lunedì 20 agosto 2007

RoveretoImmagini: dieci fotografi per la pace





RoveretoImmagini
Fino al 16 settembre 2007-08-20
In mostra immagini di Gianni Berengo Gardin, Ivano Bolondi, Francesco Cito, Mario De Biasi, Ernesto Fantozzi, Stanislao Farri, Mario Lasalandra, Nino Migliori, Giorgio Rigon, Giuliana Traverso


APT Rovereto e Vallagarina
Corso Rosmini,6
Rovereto
Tel. 0464-430363
Fax 0464 435528
e-mail info@aptrovereto.it
Internet www.aptrovereto.it






1 - Gianni Berengo Gardin
2 - Ivano Bolondi
3 - Francesco Cito
4 - Mario De Biasi
5 - Ernesto Fantozzi
6 - Stanislao Farri
7 - Mario Lasalandra
8 - Nino Migliori
9 - Giorgio Rigon
10 - Giuliana Traverso




7 commenti:

Anonimo ha detto...

per ora, soltanto grazie, di nuovo...

Anonimo ha detto...

Mi è molto piaciuta la metologia attraverso la quale questa segnalazione è stata effettuata, come sempre senza mai tralasciare la critica (a mio parere pensata e costruttiva)..mi sa che ho trovato una meta per questo week-end!
manuela sinigaglia

Anonimo ha detto...

Sono d’accordo con Manuela e credo che un fine settimana tra i monti del Trentino, le sale del Mart e le vie di Rovereto siano un ottimo programma. Encomiabile anche l’iniziativa di una città che mette a disposizione lo spazio urbano per una mostra per tutti e a tutti rivolta e che a guardare il video pare essersi integrata perfettamente nel quotidiano di questa cittadina di provincia e dei suoi abitanti che sembrano perfettamente a loro agio nel muoversi tra scene di guerra e messaggi di pace, che dire suggestivo. Certo i nomi sono quelli dei soliti noti, e alcune immagini sembrano ammiccare più a muti muri che ai passanti, ma in fondo si tratta di una prima esperienza per questa città che pure ha la fortuna di essere trainata da un richiamo come il Mart, quindi nonostante la mia solita verve critica ho deciso di assumere una posizione possibilista e positiva… insomma in un’estate devastata da Corona e C. ce ne fossero di iniziative così...

Anonimo ha detto...

Sono stata a Rovereto a vedere le foto in srada, qualche perplessità sull'esposizione che come dice Sandro può essere perdonata essendo la prima esperienza del genere in una piccola cittadina di provincia.
Chiedo, senza polemica alcuna, che intende Sandro quando parla di provincialismo autoreferenziale, demagogia ecc. ecc.-
Giuro, non cerco la polemica, vorrei solo capire per rendermi conto ciò che il mio cervello non coglie.
Grazie Sandro per questa segnalazione e grazie se mi vorrai spiegare le tue affermazioni ...
Forse, e giustamente, intendi dire che ci sono autori più giovani e forse meno conosciuti ma altrettanto in grado di descrivere la Pace ... e in questo sono pienamente daccordo con te !
Ma perchè autoreferenzialismo ?
Scusa per queste stupide domande, ma mi piace capire ciò che non capisco !
Un ciao a tutti,
Sophia

sandroiovine ha detto...

Per provincialismo autoreferenziale intendo quello che porta alla scelta di autori che appartengono rigorosamente ad un (ri)circolo che si perpetua ormai da decine di anni e si incentra sempre sullo stesso referente culturale che afferisce all’associazionismo amatoriale. La mia impressione è che nel momento in cui si decide di realizzare un’operazione culturale in certi ambienti si finisca per tirar fuori dal cilindro solo un limitato numero di nomi tra cui spiccano per frequenza di apparizione, facendo riferimento alla situazioni di Rovereto, Gianni Berengo Gardin e Mario De Biasi. Il problema non è solo che esistono autori più giovani e ben degni di altrettanta attenzione, ma che anche a volersi votare alla gerontofilia necrofilo cultural fotografica, si potrebbe pensare anche di mettere la punta del naso fuori dai confini del circuito dell’associazionismo amatoriale venendo a conoscenza di autori che hanno fatto la storia della fotografia. Non dico che si debba per forza guardare fuori agli autori stranieri, ma solo che non si può unicamente far riferimento a una serie di autori dall’illustre passato amatoriale non cancellato nel loro animo da anni di onestà professione. Fuori dai denti la fotografia non esiste solo all’interno della FIAF, cui va il merito di operare in questo periodo sostanziosi e profondi cambiamenti nel proprio orizzonte culturale. Personalmente condivido ed appoggio le scelte fatte dalla dirigenza, che però per avere esito nella cosiddetta base avranno bisogno ancora di parecchi anni probabilmente. Insomma non è possibile continuare a vedere solo Gianni Berengo Gardin e De Biasi, onorevolissimi e stimati professionisti il cui valore non intendo mettere in discussione, ma neppure continuare a considerare come l’unico riferimento della fotografia.
Quanto alla demagogia di fondo, mi riferivo al tema scelto, la Pace parola dal grande fascino comunicativo e dall’enorme presa sulle menti mediamente inviolate dal pensiero, ma dallo scarsissimo peso concreto nell’economia del mondo reale. Non saranno certo manifestazioni come questa, o qualunque altra del genere, a fare del nostro mondo un mondo migliore. Cose di questo tipo funzionano fintanto che non entrano in gioco interessi economici di una qualche rilevanza. Allora non ci sono mostre o manifestazioni che tengano. E non c’è bisogno di andare tanto indietro con la storia per rendersene conto, basta arrivare agli inizi di questo millennio per vedere come sia facile far passare l’opinione pubblica pacifista su posizioni di appoggio morale e materiale a un conflitto voluto dal potere economico. È facile parlare di pace quando non sono coinvolti gli interessi diretti ed è facile, troppo, organizzare una mostra sulla Pace per soddisfare la coscienza dei più, gli stessi che, generalizzando, domani se fosse richiesto dall’alto scenderebbero in piazza per appoggiare qualunque conflitto.

Anonimo ha detto...

Grazie mille, ora ho capito molto meglio !
Sono daccordo su ciò che dici riferendoti alla fotografia e ai fotografi, un pò meno mi convince la tua ultima frase ma mi conforta quel tuo "generalizzando" che mi rende "consapevole della tua consapevolezza" che forse non tutti "se fosse richiesto dall’alto scenderebbero in piazza per appoggiare qualunque conflitto".
Grazie mille per la risposta e per questo posto in cui si parla di fotografia.
Ciao Sophia

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo in pieno lo scritto di Iovine. Con tutto il rispetto dovuto, non è possibile vedere sempre i soliti nomi (di solito nello stesso gruppo di autori)e sentire alle conferenze sempre gli stessi personaggi.