martedì 26 marzo 2013

No, a Travaglio proprio non vorrei dar ragione!


So di non risultare particolarmente simpatico alla maggioranza delle persone. E non me ne sono mai dato peso oltre una certa misura, quantomeno in tutti quei casi in cui avrei dovuto rinunciare a esprimere il mio pensiero . Sono altresì cosciente che quello che sto per scrivere non farà altro che consolidare la convinzione negativa nei miei confronti. Pazienza, almeno stavolta avrete ragione a pensare male.
Giusto ieri, grazie all'omaggio non richiesto di non ricordo quale aggregatore di notizie, mi sono trovato sotto gli occhi un pezzo di Marco Travaglio che trovate qui. Premetto che Travaglio è un personaggio che mi suscita irritazione a livello epidermico e sul quale è penalmente opportuno che non espliciti in toto il mio pensiero. 
Vorrei però citare l'incipit del suo pezzo: «Più leggo certi commenti sulla mia pagina Facebook e sul mio blog, più mi viene voglia di chiuderli e di dare ragione a chi paragona i social network alle pareti dei cessi pubblici». 
Prese le debite distanze lessicali e fatte le dovute proporzioni tra l'attenzione che può raccogliere un Marco Travaglio e quella minima che può mettere insieme un Sandro Iovine, mi è davvero difficile non concordare. 
Questo blog ha avuto una lunga lunghissima pausa proprio perché il suo estensore si era un po' saturato quegli organi inutilmente (nel suo caso) preposti alla produzione di spermatozoi. Sì, francamente mi sono proprio stufato di scrivere cane e sentirmi replicare che sto parlando di pastasciutta. Mi sono stufato di vedere abbassare il livello della conversazione a livelli infimi, solo perché non ci si prende la briga di prendere in considerazione che chi scrive possa ragionare su un altro piano. Mi sono stufato di veder slittare continuamente il piano dalla comunicazione dal contenuto alla relazione
Non mi dispiace ricevere critiche o manifestazioni di dissenso rispetto a ciò che scrivo o penso. La critica sono e sarò sempre convinto che sia un caposaldo imprenscindibile per il dialogo e la crescita di tutti, a iniziare dal sottoscritto. Quello che mi lascia sempre basito è la mancanza di pertinenza, il divagare ondivago, umorale e in linea di massima non costruttivo di chi fraintende del tutto l'argomento per pura mancanza di attenzione. Oppure di chi  prende una tangente che nulla ha a che vedere con l’argomento trattato o infine di chi, fermandosi alla superficie, non riesce a percepire la presenza di sottotesti e riferimenti ben più corposi. 
Nel primo caso ricordo con Travaglio (ahimè) che la lettura di questo blog non avviene sotto prescrizione medica. È certo un atto assai gradito all'estensore del medesimo, ma non obbligatorio, come tutt'altro che obbligatorio è l'esprimere concetti non pertinenti. 
Nel secondo invito a provare a rileggere con attenzione almeno due volte quando qualcosa non vi trova d'accordo. Dopo se proprio non potete farne a meno insultatemi pure. Purché  siate certi che ciò si addica alla situazione, ma per favore fatelo solo dopo aver compreso di cosa si sta parlando. Se avete poi avete dei dubbi chiedete liberamente e vi sarà chiarito tutto quel che richiede una spiegazione. 
Nel terzo caso non so nemmeno che dire, se non consigliare di cancellarsi immediatamente da Facebook, spegnere la televisione e riprendere in mano qualche libro di spessore (non fisico, ma culturale) ... hai visto mai che avvenga il miracolo?
Il guaio è che aver ricominciato a postare due righe messe in croce ha visto riproporsi il problema con vigore ancora maggiore di prima. 
Certo mi rendo conto che, a fronte del dilagare di fenomeni come l’analfabetismo di ritorno, sono perfino pochi quelli che mettono in mostra la loro scarsa capacità di decodificare un testo scritto. Molti di più quelli che osservano in un più dignitoso silenzio o intervenendo con coerenza rispetto al tema. 
Questi ultimi approfitto per ringraziarli pubblicamente dal profondo del cuore per la vicinanza e la partecipazione che dimostrano.
Agli altri mi sento di chiedere di leggere con attenzione prima di esprimersi con modalità che depongono quasi sempre solo a favore dello sviluppo di un pregiudizio negativo nei loro confronti. 
Ve lo chiedo non foss'altro per tentare di non rendere ineluttabilmente condivisibile la sgradevole conclusione del pezzo di Marco Travaglio, che non vi ripropongo per una forma di rispetto, ma che se siete interessati a conoscere potete trovare al link su indicato.
Grazie per aver sopportato questo sfogo. A più interessanti dialoghi nel prossimo futuro.

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16 commenti:

Matteo Pezzi ha detto...

Ciao Sandro, pur non condividendo spesso e volentieri (d'altronde non tutti devono andare d'accordo, no?) il tono dei tuoi interventi su "Il fotografo", non posso che esprimerti il mio sincero "ben detto" per questo sacrosantissimo post.
Senza particolare simpatia, ma con molta stima,
Matteo Pezzi

sandroiovine ha detto...

Grazie Matteo. Non so se il mio sfogo sia sacrosanto o meno, ma, considerato il presupposto, il tuoappoggio morale giunge ancora più gradito.

Anonimo ha detto...

Ciao Sandro.
Come Matteo spesso condivido il tuo pensiero e il tono (una volta mi hai anche "trombato" non tanto il mio portfolio ma l'introduzione ad esso, ma questo non ha incrinato la mia stima :D )
Ma qui è impossibile non darti ragione al 100%. Da un paio d'anni la penso proprio così ed è per questo che non mi imbatto più in discussioni inutili su forum o facebook.
Buone cose

Albe ha detto...

Caro Sandro,
condivido la tua tesi e comprendo il tuo sfogo. Non partecipo a discussioni online e raramente leggo i commenti offerti sotto le notizie e post... questa è l'eccezione che conferma la regola.

Penso che l'avere il diritto di parola non comporti il dovere di parlare. Ma in un momento storico in cui c'è chi pensa di poter essere un grande statista e rivoluzionario perché è attivo su blog... non possiamo andare tanto lontano.

Quanti byte sprecati.
Ciao
Alberto Campi

sandroiovine ha detto...

«Da un paio d'anni la penso proprio così ed è per questo che non mi imbatto più in discussioni inutili su forum o facebook.»

«Quanti byte sprecati.»

In entrambi i casi ringrazio e non posso che aggiungere che quando si è costretti a giungere a questo tipo di conclusioni, vuole dire che si stanno sprecando non solo byte, ma anche occasioni...
Chissà dopo magari dopo essere stati un popolo di allenatori della Nazionale di calcio rischiamo di diventare un popolo di grandi statisti e rivoluzionari.

Michele Smargiassi ha detto...

Tieni botta Sandro. Chiunque cerchi di gestire uno spazio Web interattivo con un minimo di costruttività prova qual che provi tu e arriva alle stesse deprimenti conclusioni. Il Web è questo, per chi non l'avesse capito, e si vendica di chi fa finta (o magari ci crede davvero) che sia il paradiso della democrazia della parola (e adesso scrive che è sommerso dalla "merda digitale"...). Il feedback in anonimato è una manna per grafomani, biliosi, frustrati, per chi non sa scrivere ma in compenso non vuole neanche leggere. Somiglia molto, in effetti, alla porta del cesso pubblico. Per fortuna non è solo questo. E' anche uno strumento impareggiabile di condivisione, di relazione. Il Web, come il mondo, è un terreno di conflitto e di scambio. Se se ne vanno quelli che lo usano con misura, perderà ogni misura... Quindi, tieni botta, un saluto, m.

Sonja Franceschetti ha detto...

Discutevo recentemente con qualche "illuminato" condivisore di social network sullo spreco di byte , sulla velocita' del consumo delle informazioni , sul vivere la cultura e la conoscenza sulla superficie di una bolla di sapone nel quale scientemente siamo tutti rinchiusi. Mi hai fatto venire grandemente in mente il testo di Tonello " L'Eta' dell'Ignoranza - puo' esistere la democrazia senza cultura" , ove gia' l'autore analizza come il mezzo virtuale , utilizzato senza l'uso della critica, crei delle sottospecie culturali, ideologiche adattate su misura dell'utente consumatore, destinato solamente a generare posizioni autodeterminanti e prive di ogni dialogo e confronto con gli altri (alimentazione dell'ignoranza insomma) . E non utente creatore, pensatore , analizzatore e critico rispetto a cio' che vede , sente legge .. come voglio sperare esistano ancora. Sonja

sandroiovine ha detto...

In teoria lo so bene Michele solo che la pratica è sempre più fastidiosa della teoria. E so bene che pochi altri possono capirmi meglio di te.
Grazie per la presenza. L'apprezzo in modo particolare.

sandroiovine ha detto...

Non ho letto il libro di Tonello, ma accolgo il suggerimento con entusiasmo e quanto prima cercherò di colmare la mia lacuna. Da quanto riassumi Sonja, credo di trovarmi pienamente d'accordo. La vaga memoria della frequentazione delle aule di Scienze Politiche mi induce a considerazioni sullo spostamento di meccanismi antichissimi in territori in cui la velocità e la facilità di accesso alla comunicazione ne fanno mezzi letali. Le conseguenze dell'assenza generalizzata di spirito critico del resto credo siano state evidenziate da ben più di una tornata elettorale negli ultimi decenni.

Giancarlo Parisi ha detto...

Le cause del problema sono tutte italiane. In questo paese (e la p è minuscola di proposito) viviamo costantemente, a qualsiasi livello, nella totale impertinenza. Da un messaggio che dice (A) siamo in grado di tirare fuori tutto l'alfabeto e metterlo in bocca ad un muto.
Tutto ciò ha dei riflessi che vanno ben oltre il campo che più strettamente ci interessa, cioè la fotografia. Facebook (o twitter)? è un pullulare di post con in quali la gente è convinta di aver compreso tutto della vita (inevitabile non pensare ai tweet di Flavia Vento, illuminanti davvero). L'altro giorno si è divulgata la "notizia" che la cura del cancro sarebbe stata scoperta nel 1931, ma nessuno l'ha mai resa pubblica... e giù un pullulare di post che inneggiavano allo scandalo senza minimamente interrogarsi circa l'attendibilità della notizia. Ma dove dobbiamo andare?
Chiaro che con questi presupposti la manipolazione mediatica abbia gioco facile, ma questo è un'altro discorso.

sandroiovine ha detto...

«Da un messaggio che dice (A) siamo in grado di tirare fuori tutto l'alfabeto e metterlo in bocca ad un muto.»
Trovo meravigliosa per efficacia e sintesi questa frase. Quanto al resto concordo. Al di là dei miei malumori passeggeri e personalissimi, il vero problema è che quello che accade in un blog poco vistato come questo non è altro che lo specchio di quanto non accade su ben altra scala e ben altri argomenti in Italia.

Unknown ha detto...

Caro Sandro, come Socrate vai con il tuo lanternino alla ricerca dell'UOMO. Ma dov'è l'UOMO?
Non mi faccio vivo da tanto, proprio per i tuoi stessi motivi: ci troviamo come Alice, ma non nel fatato paese delle meraviglie, ma sul Golgota della cultura, immolata a una massificazione e omogeneizzazione impressionante dei "cervelli" e delle "idee".
La Cultura è morta! W la cultura!
W la cultura del nulla, delle fotografie insignificanti, dei pollai web gallery dove la critica più intelligente o pregnante è "Wow!", di quelli che quando proponi una fotografia che ti costringe a pensare, vanno subito alla prossima farfallina o paesaggio mortificato dal solito mare mosso e i soliti colori improbabili o peggio al solito "biotto" di donna accompagnato da espressione ebete...
Sono fuori tema, ma penso comunque di esserti vicino come mentalità.
Non perdere ogni speranza, comunque e goditi una Buona Pasqua.
Con stima sincera
Pietro Collini

Unknown ha detto...

che tristezza!

Anna ha detto...

Non immaginavo che il motivo del silenzio prolungato fosse questo e mi dispiace molto, perchè da queste parti venivo per leggere roba interessante e non già letta 464 volte.

Anonimo ha detto...

..se solo si avesse, talvolta, l'umiltà di ascoltare di più, piuttosto che fremere per lasciare un commento mordi e fuggi, non ci sarebbero tanti spropositi e pochezze nel web o in certe agorà del nuovo millennio . Oggi si è fatto tutto veloce tanto da non fermarsi ad ascoltare o leggere chi ne sa più di noi o quantomeno a documentarsi prima di far partire le dita sulla tastiera. Non brucia e pertanto possiamo tenercele qualche secondo di più, le parole, prima di premere invio. (altre volte meglio sarebbe rimandare proprio, andare a fare una passeggiata per schiarirsi le idee e poi tornare su quel post o blog che tanto ha dannato la loro esistenza)
Antipatico o no, condivido il pensiero scritto nel post e do il mio sostegno morale (per quanto possa essere utile e gradito).
Per citare un aforisma di Lincoln, "meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio".
Leggo con ritardo questo post, ma solo perché l'ho scoperto ora.
Qui spero di leggere qualcosa di interessante.
con stima
W.D.

Anonimo ha detto...

..se solo si avesse, talvolta, l'umiltà di ascoltare di più, piuttosto che fremere per lasciare un commento mordi e fuggi, non ci sarebbero tanti spropositi e pochezze nel web o in certe agorà del nuovo millennio . Oggi si è fatto tutto veloce tanto da non fermarsi ad ascoltare o leggere chi ne sa più di noi o quantomeno a documentarsi prima di far partire le dita sulla tastiera. Non brucia e pertanto possiamo tenercele qualche secondo di più, le parole, prima di premere invio. (altre volte meglio sarebbe rimandare proprio, andare a fare una passeggiata per schiarirsi le idee e poi tornare su quel post o blog che tanto ha dannato la loro esistenza)
Antipatico o no, condivido il pensiero scritto nel post e do il mio sostegno morale (per quanto possa essere utile e gradito).
Per citare un aforisma di Lincoln, "meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio".
Leggo con ritardo questo post, ma solo perché l'ho scoperto ora.
Qui spero di leggere qualcosa di interessante.
con stima
W.D.