È una brutta storia quella che sto per raccontarvi, una gran brutta storia, direbbe Lucarelli. Ma no, tranquilli stavolta non si parla di morte in vendita nelle gallerie di qualche parte del mondo. Stavolta si parla di fotografia sportiva. Del foto-fattaccio ci informa Michael David Smith in un post apparso nel suo blog ospitato da AOL Sports. La storia in breve è questa. Shawne Lights Out Merriman, linebacker dei San Diego Chargers durante un controllo di routine viene pescato con le mani nella marmellata e risulta positivo agli steroidi anabolizzanti durante un controllo antidoping. Al di là delle conseguenze derivanti dalla giustizia sportiva, la prima, tutto sommato naturale reazione, del folto pubblico di appassionati americani di football sarebbe stata secondo Michael David Smith quella di andare a verificare quanto fosse cambiato il fisico del linebacker rispetto ai suoi esordi nella NFL. E, sorpresa, il suo corpo si sarebbe in effetti trasformato... ma forse un po' più del necessario o del prevedibile... In effetti gli scatenati, e lasciatemelo dire, un po' maniacali tifosi dei San Diego Chargers si sono presto accorti che nelle foto del 2005, anno in cui, come recita la roboante biografia ufficiale, Merriman appare come una tempesta nel campionato NFL, sul collo del linebacker non compare alcun tatuaggio, che invece si materializza come per incanto nelle foto ufficali del 2006. Il paziente, e pure lui un bel po' maniacale, Michael David Smith diligentemente ci informa in un altro post di essersi messo in caccia e aver scovato in un articolo del San Diego Union-Tribune, le prove circa il fatto che l'amatissimo linebacker si fosse in effetti fatto tatuare sul collo le parole Finish Strong.Ma la saga continua, in quanto una volta sollevato il coperchio del vaso di Pandora i tifosi dei Chargers vieppiù incarogniti, si sono accorti che questo benedetto tatuaggio era scomparso nelle foto ufficiali del 2007, mentre contemporaneamente l'immagine testimoniava il generoso effetto degli steroidi sulle spalle di Merriman.Il colpo di scena arriva quando,ormai in preda a trance giornalistica, l'implacabile Michael David Smith si accorge del vero falso, cioè che nelle immagini ufficiali del 2007 la testa di Shawne Lights Out Merriman è stata montata sul corpo del difensore Jamal Williams.Getty Images interpellata ha confermato l'esistenza e il rispetto delle norme sulla manipolazione delle immagini, ma rimane il fatto che la fotografia risulta alterata, anche se il fantomatico portavoce dell'Agenzia sostiene di non essere al momento in grado di risalire all'autore del misfatto e che per far luce sull'episodio è stato chiamato in causa il responsabile della North American Sports Photography. La ricostruzione del pertinace Michael David Smith ipotizza la responsabilità di un non meglio identificato dipendente dei Chargers che avrebbe supplito con Photoshop all'assenza di Merriman il giorno delle riprese per le foto ufficiali.
Mentre Getty Images indaga sul misfatto, che certo non getta una luce di credibilità e professionalità sull'Agenzia, provate a immaginare come sarebbe andata se il caso fosse esploso in Italia. Che ne so, la testa di Gennaro Gattuso sulle spalle di Filippo Inzaghi... Credete che qualcuno si sarebbe preso la briga di andare a scavare nei retroscena allo stesso modo? Al massimo ci saremmo fatti due risate per l'improbabilità della visione.
Di fatto possiamo anche sorridere del maniacale attaccamento alle regole mostrato dal giornalista americano, ma forse la credibilità dell'informazione passa anche attraverso la difesa di questi piccoli falsi. In fondo l'episodio che ha scatenato Smith è quantomeno irrilevante ma, senza essere affetti da sindrome paranoide, non dimentichiamo che la strada tra la sostituzione di una testa nelle figurine dei giocatori e la falsificazione di un evento, non è poi così lunga...
Basta solo cominciare a percorrerla e far finta di niente.
Dall'alto:
Il ritratto ufficiale NFL di Shawne Merriman per l'anno 2006, a destra il dettaglio del tatuaggio sul collo.
Nel ritratto ufficiale NFL di Shawne Merriman, a destra, scompare il tatuaggio sul collo e la muscolatura delle spalle si espande.
Il ritratto ufficiale di Jamal Williams, a sinistra, e a destra il falso ottenuto montando sul corpo di Williams la testa di Merriman.
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6 commenti:
Ciò che si vede non è ciò che è; ma, cosa piu' grave,ciò che si sa non è ciò che è stato.
cosi' si esprimerebbe ancora una volta Fracassi Carlo.
mi pare di aver gia' scritto una volta in questo blog che il fotogiornalismo non ha piu' senso.
Mi obiettate che nel caso di questa indagine sul giocatore di football si sia voluto con ostinazione cercare la verita' e informare correttamente il pubblico? Balle incoscienti e grosse.
Io vedo solo, almeno dalla narrazione che ne fa Iovine, che grazie a questa presunta caparbieta' del giornalista in questione si e' dato in pasto al pubblico un falso fotografico, spostando forse i riflettori dall'unica cosa importante : il doping.
Dai fotomontaggi pornografici a danno di Maria Sofia di Borbone, alla finta ricostruzione della presa di Porta PIa, non e' cambiato niente perche' l'essere umano e' stato sempre uguale; l'importante e' cercare sempre cosa c'e' sotto, vera o falsa che sia la notizia.
leggete fracassi, che almeno non e' un filosofo.
Andiamo proprio male.
Sono le uniche parole che mi vengono in mente quando cerco di analizzare queste faccende di falsi e fotomontaggi... boh, ma possibile che non ci si possa proprio fidare? Pazienza, l'argomento etico sull'autenticità della fotografia m'interessa fino ad un certo punto. Ciò che dovrebbero sapere i furbacchioni è che vale sempre il solito, caro, vecchio proverbio "le bugie hanno le gambe corte". A-ri-pazienza (licenza letteraria), dice bene Sandro, qui per queste quisquilie fotografiche probabilmente ci si farebbe una sana risata, che poi in fin dei conti serve ad ossigenare il cervello!
ma qui c'è qualcuno che sappia leggere?
tutti affetti da "Attention Deficit Hyperactivity Disorder"? con le solite conseguenze: iperattività, inattenzione, impulsività...
ma che, non hai digerito bene? non vomitarmi qui please, stai chiuso in casa buonino su'
Mah - verrebbe da pensare - questa notizia è più assimilabile al gossip che all'informazione, se non ci fosse di mezzo l'etica. Ma alla fine l'etica è davvero una qualità essenziale nel campo dell'informazione?
E' una domanda stupida, lo so, l'ho fatta apposta. Ciò che mi stupisce ancora è "quanto stupisce" la manipolazione fotografica al giorno d'oggi; manipolazioni delle informazioni che comunque vengono fatte da sempre, anche solo cambiando una didascalia.
Lo ripeto per l'ennesima volta, "noi" tutti (fotografi e non) non abbiamo bisogno di imparare a fotografare, ma di imparare a leggere le fotografie e, soprattutto, di metabolizzare il fatto che le fotografie NON sono la realtà.
Per una foto come questa, smascherata dal solerte di turno ce ne saranno decine che, nel loro piccolo (o nel grande), passeranno per "reali": pubblicità in primis, ritratti di politici e altri personaggi pubblici, fidanzate che non accettano la ruga, fili della luce e segnali stradali che deturpano il bel paesaggio.
L'importanza del documento? Qui casca l'asino. Ci fidiamo o non ci fidiamo del fotografo, dell'agenzia, della testata giornalistica?
Io per partito preso no, mai. Mi posso fidare solo delle foto che scatto io, ben sapendo cosa includo e cosa escludo dall'inquadratura e ben sapendo cosa c'è oltre.
Di tutto il resto dubito.
Ezio Turus
Forte tentazione per il fotografo sopperire all'assenza del modello con un copia/incolla della testa del "modello" con l'uso di photoshop, bisogna ammetterlo.
La cosa non mi stupisce più di tanto, come non mi stupise che si "sopperisca" con metodi non proprio della fotografia classica a qualche mancanza del modello o del fotografo, del resto, che si sia amatori o prfessionisti, lo scopo resta comunque quello di produrre qualcosa che sia "bello". Non trovo nemmeno che questo si deprecabile, se fatto entro certi limiti.
Nel caso specifico, però, trovo una "retro-causa" che non può essere tenuta fuori da questa discussione: l'aspetto economico.
Se le foto fossero state scatatte solo per passione - gratis -, o se il contratto del fotografo fosse stato del tipo: "documentami l'evento x", o ancora, se la colalborazione con l'agenzia fosse di tipo "a forfait", il fotografo non avrebeb avuto motivo di "ingannare" la Getty. Con questo non intendo giustificare la scelta, moralmente deprecabile, del fotografo, intendo solo dire che data la situazione del mercato, si creano situazioni che favoreggiano certi comportamenti censurabili.
Ovviamente ci sarebbero dei "contro" nel caso delle ipotesi che ho avanzato. Se il fotografo viene pagato a "forfait", o è un dipendente, non commesso su obiettivi di alta qualità e performace, ne scaturirebbe un lavoro mediocre. Ma anche a questo c'è rimedio. Si potrebbe scegliere solo collaboratori che siano veri appassionati, e motivarli economicamente ecc ecc.... insomma, mi dilungo e mi contraddico da solo, per non dare la sensazione che sia affetto da "doppia personalità" - lascio che siano gli altri utenti a farlo.
Pietro Ricciardi
http://www.comunedipignataro.it
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