lunedì 10 dicembre 2007

Il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello riconosciuto dalla Regione Lombardia



Nel corso di una cerimonia ufficiale nella sede della Regione Lombardia, oggi è stato sancito ufficialmente l’ingresso del Museo di Fotografia Contemporanea all’interno del sistema Museale regionale. La cerimonia, che ha visto la partecipazione dell’assessore alla Cultura della Provincia di Milano Daniela Benelli, del Presidente del Museo Daniela Gasparini e del Sindaco di Cinisello Balsamo, Angelo Zaninello, permette all’istituzione dedicata alla fotografia di essere affiancata a pieno titolo ai più importanti Musei.
«Questo riconoscimento, a soli tre anni dalla nostra apertura –ha dichiarato Daniela Gasparini, Presidente della Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea – è stato possibile grazie agli elevati standard scientifici del Museo, che si candida così a diventare punto di riferimento culturale per tutta l’area del Nord Milano».
Il Museo di Fotografia Contemporanea ha sede nell’ala sud di Villa Ghirlanda, e dispone di circa 2400 mq su tre piani e ospita 20 fondi fotografici, per un totale di 1.200.000 immagini, stampe fotografiche in bianconero e a colori di più di 300 autori italiani e stranieri. Il patrimonio librario conta circa12.000 libri e annate di riviste e l’apertura al pubblico è assicurata 6 giorni su 7, per un totale di 58 ore settimanali. È attivo un Servizio educativo permanente che elabora progetti speciali sperimentali con le scuole e offre un’attività continuativa di visite guidate e lezioni su temi specifici. Le committenze, infine, sono alla base dell’attività di promozione, diffusione e riflessione critica sulla fotografia, nell’ambito di un costante interscambio con il territorio.







Il processo di riconoscimento nasce dalla necessità, inquadrata all’interno del Decreto Ministeriale del 10 maggio 2001 che da facoltà alle singole Regioni di indicare precise linee di azione, di garantire standard nazionali minimi e distinguere tra ciò che può essere definito museo e ciò che invece è più propriamente una semplice raccolta museale. E proprio in base ai propri requisiti, che superano abbondantemente quelli minimi richiesti dalla Regione Lombardia (dotazione di una sede e di spazi espositivi, presenza di una collezione permanente di cui sia garantita la conservazione, sviluppo della ricerca scientifica, almeno 25 ore di apertura settimanale, organizzazione di attività culturali ed educative, presenza di una biblioteca e personale qualificato e formato ad hoc) il Museo della fotografia Contemporanea fa parte da oggi del sistema Museale della Regione Lombardia.



Dall'alto:
L'interno del Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. © Museo della Fotografia Contemporanea.

Una delle attività espositive in esterni con coinvolgimento del territorio gestita dal Museo della Fotografia Contemporanea. © Museo della Fotografia Contemporanea.




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4 commenti:

Unknown ha detto...

Non può che farmi piacere, un giorno o l'altro troverò il tempo per farci un salto.
Tempo fa qui a Torino c'era la Fondazione Italiana per la Fotografia, poi il tutto è naufragato in acque alquanto torbide.
La cosa che m'interessa di più, per quanto riguarda Cinisello, è l'impegno verso le scuole. Credo che oggi più che mai sia necessario educare i nostri giovani, i bambini, i nostri figli insomma ad una cultura dell'immagine che abbia caratteristiche qualitative-educative di alto livello, che i bambini inizino da piccoli ad essere educati a "leggere" le immagini da cui sono continuamente bersagliati. Noi adulti abbiamo già una serie di pregiudizi e condizionamenti che loro invece forse non hanno ancora, o almeno hanno ancora la possibilità di acquisire dati nuovi e puliti.
Mi auguro che ci sia questo impegno e che sia possibile portarlo avanti nel tempo, poiché è solo seminando buoni semi che sarà possibile coltivare e raccogliere ottimi frutti.

Marco Baracco

Anonimo ha detto...

perfettamente condiviso in tutto

Anonimo ha detto...

Penso sia opportuno un parallelo :
mentre stampa e televisione ci inondano di immaginirelative a
efferati delitti piu’ o meno recenti, non e’ stato finora
debitamente segnalato un delitto che, sebbene non tinto di
sangue , tuttavia macchia la dignita’ dei cittadini palermitani,
almeno di quelli che hanno a cuore il patrimonio artistico
presente in citta’, inteso come espressione del cammino
culturale dell’intera umanita’.
Piu’ volte nel corso degli ultimi anni la citta’ di Palermo ha perso
l’occasione di potere acquisire a beneficio pubblico intere
collezioni di opere d’arte e di opere fotografiche di interesse
storico : cio’ per evidenti ostacoli di natura politica ed
amministrativa alla destinazione di aree idonee a alla funzione
di contenitore d’eccellenza, se vogliamo a vero e proprio Museo.
E’ innegabile che Palermo, come altri centri dell’Isola, ha
vissuto, e vive tuttora, un risorgimento culturale il cui risultato
si configura con il restauro di macchine architettoniche di
storica memoria : palazzi nobiliari e storiche strutture
istituzionali gia’ fatiscenti, semidistrutti dai bombardamenti
borbonici del 1860 e poi da quelli delle truppe “alleate” , hanno
ritrovato il fasto e l’aura ormai quasi spenti, costituendo oggi
una serie di sedi idonee a portare la cultura e la ricreazione
dello spirito incontro al pubblico interessato.
Pertanto stupisce il fatto che possa succedere quanto prima
detto; stupisce per esempio che il Prof. Paolo Morello gia’ da
tempo chieda alle istituzioni di Palermo una sede nella quale
istituire un Museo della Fotografia, mettendo a disposizione una
collezione fotografica di estremo interesse storico , artistico e
culturale, e che la sua offerta venga ignorata.
Nel corso della piu’ recente conferenza che Morello ha tenuto a
Palermo, la reazione del pubblico convenuto si e’ improntata
alla piu’ aperta indignazione : ma e’ necessario che tale
indignazione venga amplificata, comunicata, diffusa. Non basta
lamentarsi e piangere, bisogna fare, bisogna parlarne, perche’
attorno ad un museo della fotografia si puo’ costruire un
preciso progetto culturale : un museo non ci interessa che sia il
contenitore o il custode di opere d’arte, la loro sepoltura, ma
deve essere il centro di gravita’ che fa nascere la richiesta di
educazione culturale e che attira le intelligenze piu’ aperte.
Morello vorrebbe aprirlo a Palermo, valorizzando una delle
dimore prestigiose della sua citta’.
Questo campanilismo onora noi palermitani, suoi conterranei,
che ci avviliamo sapendo che le gallerie artistiche e storiche
della citta’ servono solo ad “allevare polvere”, a fornire comodi
posti di lavoro per il personale che caccia le mosche ( leggasi :
serbatoio per il consenso elettorale ) e a dare quel colore
superficiale e stantio necessario solo per occasionali eventi
psudoculturali.
Noi palermitani che abbiamo a cuore queste cose sappiamo
bene che Morello il suo Museo lo fara’, fuori dalla Sicilia se
l’ignavia accademica continuera’ a stancarlo, e allora saremo
contenti ugualmente perche’ potremo pur sempre fruirne. Ma
adessoe’ solo il momento che la nostra indignazione venga
risaputa.
Questa e’ una iniziativa assolutamente privata, nata appunto
dalla indignazione.
Invito chi volesse saperne meglio e di piu’ a contattare il
prof. Morello :

Paolo Morello
Istituto Superiore per la Storia della Fotografia
Via F. Bentivegna, 11
90139 Palermo

fax091512706
e-mail
paolomorello@issf.it

Anonimo ha detto...

Anch'io sono completamente daccordo con quanto affermato da Marco Baracco!E non sai quanto, Marco!Le possibilità e la buona volontà forse non mancherebbero. Conosco una realtà che FA cose belle, filmati che avvincono e trattano argomenti attuali.Se ben ricordo, scuola e filmati hanno vinto anche concorsi nazionali, ovvio che "la padella ha un manico "in gamba. Quando poi provo ad andare in biblioteca per cercare materiale fotografico, e intendo libri e riviste,..nebbia.
gabri