sabato 8 dicembre 2007

Le foto di Pellegrin in galleria totalmente a scopo benefico


Da: "annalisa dangelo"
Data: 07 dicembre 2007 11:39:23 GMT+01:00A: sandroiovine@yahoo.it
Oggetto: Discussione su Paolo Pellegrin

Gent.mo Signor Iovine,
Le scriviamo a riguardo del suo commento alla mostra di Paolo Pellegrin alla galleria
CVZ di New York.
Avendo lavorato con la galleria e col signor Pellegrin alla realizzazione di quella mostra le facciamo notare che nel suo articolo manca un pezzo di informazione fondamentale e cioè che quella mostra, realizzata in occasione del lancio del libro
Double Blind negli Stati Uniti, era totalmente a scopo benefico a favore di una ONG con base in Libano, Save the Children Lebanon.
Forse lei non era al corrente di questo ed è perciò che non ne ha fatto menzione. Inoltre vorremmo anche ricordarle che le immagini vendute non sono quotate in base al soggetto, ma piuttosto in base alla dimensione ed edizione della stampa stessa.
Ora la preghiamo però, abbia la bontà e l'onestà professionale di rendere ai lettori questa importante e doverosa precisazione.
Confidando nel suo positivo riscontro le inviamo un caro saluto

Annalisa D'Angelo & Cristina Vatielli


Ricevere e-mail come questa è, in qualche modo, sempre un piacere. Da una parte perché, perdonate la vanità, può far illudere di aver ricevuto una considerazione, forse non del tutto meritata, da parte di addetti ai lavori che operano ai massimi livelli. Dall’altra, e qui parliamo di cose serie, perché consente di mettere riparo a eventuali errori di comunicazione. Sono sincero affermando che la parte di comunicazione di cui ci mettono a parte Annalisa D’Angelo & Cristina Vatielli, mi rende felice perché dimostra che Paolo Pellegrin oltre a essere lo straordinario fotografo che tutti conosciamo e apprezziamo è anche uomo sensibile e attento alle sofferenze dei suoi simili che non si limita a documentare, ma si adopera anche in prima persona per risolvere.
Non posso quindi che fare pubblica ammenda per la mancata comunicazione effettuata attraverso queste pagine. Mi spiace solo che le gentilissime Annalisa D'Angelo & Cristina Vatielli abbiano scelto di scrivere privatamente invece di intervenire direttamente nella discussione attraverso i commenti al post incriminato. D’altra parte la struttura poco chiara della piattaforma che ci ospita ha più volte messo in difficoltà i lettori di questo blog. Solo che in questo caso, supponendo sia questa la causa, Blogger ci ha regalato più di venti giorni di cattiva informazione. E mi scuso fin d'ora per la pubblicazione integrale della loro lettera che giustifico con la necessità che avverto di utilizzare le loro precise spiegazioni per chiarire i possibili fraintendimenti.
La professionalità cui si fa appello nella mail mi impone evidentemente di fare ammenda, ma d’altra parte di dare una, assolutamente bonaria, tiratina d’orecchi a quanti non hanno contribuito a rendere più evidente la più lodevole iniziativa. Personalmente sono infatti venuto a conoscenza delle pagine di CVZ Contemprary attraverso i comunicati stampa del 24, 25 luglio e 8 agosto 2007 il cui testo riguardante Paolo Pellegrin riporto integralmente di seguito:

24 luglio 2007
«Dispatches July 2007
New Releases
DOUBLE BLIND - LEBANON CONFLICT 2006 - Paolo Pellegrin. Scott Anderson and Patti Smith. 
ISBN: 978-1-904563-57-0
Binding: Softcover
Extent: 144
Format: 241 x 286
Illustrations: 80 tri-tone black
RRP: £24.95 / $45 / €9.95

Trolley is proud to announce the release of Paolo Pellegrin's work documenting the conflict in Lebanon in 2006. Featuring a written account by Scott Anderson and a contribution by Patti Smith.

Paolo Pellegrin (Magnum Photos) and journalist Scott Anderson were in Lebanon during the conflict, on assignment for The New York Times and Newsweek. Since then Pellegrin has been awarded the prestigious Robert Capa Gold Medal for this work, as well as winning First Prize in the General News category at World Press Photo, and being the recipient of the Eugene Smith award. This week he was awarded the 11th International Prize of Photojournalism at the Bienal Fotoperiodismo in Gijon, Spain, for his Lebanon work. 

The exhibition of Paolo Pellegrin's 'Double Blind' will be on at CVZ Contemporary, 446 Broadway b/w Grand and Howard, New York until Wednesday 25th July. www.cvzcontemporary.com».

25 luglio 2007
«Dispatches July 2007
New Releases
DOUBLE BLIND - LEBANON CONFLICT 2006 - Paolo Pellegrin. Scott Anderson and Patti Smith. 
ISBN: 978-1-904563-57-0
Binding: Softcover
Extent: 144
Format: 241 x 286
Illustrations: 80 tri-tone black
RRP: £24.95 / $45 / €9.95

Trolley is proud to announce the release of Paolo Pellegrin's work documenting the conflict in Lebanon in 2006. Featuring a written account by Scott Anderson and a contribution by Patti Smith.

Paolo Pellegrin (Magnum Photos) and journalist Scott Anderson were in Lebanon during the conflict, on assignment for The New York Times and Newsweek. Since then Pellegrin has been awarded the prestigious Robert Capa Gold Medal for this work, as well as winning First Prize in the General News category at World Press Photo, and being the recipient of the Eugene Smith award. This week he was awarded the 11th International Prize of Photojournalism at the Bienal Fotoperiodismo in Gijon, Spain, for his Lebanon work. 

The exhibition of Paolo Pellegrin's 'Double Blind' will be on at CVZ Contemporary, 446 Broadway b/w Grand and Howard, New York until Wednesday 25th July. www.cvzcontemporary.com».

8 agosto 2007
« Dispatches August 2007
Exhibitions
DOUBLE BLIND - LEBANON CONFLICT 2006
Paolo Pellegrin
Thursday 23rd August
6.30-8.30pm
Trolley Gallery
73a Redchurch Street
London
E2 7DJ
Tues-Sat 12-6pm
Exhibition continues until 7th September
To commemorate the first anniversary of the conflict in Lebanon in 2006, Trolley presents an exhibition of Paolo Pellegrin's award-winning work, from the recent release published by Trolley 'Double Blind.' The book also features a diary account by Scott Anderson and a contribution by Patti Smith.

Paolo Pellegrin (Magnum Photos) and journalist Scott Anderson were in Lebanon during the conflict, on assignment for The New York Times and Newsweek. Since then Pellegrin has been awarded the prestigious Robert Capa Gold Medal for this work, as well as winning First Prize in the General News category at World Press Photo, and being the recipient of the Eugene Smith award. This week he was awarded the 11th International Prize of Photojournalism at the Bienal Fotoperiodismo in Gijon, Spain, for his Lebanon work ».

All’interno di questi comunicati si rimandava a un link dove ugualmente non si fa menzione dell’iniziativa. Analoga constatazione si deve fare visitando il sito di CVZ Contemporary. L'unico accenno a un non meglio specificato supporto a favore di Save the children Lebanon appare oggi qui, dove però non si parla del fatto che la mostra fosse totalmente a scopo benefico, ma semplicemente si dice in modo assai generico The exhibition will support Save the Children (Lebanon). Di fatto se si prova oggi (9 dicembre 2007 )a verificare la diffusione della notizia in rete si ottengono i seguenti risultati:
Risultati 1 - 5 su 5 per "Save the children Lebanon"+Pellegrin. (0,13 secondi)

FOTOGRAFIA: PARLIAMONE!: Le foto di Pellegrin in galleria ...
Le scriviamo a riguardo del suo commento alla mostra di Paolo Pellegrin alla galleria ... a favore di una ONG con base in Libano, Save the Children Lebanon. ...
sandroiovine.blogspot.com/2007/ 12/le-foto-di-pellegrin-in-galleria.html - 148k - Copia cache - Pagine simili

FOTOGRAFIA: PARLIAMONE!
Le scriviamo a riguardo del suo commento alla mostra di Paolo Pellegrin alla galleria ... a favore di una ONG con base in Libano, Save the Children Lebanon. ...
www.sandroiovine.blogspot.com/ - 220k - Copia cache - Pagine simili

FAI INFORMAZIONE - ULTIME NOTIZIE - EDITORIA SOCIALE - SOCIAL ...
Le foto di Pellegrin in galleria totalmente a scopo benefico ... a scopo benefico a favore di una ONG con base in Libano, Save the Children Lebanon. ...
fai.informazione.it/detailcom. aspx?id=dc6058b8-b926-44f0-a4b3-4784a7df3706 - 44k - 17 ore fa - Copia cache - Pagine simili

Trolley News
- [ Traduci questa pagina ]
The exhibition will support Save the Children (Lebanon).read more ... Trolley has recently published Pellegrin's work as a book released this July, ...
www.trolleybooks.com/trolleynews.php - 25k - Copia cache - Pagine simili

feedest: read this feed: Diggita / prima pagina
Le foto di Pellegrin in galleria totalmente a scopo benefico ... a scopo benefico a favore di una ONG con base in Libano, Save the Children Lebanon. ...
www.feedest.com/feedRead.cfm/feed/505547745C
- 142k - Copia cache - Pagine simili
E come è evidente quattro su cinque risultati sono direttamente riferibili a questo blog. Insomma mi pare abbastanza grave che un’informazione preziosa per la valutazione dell’operazione nel suo complesso non venga resa nota al pubblico. Constatazione che mi induce ad apprezzare ancora di più la gentile lettera di Annalisa D'Angelo & Cristina Vatielli che ringrazio ancora per la doverosa precisazione che mi affretto a riportare.
Mi viene però, sempre in tema di precisazioni, spontaneo sottolineare come nel post cui fanno riferimento non sia mai stato scritto che la quotazione sia in relazione al soggetto. Mi sono infatti sempre limitato a constatare come quasi sempre a grandi dimensioni corrispondesse una certa tipologia di soggetto. Cosa ben differente dall’affermare che la quotazione venga effettuata in base al soggetto. Di seguito ho specificato che a mio avviso non si trattava che di una coincidenza e che le valutazioni erano state espresse solo in funzione al contenuto artistico delle immagini, espressione che mi pare un po’ più rispettosa del lavoro di Paolo Pellegrin di una che sottintenda che il prezzo è funzione unicamente di dimensioni e tiratura. Infine la notazione sui possibili dubbi scaturiti dalla navigazione del sito di CVZ Contemporary era evidentemente relativa alle modalità comunicative impiegate nel sito stesso. Perplessità che la gentile lettera di Annalisa D'Angelo & Cristina Vatielli non contribuiscono a dirimere, accentuando anzi lacune su aspetti, che probabilmente sono ininfluenti per il mercato dell’Arte, ma appaiono assai più rilevanti nelle valutazioni di ordine etico, cui peraltro intendeva riferirsi il post. In altre parole, perché rischiare di apparire cinici sfruttatori della sofferenza altrui mentre invece si sta cercando con il proprio lavoro di aiutare chi soffre? Personalmente, se fossi al posto di Paolo Pellegrin credo che sarei davvero molto irritato, ma forse più che con Sandro Iovine e il suo ininfluente blog, con chi non ha fatto in modo che le ragioni del proprio operato fossero evidenti.
Ah, quasi dimenticavo... l'oggetto del post in questione non voleva essere il commento a una mostra che, non avendo avuto la fortuna di visitare personalmente, non potrei certo permettermi di commentare.





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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile direttore mi sembra che siamo alle solite!
La sua lucidità, per fortuna, chiarisce a noi tutti
che il tentativo di giustificazione lascia il tempo che trova.
D'altronde credo il Signor Pellegrin avrebbe potuto scegliere
ben altre immagini per il suo lodevole scopo.
Con profonda stima e sperando che le voci nel deserto possa
diventare sempre di più le lascio i miei saluti. Mario.

Anonimo ha detto...

Se non e' chiaro, questa gente non ha ancora capito che si discuteva sul risvolto etico del contenuto delle immagini; o forse finge di non capire e tace sulla sostanza.
Io sono abituato all'antica, penso che se si vuole trasmettere un messaggio per immagini, e' sempre meglio, nel nostro tempo che e' fatto di ambiguita', di sospetti, di letture piu' o meno forzate tra le righe, ecc ,e' meglio, dicevo, specificare gli intenti, chiarire le posizioni : si', certe immagini possono parlare da sole, ma si e' sicuri che gli interlocutori abbiano tutti a disposizione un identico codice interpretativo? Uno si spiega, accompagna le immagini con un testo chiaro, spiega i punti di vista e (ora ci vuole) il progetto, e non verra' mai frainteso, nel bene e nel male.
Perche' purtroppo spesso si offrono immagini che corrispondono a quelle che i fotoamatori fanno, cosicche' questi fotoamatori, trovando sulle riviste di settore i tramontini alla portata di tutti e i soliti reportage su immigrati zingari mendicanti e vecchi, si compiacciono e si credono artisti. E' quello che muove il mercato, che fa vendere riviste, che faceva vendere pellicole e accessori fotografici, che oggi fa ancora vendere fotocamere digitali sempre piu' potenti.
Nel caso dei cadaveri si tratta di un tipo di reportage che non e' alla portata di tutti, perche' bisogna essere reporter di guerra, pero' il rischio e' che i fotoamatori subiscano il plagio relativo alla convinzione che per aver successo basta saper fotografare bene e creativamente il macabro, e questo non e' un bel servizio reso all'educazione visuale, alla cultura ecc.
Insomma e' come se un ente ospedaliero, a fini di beneficenza, un giorno decidesse di mettere in vendita i calcoli biliari asportati ai pazienti, scegliendo tra quelle pietruzze che avessero i colori piu' belli e la forma piu' perfettamente sferica o viceversa piu' stravagante, a testimonianza della creativita' della natura.
Ma perche' Pellegrin non spiega le sue motivazioni per i suoi cadaveri? non lo capisco e da ora in poi me ne frego di lui e delle sue foto.
Badiamo bene, l'orrore nell'arte c'e' sempre stato, senza problemi : ma un quadro un disegno una scultura rappresentano un sogno, un incubo, un desiderio, laddove in fotografia il referente reale, ad onta di tutti i sofismi cerebrali che si vogliano, e' sempre incombente dalla ripresa alla postproduzione!
Non mi meravigliero' se squadre di giovani fotoamatori cresceranno , anagraficamente culturalmente e professionalmente, grazie a cumuli di immagini macabre, sin da ora fregiate dal timbro distintivo di "ARTE"

Anonimo ha detto...

Direttore mi può spiegare il senso di quest'ultimo post? Alcuni giorni fa ci ha raccontato che in una galleria di New York sono acquistabili "quelle" immagini del nostro Pellegrin, che si è emencipato dal ruolo di fotogiornalista per elevarsi a quello di artista. Mi pare ancora che noi lettori del blog lontani dal mettere in dubbio la qualità e la forza delle foto di Pellegrin ci siamo chiesti quale fosse il valore etico di questa operazione, e adesso lei pubblica una lettera di rettifica sostanzialmente per dirci è tutto vero, ma lo scopo è benefico! Prima di tutto si rettificano informazioni sbagliate e qui non mi sembra il caso, in seconda istanza mi viene il dubbio che le signore che le hanno scritto non abbiano realmente letto il suo commento: non si sono accorte che non ha mai parlato dell'opportunità della mostra di Pellegrin, di più non ha mai parlato della mostra, che anzi rappresenta il punto di arrivo del lavoro di un fotografo che deve raccontare una storia.

Allora proviamo a rispiegarlo: qui si discuteva dell'opportunità che un'immagine che racconta il dolore e la morte di un essere umano venga prezzata, venduta e piazzata sul camino di casa o in qualsiasi altro posto estrapolandola dal suo contesto come una foto di Sill Life. Beh adesso sappiamo che non viene dato un prezzo al contenuto, ma alle dimensioni, signore magari avete scelto il modo sbagliato di raccontarcelo, ma il vostro messaggio recita: non è il contenuto che viene assurto al grado di arte degna di una galleria, ma le misure della cornice... bene allora è tutto a posto, si vendono le dimensioni, non il soggetto...Pellegrin ringrazia, a proposito lo sa? Ma il punto è ancora un altro, gentili signore che ci avete illuminato con le vostre indispensabili precisazioni davvero riuscite a sostenere che se la sofferenza viene mercificata per "scopi benefici" questo giustifica l'operazione, non le foto di Pellegrin badate bene, ma l'operazione della galleria, che voi e l'autore avallate. Beh noi parlavamo di questo e no, il fine non giustifica il mezzo soprattutto quando il mezzo è un uomo.

barbara ha detto...

Claudia M. mi ha rubato le parole di bocca! Personalmente, non ho riconosciuto in questo post le parole del Sig. Iovine, e spero, anzi penso, che sotto sotto (ma forse non troppo sotto, in realtà), ci fosse dell’ironia in quello che ha scritto… per il resto, posso solo dire che anch’io concordo con il fatto che “il fine non giustifica i mezzi” e che, per quanto umanitario possa essere l’intento, vendere per gente più o meno intellettualoide che si porta a casa, sopra il caminetto del suo salotto, l’agonia di persone di cui ora rimane un corpo o un pezzo di corpo impressionato su pellicola, non so fino a che punto possa essere umano o “umanitario”, nemmeno se i fini sono lodevoli – anche se personalmente, ma è solo una mia opinione, nutro sempre dei sospetti, specie se si tratta di qualche migliaia di dollari… ma è solo una mia futile e banale opinione… - generalmente non mi piace commentare quanto ha scritto e pensato qualcun altro, piuttosto mi limito a esprimere un mio pensiero: per questo mi limito a sperare che forse il Sig. Iovine è stato costretto sotto minaccia d’arma a mandare pubblica rettifica, pur lasciando sottintendere tutta la sagacia del caso

sandroiovine ha detto...

Vorrei specificare a vantaggio di quanti fossero eventualmente affranti per le sorti dell'umile estensore di questo blog, che il suddetto estensore non ha ricevuto minacce da nessuno. Solo una cortese lettera di precisazioni privata che ha deciso fosse corretto nei confronti di Paolo Pellegrin e delle sue cortesi collaboratrici rendere pubblica. Sulla base di questa lettera, sempre il suddetto estensore, ha ritenuto opportuno procedere alle giuste rettifiche, sottolineando la discrezione avuta dagli interessati nel non comunicare trionfalisticamente il senso benefico dell'operazione...

Daniele Alamia ha detto...

Premetto che non è mia intenzione trasformarmi nell'avvocato difensore di nessuno, neanche di lei caro direttore, vorrei soltanto esprimere il mio pensiero.
Iniziative benefiche se ne fanno davvero tante e un pò ovunque, a tutti i livelli, fra la gente comune o fra le star di hollywood. Dallafiera di beneficenza del quartiere, dove si sorteggiano oggetti vari, sovente paccottiglia, che alcune persone hanno "ANONIMAMENTE" donato per fare un po di cassa per la parrocchia.
poi ci sono le GRANDI kermess (l'avrò scritto giusto? mah!) dove GRANDI firme della moda vendono i loro GRANDI abiti (sovente paccottiglia) a prezzi stratosfrici, con la differenza che questi ultimi eventi vengono ben sponsorizzati, strombazzati e mandati in tv, in fascia "protetta"!!!
Poi c'è chi fa beneficenza scalando soldi di tasse da pagare, ed in genere si tratta di personaggi famosi, le cui dichiarazioni vengono pubblicate dai giornali. Intendiamoci bene: è tutto ok, l'importante è che i soldi siano spesi altrettanto bene o che le associazioni beneficiarie possano avere un concreto aiuto... sul giudizio da dare sulle varie iniziative..... ogniuno giudichi da sè.
Premettendo però che questi non sono i soli modi di fare beneficenza mi pongo una domanda: è corretto utilizzare immgini macabre (perdonatemi ma non riesco ad utilizzare altri termini) anche se per onorabili fini, le quali sollevano apriori il sospetto di alimentare una cultura della violenza già troppo propagandata, troppo strombazzata in faccia a tutti noi, che peraltro sembriamo morbosamente interessati a vedere di più, piu a fondo, ad usare noi stessi il bisturi per tagliare ed aprire....
Voglio dare credito al fotografo, sono sicuro che egli ci ha voluto mostrare la guerra come la massima forma di crudeltà, farci sentire l'orrore "sottopelle", immagino volesse farci riflettere sull'assurda inutilità di tutto ciò e sul peso che questi corpi, questi brandelli umani dovrebbero avere nella nostra coscenza.... immagino (del resto lui non mi sembra lo abbia spiegato).
ma perchè allora una galleria d'arte.... il brandello sul caminetto eletto a "oggetto cult".... l'orrore svenduto a piu o meno (a seconda della GRANDEZZA) a bassoprezzo? e poi utilizzare a fini umanitari il frutto di cotanta arte?
Una volta Ferdinando scianna mi disse una cosa che ancora oggi condivido molto, mi disse che la Fotografia non è un'arte ma un MESTIERE (con tutte le implicazioni che questa parola si porta dietro). mi disse: " l'unica ragione che mi può far accettare che le mie foto siano considerate oggetti d'arte è la lievitazione della cifra scritta sul cartellino del prezzo".
Saluti a tutti.
Daniele

Anonimo ha detto...

Siamo a cospetto dei soliti uffici stampa che non informano e che si risentono anche. E' chiaro che la nuova notizia non inficia minimamente la discussione che si stava facendo su questo blog, e che era incentrata- faccio mia una bella frase di Claudia M- "sull'opportunità che un'immagine che racconta il dolore e la morte di un essere umano venga prezzata, venduta e piazzata sul camino di casa o in qualsiasi altro posto".
Che questo sia fatto per scopi benefici, per la nostra discussione è irrilevante, per una completezza dell'informazione è invece rilevante. Non mi soffermo sulla nostra discussione, perchè il mio pensiero è da voi conosciuto ampiamente. Mi sovviene pensare solo che un "cadavere" da millenni è venduto e rivenduto senza che nessuno ci trovi niente da ridire, ma questa è un'altra storia... Torno alla rilevanza del fatto per ribadire che troppo spesso gli uffici stampa sono affidate a persone che saranno senzaltro plurilaureate, con vari master al loro attivo, ma che poi all'atto pratico non conoscono il mestiere. Ma caro direttore, mi consenta una piccola perplessità. Possibile mai che si erano "dimenticati" di dire che le vendite erano per scopo benefico? Stiamo parlando di Paolo Pellegrin, non di un pinco pallino qualsiasi. Non sarà che il clamore suscitato abbia "consigliato" di trovare la scappatoia benefica?

sandroiovine ha detto...

Rawnef, visto che mi chiami in causa intervengo per la seconda volta. Certo il tuo sospetto ha sfiorato la mente di tutti… ma, è solo colpa della cronaca ci ha abituato a dover pensare come reali supposizioni del tipo di quelle che proponi.
La risposta, però, è nelle tue stesse parole: Paolo Pellegrin non è un Pinco Pallino qualsiasi e non posso e non voglio pensare che ricorra a mezzucci di profilo così infimo.
Magari dietro tutta la questione c’è solo un atteggiamento schivo da parte di Pellegrin nel pubblicizzare il proprio concreto impegno sociale o un insufficiente impegno da parte degli uffici stampa.
Certo sapendolo prima, e soprattutto in presenza di altri soggetti, magari avrei fatto un pensierino anche io all’acquisto di una fotografia il cui ricavato avrebbe aiutato Save the Children Lebanon. E questa presumo sia una considerazione estensibile a molti altri.
Ma tutto ciò, come tu stesso sottolinei, ha davvero poco a che vedere con la discussione iniziale e non ne inficia certo il senso.