sabato 6 gennaio 2018

Un po' di attenzione... per favore

Propaganda con le immagini



Davvero bisogna essere sempre diffidenti nei confronti delle immagini quando ci passano sotto gli occhi?
Eleggere costantemente il sospetto a ragione di vita è probabilmente la manifestazione sintomatica di una sindrome paranoide, ma essere un po' più vigili di certo non fa male.

Non più tardi di ieri, in risposta all'invito alla presentazione di un libro cui il mio interlocutore non poteva partecipare, mi è stato chiesto se non avremmo trasmesso in diretta l'evento. Impensabile fino a pochi anni fa, eppure oggi si fa con un click, o meglio ancora con un tap. Ovvero: oggi tutti con un semplice smartphone siamo in grado di offrire immagini e testi, perfino dirette audio e/o video. In altre parole tutti possiamo produrre informazioni in tempo reale.

La sovrabbondanza di fonti potenziali richiede maggior vigilanza da parte di tutti noi utenti. Se iniziamo a osservare possiamo scoprire che spesso dietro foto o video di pochi secondi, innocui e spensierati, si nascondono una regia precisa e finalità di coinvolgimento tutt'altro che innocenti. La propaganda è tanto più efficace quanto meno risulta identificabile come tale. 

Pervasiva e priva di confini, la comunicazione che usa l'immagine è impiegata dai politici per catturare consenso. Ad amarla in modo particolare pare siano i sindaci, considerato che viene utilizzata tanto dal sindaco di Bari quanto da quello di Beziers, nella Francia del Sud. Ma non la disdegna nemmeno Papa Francesco o (e chiedo venia per l'accostamento blasfemo) una grande multinazionale come la Monsanto. Anche dietro immagini banali come un autoscatto inneggiante alla pace in Medio Oriente si possono potenzialmente nascondere strategie di coinvolgimento alla propria causa: basta montare il caso e fare in modo che toccando i tasti giusti questo venga ripreso dalla stampa internazionale. L'importante è non fermarsi alla patetica solidarietà per chi è effigiato nell'immagine, ma chiedersi se chi ha lanciato per primo la notizia possa avere o meno interesse a far sì che divenga latrice di sdegno verso una delle parti coinvolte.

Insomma senza diventare paranoici, proviamo a essere semplicemente un po' meno disattenti.




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