martedì 1 gennaio 2008

Basilico Parking


Avvicinare una città alla fotografia è certo un’azione meritevole da parte di un’Amministrazione. A fronte di una perdurante difficoltà ad accettare la frequentazione di luoghi deputati alle esposizioni, l’Amministrazione meneghina ha pensato bene di sfruttare i lavori di riqualificazione della zona Porta Nuova per esporre immagini di uno dei più noti fotografi contemporanei: Gabriele Basilico. Milano si mostra. 1 Km con Gabriele Basilico è il titolo di questa operazione culturale, una retrospettiva che mostra alla cittadinanza parte dell’immenso repertorio del fotografo testimoniandone contemporaneamente l’amore per il capoluogo lombardo.
In pratica le immagini di Basilico ricoprono per circa un chilometro le recinzioni dei lavori. In altre parole al posto del classico nastro di bandone è stata collocata intorno all’aerea dei lavori una ben più costosa recinzione alla quale sono state applicate delle stampe di grandi dimensioni delle opere di Basilico.

Difatti alle buone intenzioni si contrappongono le leggi della giungla cittadina. Le immagini che vedete sono state fatte l’ultimo giorno dell’anno, quindi in una condizione non ottimale di traffico e conseguenti problematiche di parcheggio. Beh è facile notare come molte delle immagini di Basilico siano coperte dalle macchine parcheggiate sui marciapiedi di via Galileo Galiei. Una cosa che tutto sommato non rende certo merito al valore del fotografo e delle sue immagini, anche perché la situazione in giorni differenti dal 31 dicembre è ben peggiore…

Se in realtà non si può parlare di disattenzione perché in realtà le auto non dovrebbero certo parcheggiare sui marciapiedi (d'altronde con i problemi relativi al traffico di una città come Milano non era certo difficile prevedere un esito del genere), forse non è proprio l’unica disattenzione prestata.

Basta vedere la centralina (elettrica?) davanti alla fotografia, o, molto peggio, il foro destinato a consentire la visione del cantiere nella barriera… Un foro che va a ritagliare una parte dell’immagine e non in una zona di cielo, ma in un’area dove ci sono informazioni…
Con tutta la comprensione possibile per la messa in opera di un progetto del genere, rimane oscuro come possa essere stato accettato da Basilico un compromesso del genere. Ancora una volta c’è da chiedersi se la tragicamente consueta approssimazione non risulti penalizzante nei confronti di un’idea in sé potenzialmente positiva. Se poi si pensa che comunque un’operazione del genere di sicuro ha un costo, tra quello vivo dell’installazione e quello che mi auguro sia stato corrisposto a Gabriele Basilico, la storia assume connotati un po’ meno giocosi. Ma magari il Corrierone nazionale riuscirà a dire che la mostra ha avuto qualche milione di visitatori, come fece qualche anno fa in occasione della mostra di Yann Arthus-Bertrand in via Dante. Considerato poi l’interesse dimostrato quotidianamente dai passanti, il tutto ha davvero l’aria di essere stato un investimento riuscito.




Dall'alto:

Milano si mostra. 1 Km con Gabriele Basilico, in via Galileo Galilei. © Sandro Iovine.

Il cantiere dei lavori coperto dalle recinzione in via Galileo Galilei. © Sandro Iovine.

Le auto parcheggiate sui marciapiedi di via Galileo Galilei che impediscono la visione delle immagini di Gabriele Basilico. © Sandro Iovine.

Oltre alle auto le paline di segnaletica verticale non rendono certo agevole la visione delle immagini negli stretti marciapiedi di di via Galileo Galilei. © Sandro Iovine.

Una centralina davanti alle immagini, un ulteriore ostacolo alla visione delle fotografie in via Galileo Galilei. © Sandro Iovine.

Un foro nella recinzione permette di di vedere lo stato di avanzamento dei lavori del cantieri nella recinzione deturpando l'immagine di Gabriele Basilico. © Sandro Iovine.





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15 commenti:

Anonimo ha detto...

operazione decorativa, autocelebrativa, oltretutto malriuscita. la strisciata di foto è una sorta di grigioverde accompagnamento per chi sia incolonnato nel traffico e sia costretto così a trascorrere minuti e minuti ad attendere il suo turno di semaforo verde. "spettacolare" l'autoreferenzialità dell'idea che sta proprio a mascherare e forse "nobilitare" ulteriormente il cantiere di un progetto su cui le polemiche non mancano... basta aver visto report del 18 novembre 2007: showroom, uffici, alberghi, un'altra sede della Regione Lombardia... il parco? la metà del previsto rispetto alle cubature degli edifici (altissimi) che sorgeranno.
è triste da ammettere, ma Basilico in questa esposizione di sciatteria e speculazione non dimostra di aver a cuore questa città e purtroppo nemmeno il proprio lavoro.

Anonimo ha detto...

È il peggio.. del meglio! paragoniamo le coperture dei ponteggi dal '90 ad oggi:sono
migliorate, se non altro per le strutture comunali più visibili. Tenendo conto dell'inevitabile
futuro expò, l'operazione può avere un senso. Che poi il parcheggio selvaggio non abbia
più limiti, e se ne fregherà sempre di qualsivoglia iniziativa, non fa che evidenziare un problema culturale e urbanistico più profondo e legato alle crescite metropolitane globali.
Basilico non riuscirà a far spostare le auto, neanche i vigili!!!!!
Giusto non eccedere sulle prebende esagerate! Ma un placet sulla iniziativa (questa volta,
secondo me, ingenua e dispendiosa), modificabile in meglio ovviamente, ci può stare.

Ovviamente, da fotografo milanese pragmatico, ci sta anche: ma perchè come al solito non
ci appiccichiamo sù dei bei poster pubblicitari, che il comune ci guadagna, gli artigiani
della categoria lavorano e "i milanees paghen men de tass, alla faccia del Basilico"??

Besos, salud y felicidad al direttore megagalattico. Buon8

C.

Anonimo ha detto...

Certo non si può dire le opere di Basilico abbiano la meritata considerazione da parte del pubblico; è ovvio che all'interno di una location così, tanto dell'opera si perde. Però vorrei riflettere su una cosa: si è scelto di esporre delle fotografie e non dei cartelloni pubblicitari. Questo può sembrare poco ma credo che sia meglio di niente; si sa benissimo che per far aprire gli occhi alla "massa", ci vogliono grandi sforzi e tempi biblici e questo credo che sia un piccolissimo passo. Certo, piccolissimo, ma comunque un passo.
Faccio un esempio per far capire com'è la realtà in altre città, riguardo alla fotografia. A Brescia, in sala Piamarta, quartiere Carmine, c'è stata una mostra di Sebastiao Salgado che non è stata quasi per nulla pubblicizzata.... La mostra è stata organizzata da Volontarisenzafrontiere, un'associazione che con sforzi notevoli, è riuscita a portare le stampe del Maestro, a Brescia. Vedete quindi che ci sono città dove la situazione è un po' più grigia per quanto riguarda la fotografia.... Buon anno a tutti.

Anonimo ha detto...

Tre e solo tre cose mi è stato concesso di dire a proposito dell'installazione di Basilico:

1. Scarsa sensibilità da parte dell'amministrazione pubblica milanese a conferire all'installazione la 'iusta dignitas' intermini di allocazione (troppo basso/alto, nascosto…?)....denotando uno scarso ‘senso del soldo…..pubblico’ (e poi dicono che in Italia che non ci stanno i soldi) ... che non sminuisce l'operato dell’Artista quanto esalta la demenza 'senile' dell'amministrazione stessa .

2. Non si dimentichi che anche le opere 'mobili' (nella fattispecie automobili e arredamenti urbani diligentemente scelti da catalogo * ) sono inseriti nella cornice di una città (che come tante altre città italiane, più o meno grandi, sono mal gestite e caotiche) costituendone la cifra significativa del luogo o come è di moda chiamarlo oggigiorno tra intenditori (vedi la pubblica amministrazione) il ‘genius loci’.
Quindi il 'progetto artistico' , da un punto di vista ‘allargato’ (bellezza delle foto da 'scenario' et circostanziata inciviltà), trova la sua ragione d’essere proprio perchè risulta mutilato e/o circondato da oggetti disturbatori .... conferendo alle immagini stesse di BASILICO (degne di una attenta e assestante analisi) maggiore forza.. ATTENZIONE!!! Non che le foto dell’Autore avessero bisogno di queste 'cosucce' per essere gustate a pieno ... semplicemente questa contrapposizione tra foto di una Milano quasi amena, atemporale (resa attraverso un ‘nastro-dono’ in scala di grigi che avvolge il cantiere…speriamo che non sia il solito pacco) e la convulsità di un’altra Milano commercialmente contemporanea (macchine e fori e centraline elettriche o telefoniche) creano questo dialogo antitetico niente male

*non si pensi, per favore, che sto dicendo che queste ‘effluorescenze’ siano state messe appositamente la per creare ‘maggiore contrasto’!!!!!


3. Terza osservazione non ultima per importanza: anche la fotografia ha acquisito quella natura ‘commerciale’ tipica dei ‘’pacchi dono’ natalizi; forse, ahimè, in attesa di essere riciclati come si fa appunto con i doni non graditi…… ‘margaritas ante porcos’

E poi dicono che certe cose le pensano (evviva Cartesio!) e le fanno (che è ancora peggio) solo in Sicilia…..

Anonimo ha detto...

è vero avrà poco impatto ma a me piace pensare che una persona su 1000 magari si sia informata ed è andata a cercare informazioni su Basilico.

Poooi...io non avrei mai messo le mie foto intorno al cantiere di un progetto scandaloso e malpensato all'italiana, come quello in questione.

Anonimo ha detto...

in effetti la zona dove sono state esposte e' ad alto traffico e difficilmente si puo' soffermarsi a guardare con attenzione, soprattutto se ci sono macchine parcheggiate davanti. Io ci passo spesso da melchiorre gioia ma non son ancora riuscito a vederle.
L'idea della mostra fotografica all'aperto tipo quelle in via Dante e' buona per diffondere la cultura fotografica, ma nel caso delel foto in Porta Nuova ho i miei dubbi
ciao

Anonimo ha detto...

L'idea da parte dell'amministrazione non è male, da un lato offre la possibilità di vedere quello che al momento, piaccia o meno, è uno dei migliori fotografi di architettura.
Purtroppo le foto da quello che vedo (e non faccio fatica a credere) sono posizionate in punti poco felici. Forse l'idea andava approfondita e pianificata con maggior dettaglio, ma come viene fatto notare nell'articolo, a Basilico questo compromesso è andato giù.

K

sandroiovine ha detto...

Per correttezza ci tengo a chiarire che le immagini si riferiscono solo a via Galileo Galilei, anche se, come specificato, in un giorno in cui il traffico e i parcheggi non mettevano in atto lo scempio che si può verificare quotidianamente. Nel senso che nei normali giorni feriali la situazione è ben peggiore. In altre zone dellamostra la visibilità, a livello di macchine in sosta, è maggiore, anche se non si capisce bene chi possa fruirne. Passando in macchina si hanno troppi ostacoli visivi e troppo poco tempo per capire a cosa si sta di fronte. A piedi i marciapiedi sono quasi ovunque troppo stretti per consentire una visione a distanze adeguate senza correre il rischio di essere investiti.

Anonimo ha detto...

è talmente ovvio che non siano visibili decentemente dal marciapiedi... ah ma forse l'amministrazione sapeva... sapeva che qualcuno avrebbe parcheggiato come sempre e quindi avrebbe indotto il passante-pedone a farsi spettatore alla corretta distanza scendendo dal marciapiedi e allontanandosi dalle gigantografie... mirabile sapienza dell'amministrazione milanese.
le foto si vedono stando seduti in auto, in coda ai semafori come tutti possiamo constatare, ma forse l'amministrazione si augura/va che lo spettatore pedone sdilinquito per il bianco e nero al verde si getti in mezzo alla strada fermando il traffico per vedere le gigantografie dell'archivio di Basilico e scoprire finalmente come era quella zona di milano o un'altra un po' di anni fa... forse però lo spettatore-pedone, oltre ad augurarsi di non dover percorrere a piedi quelle zone di traffico disordinato e stagnante minacciando la già precaria salute dei suoi polmoni ad alto contenuto di polveri sottili, forse cerca di passare più in fretta che può e quando da lontano si accorge delle foto si chiede: ma perché impacchettano un cantiere con paesaggi uguali a tutto quello che ho attorno? come si può pretendere di attrarre in questo modo una qualche forma di attenzione alla fotografia? come si fa a capire di cosa si tratta? e questo sarebbe un modo per divulgare?? e infine, come si fa a non capire come è evidente dalla prima foto di Iovine, che, anche se non ci fossero le macchine parcheggiate sul marciapiedi del povero pedone, le foto sparirebbero all'attenzione sotto la sgargiante tracotanza dei cartelloni pubblicitari?

Anonimo ha detto...

la differenza più grande tra le foto esposte da basilico e quelle esposte al duomo, è che le sue sue stanno al fianco della strada. camminando, non guardo a destra e a sinistra, guardo in avanti. quelle al duomo invece, in cordusio e via dante, sono esposte in "mezzo" alla strada, si scontrano direttamente con il tuo sguardo, vieni attratto dai colori maggiorpartemente lucidi e dai motivi mozzafiato..
quelle di basilico rappresentano la triste realtà di milano, una realtà che a mio avviso sta bene solo con il bianco&nero, una realtà che tutti conosciamo...
riguardo al sondaggio: mi aggrego alla maggiorità(risposta nr. 3)..

Anonimo ha detto...

ho letto in un secondo momento i commenti all'articolo e la maggior parte, se non tutti, mi sembrano decisamente pretestuosi, per la serie "devo per forza trovare il pelo nell'uovo". a ben rifletterci anche l'articolo non si discosta molto da questo filone con il suo facile allarmismo riguardo al perchè l'autore abbia dato il benestare alla "mostra" e riguardo al problema delle auto parcheggiate davanti alle foto, problema risibile dato che viene presentata giust'appunto la situazione nell'unico tratto di via dove questo accade, tralasciando del tutto l'ottima visibilità che le foto hanno sull'ampia parte restante del percorso...

comunque copioincollo il commento che avevo lasciato poco fa su flickr: "non potevo che votare positivamente nei confronti dell'iniziativa, sono passato spesso dalle cesate di porta nuova e devo dire che ho sempre trovato molto divertente trovarmi nel mezzo di una mostra interessante da un momento all'altro quasi per caso, poi tra l'altro non conoscevo molto su basilico, avevo visto solamente qualcosa su beirut e bord de mer, invece questa nutrita serie di foto su milano è stata una piacevole sorpresa

per quanto riguarda l'articolo devo invece confessare che mi sembra eccessivamente allarmistico, lo stesso basilico ha definito questa iniziativa come un interevento di "public art" e ironico ha precisato:"È la prima volta che espongo per strada, la mia invidia per graffitari e artisti alla Keith Haring non ha più ragione di essere. Mi aspetto che le foto vengano vissute con creatività. Mi auguro pochi spegasci. Mostro la città che non c'è più intorno alla città che ci sarà"

sempre parlando dell'articolo trovo, come dicevo, i toni un po' esagerati, in fondo per la maggior parte del tragitto su cui si snodano le foto non ci sono mai macchine parcheggiate o altri impedimenti e la "visita" risulta gradevole"

Anonimo ha detto...

Certo definire "istallazioni" i pannelli di recinzioni con le opere di Gabriele Basilico, mi sembra quantomeno azzardato, ma li trovo "innovativi". E' sicuramente un'ottima operazione di marketing e, concordo con gugle, molti si documenteranno sul suo autore, che è sicuramente conosciuto dagli addetti ai lavori, ma non dalle persone comuni. Sinceramente non starei a cavillare molto sui fori in posizione non ottimale rispetto alle foto e sulla presnza di auto in sosta. In Italia, con tutto il rispetto delle opere di Basilico, le auto sono parcheggiate anche davanti a "location" di ben altro spessore

Anonimo ha detto...

Sempre pronto ad accettare tutto quello che ti mettono nel piatto, vero rawnef?

Anonimo ha detto...

Fino ad oggi il sondaggio vede prevalere prepotentemente il giudizio : non serve a niente perche' praticamente nessuno sa di chi siano le foto.
Allora non capisco : se tutti quelli che passano conoscessero Basilico e sapessero riconoscere il suo stile e le sue immagini, l'operazione a priori sarebbe inutile. Credevo che diffondere la fotografia significasse anche portare gli ignari a prendere coscienza di una cosa, di un fatto. allora dovremmo giudicare l'operazione culturale ( se c'e') dietro il km di foto :e' stata propagandata a dovere, per sollecitare la curiosita' degli amanti della fotografia e di quelli che lo sono in nuce?
questo e' interessante sapere, ovvio che la stragrande maggioranza della massa che passa se ne freghera', come sempre di Basilico e di altri cento meglio di lui.
quindi credo che il fatto che nessuno sappia chi e' Basilico non e' un parametro per giudicare il km.

Anonimo ha detto...

Keep up the good work.