIVERSO RICCO DI OPPORTUNITÀ DI INCONTRI E DI CRESCITA
ma non può e non deve sostituire un percorso personale più "tradizionale", nessuno parla di università (vorrei tra l'altro capire in quale università si studia comunicazione visiva, se me lo dite mi iscrivo), si parla di incontri come quelli con Sandro, si parla di mostre, si parla di libri di e sulla fotografia, si parla, come sempre, di scegliere i propri maestri.
Poi pubblicare le proprie foto su Flickr o Picasa o quel diavolo che vogliamo va benissimo, ma non scambiamo questo per un corso di fotografia, ancormeno per uno di comunicazione visiva per non parlare poi di reportage.
Quanto alla mentalità chiusa... non mi abbasso neanche a rispondere... (visto che bravo Sandro!!!)
Nervosamente
BigG
Calma ragazzi, abbiamo appena... sedato una rissa che ne scoppia subito un'altra?
Suvvia fa già caldo senza che ci agitiamo tanto. Capisco che sentire tesi stantie e non argomentate ci faccia balzare su (non avete idea di quante volte mi succeda per lavoro), ma a volte basta far scendere l'adrenalina, rileggere con calma e magari si scopre che quello che ci ha fatto irritare non è nemmeno stato scritto. Così pure incazzarsi perché qualcuno ha reagito troppo impulsivamente e un po' distrattamente non porta avanti il dialogo, ma si limita a inasprirlo rendendolo sterile. Possibile che solo SpEeR faccia scuola?
Dai facciamo finta di essere tutti adulti e un po' meno nervosetti.
Parlando di cose serie, cerco di rispondere concisamente ad Angelo Pampalone. Intanto è giusto parlare di fonti attendibili, ma non è saggio aspettarsi risposte matematiche. Come tutte le attività di stampo umanistico, anche nel nostro caso ci sono margini di interpretazione considerevoli. Si tratta di un mondo complesso e difficile da spiegare se non attraverso il passaggio da esperienze molteplici. Tradotto non esiste il libro che svela i misteri della lettura dell'immagine. Esistono dei manuali invece che possono introdurre all'acquisizione di elementi di base adatti a costituire un punto di partenza dal quale poi ognuno dovrà muovere i propri passi e sviluppare le proprie intuizioni. Uno dei migliori in assenza di preparazione specifica è avviso a avviso Leggere la fotografia di Augusto Pieroni, Edizioni Edup, che introduce in modo quasi giocoso concetti non proprio elementari. Da lì in poi conviene prima farsi un po' di basi di storia dell'arte e semiotica. Il volume citato si trova in genere a vagonate da Feltrimelli o in librerie specializzate come MiCamera o HF DIstribuzione.
Ave Sandro, morituri te salutant
orquinci orquindi
Partiamo dal presupposto di dover (pardon, voler) imparare, e che si può migliorare prendendo spunto sia da cosa positive che da cose negative, mi chiedo perchè "demonizzare"per forza...
La presenza di così tanti fotografi (o presunti tali, non sta a noi definirlo) in uno stesso raccoglitore, come può essere Flickr, ci da la possibilità di capire come altre persone comunicano (o non comunicano) attraverso le immagini...
ovvio che non è tutto oro colato (ma quando mai lo è?!?!?), semplicemente basta guardare le immagini con mentalità critica ...come tutto d'altra parte... e chiedersi perchè perchè perchè
Al decimo perchè magari avrò capito che per trasmettere quel dato concetto era meglio il metodo di Caio che quello ti Tizio... ok, 3 giorni, serie interminabile di tramonti, girasoli, gabbiani & chi più ne ha più ne metta
ma almeno ho imparato qualcosa...
o no?
ed è la stessa cosa che puoi fare con libri e riviste... semplicemente mentre in queste qualcuno ha già scelto cosa farti vedere, col primo metodo dovrai scegliere tu...
Tanta Pasiensa & Tanta Buona volontà
Saluti
Neyla
buona sera a tutti,
non vorrei tornare sui discorsi di flickr sul
bene o sul male che fa, sulle riviste, sui bar,
sulle università, su tutto questo ci avete già dato dentro un po' tutti.
il messaggio generatore era un altro.
secondo me il problema nasce dalla non riconoscibilità dei contenuti fotografici!
il perchè è abbastanza semplice da individuare, la velocità e la superficialità nelle letture, qualsiasi esse siano,
e ovunque esse si trovino!
ha forse importanza se una bella foto è pubblicata su una rivista o sul sito delle "comari"?
il problema da indagare è come mai non si è in grado di poterla giudicare!
l'editoria è un delirio, ma vi ricordo che siamo noi a comprarle le riviste,
le case sono invivibili e vi ricordo che siamo noi a viverle,
i ristoranti sono mutui e vi ricordo che siamo sempre noi a pagare.
Siamo sempre più bravi a criticare, ma alla fine compriamo sempre.
il problema generalizzato è nell'ignoranza comune che dilaga, nella superficialità nell'approccio ai temi che ci appassionano.
Forse bisogna insegnare alla gente che avere camere da miliardi di pixel non serve.
Forse bisogna insegnare alla gente che per leggere bisogna imparare a scrivere.
E' logico che una rivista debba essere venduta, non si lavora per la gloria
(ho sbagliato esempio...soprattutto qui in italia) ma è importante capire questo meccanismo,
mi arrabbio sempre con chi da del commerciale a chi campa vendendo il proprio lavoro.
Tutto sembra velocissimo, macchine fotografiche sempre più complesse e meno costose,
tutto verso il popolo che comincia a "sentirsi" alla pari dei professionisti.
Vedo gente curiosa, gente che ha voglia di imparare, vedo anche presuntuosi e arroganti,
ma il mondo è bello proprio perchè è vario...o avariato, decidete voi chi buttare dalla torre.
Torno a pensare che lo strumento importante sia l'insegnamento, accompagnato dalla cultura e dalla curiosità personale.
Manca l'essere curiosi, l'imparare a capire, lo scoprire tecniche, le dinamiche, le politiche, ecc...
E' importante farsi domande e ma fondomanetale è ricercare le risposte!
Penso che chi abbia la capacità di giudizio sia in dovere di criticare tutto ciò che vede! ovunque! e comunque!
penso che chi voglia fare foto debba imparare l'umiltà della propria ignoranza!
il dialogo ma sopratutto la comprensione sono la base per la crescita.
riconoscere le foto di bresson penso sia fondamentale, ma la tragedia è non avere gli strumenti per leggerle.
Questo discorso vale su tutto, la cucina per esempio,
come facciamo a stabilire che una torta è buona se non sappiamo distinguere il cacaco della farina?
(scusate, ma io devo sempre finire col cibo...è una malattia cronica)
tornando a discorsi seri bisogna anche chiarire che nell'evoluzione fotografia gran parte del mondo professionista non si è evoluto,
vedo ancora foto fatte con filtri prismati e paginette che si aprono a ventaglio, posizioni e composizioni raccapriccianti...
diventa facile per un amico amatore cercare di competere, e il dramma è riuscirci!
comunque tra tutti le fesserie di aforismi che descrivono il mondo, io dico:
"se un uomo ha fame, non regalargli un pesce ma insegnagli a pescare"
scusate le frasi un po' sconnesse ma ogni tanto mi capita di lavorare
anche se faccio di tutto per non farlo! :)
giuhal di 21100
confesso di essere contento di flickr
ps.se potete potete rendere le foto più interessanti con commenti costruttivi,tanti sono li
in attesa che qualcuno li indirizzi, voi che ne capite, fatelo!
Grazie mille per il suggerimento mr. Iovine! XD
Correrò a prendere il libro da lei indicato.
@Gli altri 2 post dopo quello di Sandro:
BTW il mio primo istinto e di cercare sempre un manuale, avendo una formazione assolutamente tecnica e per niente umanistica. Altresì devo confessare di avere un account base su flickr ed (gasp!) pure un sito web ma sempre un somaro Fotografico resto!
Non demonizzo ne penso che si debba demonizzare il web, io lo vedo come una estensione della possibilità di esporre le proprie foto la meno egalitaria possibile. Chiunque può pubblicare ed appunte come dicevate chiunque può pubblicare a prescindere del livello della sua Fotografia. Pertanto la capacità critica di poter comprendere quello che si veda è critica.
Detto ciò... vado ad ordinare un libro!... :-P XD
vorrei articolare mio intervento in due fasi Risposta e proposta (scusate l'ovvietà) non ciò che il paese può fare per voi ma ciò che voi potete fare per il paese......
RISPOSTA
La mia non è una critica all'editoria ( scusate, ogni tanto qualche piccola bugia và detta). Lo so bene che per trovare testi bisogna cercare e scovare e spendere lo sa bene il mio conto in banca e il mio libraio di fiducia che stende tappeti rossi ogni volta ce vi vede entrare nel suo antro malefico con la lista dei libri che mi deve procurare.
bello o brutto utile o inutile flickr esiste e come tutto ciò che sta nella rete e fuori può essere usato abusato o rifiutato. Sandro ha proposto la lettura di alcuni fotografi bene non tutti mi sono piaciuti ( ma parliamo di gusto e non di metodo che mi pare siano due cose diverse). Bello il web ci si trova di tutto da Frank Robert alle immagini di Moana Pozzi ( a volte non nego di preferire le seconde).
PROPOSTA
Non conosco così bene il mondo dell'editoria (so che il sopracitato libraio vuole denaro in cambio di libri e a me tocca andare a lavorare tutte le mattine per procurarmelo, non ho genitori librai che mi hanno lasciato pile di danari da spendere purtroppo).
Ma, e butto un sasso, visto che mi sembra ovvia la fame di conoscenza e al desco del sapere è bello sedersi in compagnia, non è pensabile una pubblicazione periodica con abbonamento?( ho letto la risposta ma .......oppure uno spazio on line ben strutturato? ( forse ho cercato male, ma di foto ho trovate milioni di "analizzate" poche di commentate qualcuna di più - escludendo quelle di Moana, dove i commenti però erano solo monosillabi). O forse dovrei rivedere le mie esigenze visto che il fatto di aver frequentato qualche corso mi ha instillato ancora di più la voglia di sapere (sapete la storia del più sai più ti accorgi i non sapere) Ho bisogno di elementi di confronto -sano e MATURO- non mi interessa insegnare voglio imparare anzi voglio conoscere. So per scontato che chi vuole sapere spenda (non solo vile pecunia ma tempo e sforzi) e se serve entrare nella corte del Re per avvelenarlo allora perchè non cercare uno sponsor ( magari il mio amico libraio) che copra parte delle spese? Perchè non uno spazio trimestrale per la rivista ( ragazzi vi prego tutto quello che stò scrivendo rientra sotto la voce proposta non sotto critica alla rivista il fotografo), trovare autori che rendano disponibile il loro materiale per essere "vivisezionato" , per studiare un metodo serve del materiale su cui testarlo e non è necessario magari farlo da subito su mostri sacri con costi esorbitanti ( una volta imparato il sistema lo sia datta lo si migliora e modifica o lo si cambia le vie sono infinite, così come le difficoltà sono alla bsa di un buon allenamento) mi rendo disponibile a vagliare insieme proposta concrete ( scusate l'impeto emotivo dell'ultima frase)nei blog vari leggo sempre tante critiche ( e forse è il bello della vacuità della rete) ma fatico a trovare proposte.
Caro Sandro poi il libro di Pieroni è pericoloso perchè si corre il rischio dopo averlo letto di rifugiarsi nell'antro malefico e delapidare i sudati risparmi in migliaia di infiniti Tomi introvabili procastinando così l'acquisto della favolosa Nikon D3
NB Mi spiace per gli errori ortografici che avete trovato leggendo il post ma l'ora è tarda.......il sonno incombe buona notte...
Vorrei riprendere il discorso iniziale del post di Sandro, per farmi e farvi questa domanda: ma siamo sicuri che esista in queste persone o nella collettività la "curiosità" della "conoscenza" ?
"La curiosità è una continua ricerca del nuovo, dello sconosciuto, è il tentativo di acquisizione anche di un solo tassello che si vada ad inserire nel disegno sempre incompleto della nostra conoscenza, è un sistema per aprire e rendere più elastica la nostra mente nei confronti di tutto ciò che ci circonda."
"La conoscenza è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenuti attraverso l'esperienza o l'apprendimento (a posteriori), ovvero tramite l'introspezione (a priori). La conoscenza è l'autocoscienza del possesso di informazioni connesse tra di loro, le quali, prese singolarmente, hanno un valore e un'utilità inferiori."
Ho "rubato" queste due spiegazione per essere più chiaro possibile.
Dal mio punto di vista tutto ruota lì. Le persone voglio "usare" la fotografia, nn vogliono farsi trasportare da quella passione che a volte diventa anche stile di vita.
Tutti vogliono .. tutto. Ma chi si ferma a pensare, a capire .. a mettersi in discussione.
Si cerca, in tutti i modi di coinvolgere, stuzzicare, affascinarli .. ma poi ci si confronta con il loro IO .. con mancanza di umiltà e sacrificio.
Una volta proposi al Circolo Fotografico Bustese di cambiare la serata della "discussione e lettura fotografica", in modo che i soci nn portassero solo il "file" dell'immagine per poi videoprogliettarla, ma di allegare anche la stampa e di conseguenza aggiungere l'elemento di lettura sul "come" la si è stamapata.
Già il fatto che "io" avessi dovuto proporla come "idea", vi fa capire il livello culturale di come determinate persone che sono paganti e di conseguenza soci di una Associazione Culturale di Fotografia preposta per la divulgazione di tale disciplina, siano retrogadi.
La proposta è stata bocciata ... per una loro visione contorta della "scarsa utilità e praticità".
La tua proposta declinata in questi termini, Andrea, inizia a diventare interessante. Non di semplicissima realizzazione tecnica, ma fattibile con un po' di sana fatica e di tempo a disposizione. Ci farò un pensiero molto serio per il numero 200 (dicembre 2008) prima non sarebbe possibile tecnicamente. Grazie del suggerimento.
Riprendendo in parte l'idea di Andrea potrebbe essere interessante utilizzare il web per raccogliere ed effettuare letture di portfolio degli utenti per poi pubblicare i migliori sulla rivista ( o su di un inserto e/o numero speciale trimestrale, quadrimestrale???)
Questo sistema avrebbe diversi vantaggi;
1) Per noi utenti di assistere e ricevere letture professionali ed imparare qualcosa sulla lettura degli immagini
2) Creare un movimento di opinioni e di idee e non solo di immagini sterili
3) Per i discorsi legati agli aspetti commerciali (senza soldi non si cantano messe si dice a napoli) creare un interesse di pubblico legato sia alla eventuale pubblicazione che alla sola lettura.
i miei 2 cent
Caldeggio caldamente (mii! che bruttura italiana) sia la proposta di Francesco Peluso che di Andrea il "fuso"
posso fare solo bene le proposte che espandono le possibilità di farsi un acultura fotografica
Leggo dopo un paio di giorni i commenti allo stimolante post e li trovo sinceramente deludenti. I flames iniziali avevano per lo meno il vantaggio, oltre all'oggettivo divertimento, di dare giudizi "tranchant" che svelavano (grazie allo spirito da giornalista nevvero?) il vero atteggiamento dei webnauti di fronte a un cambiamento così grande e privo di visibile governance.
Invece dopo 40 commenti la proposta (sconclusionata peraltro) è "troviamo l'ennesimo spazio on line o cartaceo per analisi sintesi commento e critica dei portfogli degli aspiranti winogrand?" Di fronte alla rivoluzione degli sguardi proponiamo una nuova fiera degli unsuccessful pitch da proporre agli amateurs del progetto infranto?
Penso che sul web, sia nata e stia crescendo, in mezzo a tutte le declinazioni dell'ego e a tutte le pressioni del mezzo, un nuovo modo di approcciarsi culturalmente alle immagini, una cultura visiva nuova (fare e guardare foto "alla flickr"); un movimento che trova radici nelle più alte espressioni culturali novecentesche (qualcuno ricorda ancora la lezione di Godard?)
Questo therefore flow non si cura dell'educazione obbligatoria e la stampa specializzata di tutto il mondo lo sta già rincorrendo, fatevi un giro fuori; ma il made in italy è morto e forse è meglio se ci cerchiamo un altro lavoro.
Io per esempio di Bresson preferisco quello vero, Robert.
ciao a tutti e grazie a Sandro per gli ottimi spunti di riflessione (ma le borse di studio segnalale un po' prima ;-)
JJ
azz pizzafellas mi hai mangiato per caso un dizionario di inglese.....
Scherzo penso che tu non te la sia presa a male.
Penso che sia inutile oltre che essere un lavoro demoniaco e irrealizzabile analizzare le migliaia di foto che arriverebbero dalal rete. Concordo in pieno con the pizzafellas quando scrive :"Di fronte alla rivoluzione degli sguardi proponiamo una nuova fiera degli unsuccessful" pitch da proporre agli amateurs del progetto infranto? (ho fatto un copia incolla per non cadere in anglofoni errori, sono già un disastro con l'italiano heheheh). Quando nel mio post scrivo "trovare autori che rendano disponibile il loro materiale" chiaramente non intendo proporre la lettura di portfoli di utenti (chiedo scusa a tutti i fotografi del national, a quelli che hanno vinto qualche worl press photo altri premi nazional-internazionali assidui lettori di questo blog chiaramente loro sono invitati a farsi avanti per farsi vivisezionare). Dai Ragazzi leggiamo un pochino oltre le righe e cerchiamo di capirci ( quanta difficoltà nel comunicare !!!! Anzi nel farsi comprendere). Quanta difficoltà leggo a rimanere in tema.
Forse a ragione the pizzafellas l'inglese è forse più diretto e da adito a meno incomprensioni.
Ho letto l'editoriale di luglio: tempo fa, per cercare aggregazione e confronto, mi sono iscritta ad un club Fiaf. Forse non era il momento adatto o non ero preparata, allora mi sono rivolta alle riviste. Dico al plurale perchè sono quattro quelle che acquisto: la sua IL FOTOGRAFO, Fotografare, Fotografia digitale facile, Digital camera. Ognuna mi offre spunti sempre diversi. Ho comprato tutti o quasi i libri della Sprea, ho letto un bel po' di libri di cultura fotografica da Gilardi, a Barthes, a Sontag , Scianna ed altri, cogliendo tutte le citazioni di Haku, di Condorelli e le sue, nel blog. Tranquillo, ho anche il libro di semiologia di Barthes, e prima o poi mi arrenderò a leggerlo, ma senza passare da Fussel... ;)
Penso che lei voglia tenere alta l' impostazione della rivista, trattare l'eccellenza e va bene, ma i principianti come me dove trovano la tecnica o il tecnicismo..4 o 5 regolette, come afferma nell'intervista? Chi glieli da? Tempo addietro mi sembra di ricordare che avesse pubblicato, ed io speravo che continuasse o specificasse le diagonali, l'orizzonte diritto, la regola dei terzi, la zona aurea.... Sbaglio? Io credo che dovrebbe dare spazio anche alle piccole cose, magari non molto, ma sempre..Non le dico di cominciare con i tempi e i diaframmi che ancora non so gestire e solo sulla digitale ma è problema mio ...un po' di a-b-c fotografico forse non guasterebbe. E la lettura delle immagini? L'ho imparata un' era fa, da sola, con gli Impressionisti, ma NON SAPEVO di insegnare la lettura delle immagini e fra l'altro mi riusciva molto bene a giudicare dall'entusiasmo che suscitava!
gabri
restando in italia, un link interessante di cui mi piacerebbe vedere i risultati:
social network site
niente colla inchiostro o cellulosa per me ;-)
a+
X Andrea il "fuso": mi puoi contattare alla mail imagination_luca@hotmail.com
grazie
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