mercoledì 18 giugno 2008

Italia-Francia 0 a 2 in comunicazione visiva

Come quasi tutti quelli che in gioventù hanno praticato un'attività sportiva definita minore in funzione degli introiti derivanti dai diritti televisivi e quant'altro, non amo il calcio. Ben felice quindi di aver occupato la serata del 17 giugno nella consueta lezione di reportage del martedì sera. Di fatto però non si può sfuggire alla realtà per quanto buia e oscura si presenti, così il ritorno a casa tra le 23 e mezzanotte è stato costellato da improbabili slalom tra orde di sub umani tricolore muniti che sciamavano sospinti da clacson deliranti per il centro di Milano, nemmeno la squadra nazionale di calcio avesse vinto una finale, invece che aver semplicemente conseguito una qualificazione, che mi dicono insperata, al turno successivo degli Europei. Ma tant'è... già mi ritengo soddisfatto per i riflessi dimostrati nell'evitare tutti gli incoscienti che inebriati dal profumo della vittoria si cimentavano in attraversamenti suicidi confidando nella protezione della bandiera. Chiarito il mio rapporto con lo sport maggiore del nostro Paese, trovo interessante fare un veloce confronto sul modo in cui differenti giornali hanno illustrato stamattina nelle loro edizioni online l'evento che ieri sera sembra aver cambiato tutto ad un tratto la qualità della vita degli italiani.
Iniziamo con La repubblica che titola con toni trionfalistici il ritorno ai fasti di una grandezza da Campioni del mondo.Interessante però più che il titolo in questo contesto osservare la fotografia che accompagna l'apertura in home page. Un verticale che mostra tifosi festeggianti non è dato sapere dove in assenza di didascalia. L'accento cade quindi non tanto sull'evento sportivo in sé e su quanto accaduto sul campo, ma sulle conseguenze per così dire sociologiche del risultato positivo sulla tifoseria italiana in trasferta. Siamo tutti felici insieme a loro e il simbolo dell'unità nazionale è presente e in bella mostra. Viva l'Italia.
Il Corriere della Sera invece titola con un ringraziamento all'Olanda e riassume un'illuminata e imprevedibile dichiarazione del commissario tecnico della nazionale che annuncia che la squadra «lotterà fino alla fine»... vedi un po' tu ... Solo una sorta di sommarietto-didascalia apprendiamo che l'Italia ha battuto la Francia con il punteggio di 2 a 0.

La immagine scelta per illustrare l'evento è di scarsissimo valore fotografico e mostra l'abbraccio maschio e virile (tanto per non essere fraintesi) tra Donadoni e Gattuso che sprizzano gioia da tutti i denti in bella mostra. In realtà il commissario tecnico ha il braccio destro in posizione di difesa dal festante Gattuso che, sarà la suggestione del soprannome appioppatogli dai tifosi, ricorda un po' un cane che accoglie il padrone che non torna a casa da una quindicina di giorni. In realtà il vero attacco in forma di tentato strangolamento del citato Donadoni arriva da dietro, visto il braccio che gli circonda il collo e la cui provenienza è ignota non vedendosi il volto del suo proprietario. Per concludere a destra compare un pezzo di maglia azzurra e una mano che abbranca il gomito del commissario tecnico. Dalla parte opposta a sinistra si intravede l'arbitro con al sua maglia modello Titti, nel senso dell'odioso canarino incubo del ben più simpatico Gatto Silvestro.

Spostandoci virtualmente oltralpe, non posso non cedere alla tentazione di plaudire alla serietà di Le Monde che si limita a prendere atto della sconfitta e del fatto che «la squadra non fa più sognare».

Banale dirlo, ma non posso non concordare con le scelte del quotidiano francese, che sembra ricordarsi che al mondo esistono anche problemi di rilevanza leggermente maggiore con buona pace delle tifoserie. Comunque si tratta dell'ennesima conferma di quanto possano essere bizzarri i francesi: pubblicano un quotidiano e pensano persino di fare giornalismo, invece che imbonirsi con abbondanti dosi di anestetico editoriale i lettori.

Le Figaro con altrettanta sobrietà linguistica figlia probabilmente del risultato non favorevole constata «I blues eliminati da Euro 2008». Controllando a distanza di un'oretta è comparsa una nuova notizia di apertura nella home page in cui si annuncia la messa in discussione del metodo Domenech.

Interessante invece nella prima versione la fotografia scelta, che mostra un Thierry Henri, fascia di capitano in bell'evidenza, con le mani, non proprio nei capelli perché non ne ha, ma con un espressione tra l'ebete e lo sbigottito che ben riassume lo stato d'animo di una nazione calcistica.

Dicevo della modifica alla home page che ha prodotto una fotografia associata genialmente al titolo «Il metodo Domenech messo in discussione». Si può facilmente riconoscere la figura di spalle del tecnico francese che guarda il campo deserto, tenendo le mani incrociate dietro la schiena. Sembra Napoleone che studia il campo di Waterloo prima della sconfitta.

Ma diamo un'occhiata alle testate sportive. Il Corriere dello Sport è stranamente poco trionfalistico e si limita a constatare il passaggio dell'Italia nei quarti e preannunciare la partita con la nazionale spagnola.

La foto utilizzata è quella del saluto della squadra italiana ai propri tifosi. Una scena abbastanza raccapricciante che non sono riuscito a sfuggire ieri sera accendendo il televisore verso la mezzanotte. Raccapricciante perché se si decide di fare un numero del genere, forse farlo tutti insieme riesce a dare quella minima sensazione di compattezza che di sicuro non dà il veder saltare i giocatori come birilli ognuno per conto suo nonostante si tenessero la mano. Il tutto con la perla di Buffon che invece di tuffarsi ha dimostrato di aver fatto judo da bambino improvvisando una caduta in avanti assimilabile a un tentativo di suicidio. In ogni caso siamo tutti a gioire sul campo con i nostri eroi (???)

Alla Gazzetta dello Sport invece il tono è molto meno compassato e il trionfalismo fa parlare di «notte perfetta» seguito da un minaccioso «ora la Spagna». Quasi a dire un'altra formalità da sbrigare.

E come spesso accade nell'esaminare l'uso delle immagini nella stampa italiana, soprattutto dove vige la concorrenza e quindi nessuno osa essere un po' originale per paura che staccarsi dal cliché porti a perdere anche un solo lettore, non sorprende che la scelta della foto di apertura sia relativa alla stessa situazione, ossia il momento del saluto finale. Fortuna che il momento è diverso e infatti la premiata nazionale ha un aspetto ancor più da armata Brancaleone. Non che saltando tutti insieme si vincano più partite, ma certo che questi a vederli son certo felici, ma ognun per sé e Dio per tutti. L'impressione generale (parlo a livello di percezione visiva ovviamente) è di un gran caos. Ancora una volta, citando De Gregori, Viva l'Italia.

Per concludere questa poco utile e veloce rassegna assolutamente parziale fatta alle otto del mattino, uno sguardo a quello che credo essere il maggior quotidiano sportivo di Francia: L'Équipe. Il titolo è trionfalmente negativo «I blues in pieno incubo». Nemmeno gli avessimo rifatto quel vecchio scherzetto crucco di entrargli in casa dal Belgio bypassando la Linea Maginot.

La foto però è scelta in modo esemplarmente sapiente. All'espressione sconsolata di Thierry Henri sulla sinistra il sorriso di giocatore italiano (perdonate, ma come chiarito all'inizio in assenza di didascalia emergono tutti i tratti della profonda e radicata ignoranza calcistica, della quale per altro tendo quando posso a vantarmi con poca umiltà). In uno scatto il riassunto di un'intera partita e degli stati d'animo ad essa connessi. Che differenza con la foto pubblicata da Le Figaro che pure vede lo stesso calciatore in posa analoga.
Per concludere queste note dedicate ad un argomento assai futile, una riflessione un pochino più seria. Al di là dell'argomento specifico trattato indubbiamente non fondamentale per l'esistenza della razza umana, rimane il fatto anche in cose così semplici si evidenzi il modo differente di trattare l'immagine nel nostro paese e, ahimè, oltralpe. Finché si tratta del resoconto di una partita di calcio, il problema potremmo anche concludere che non esista, anche se vista la popolarità di questo sport, la possibilità che associazioni testo immagine come queste vengano viste da milioni di persone è ben lontana dall'essere remota. Questo significa che in realtà la coscienza di autorappresentazione dei lettori di queste pagine viene formata o pilotata anche attraverso questo tipo di immagini. Figuriamoci quando si parla di argomenti un po' più pesanti.
Ma perché farsi tanti problemi proprio oggi? In fondo abbiamo battuto un'altra volta la Francia rifilando ai Galli un 2 a 0 tondo tondo... Più o meno come quello che, secondo pronostico, loro han rifilato a noi in un campo un po' più importante: quello della comunicazione.




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11 commenti:

robie06 ha detto...

Purtroppo in italia la situazione della rappresentazione degli eventi tramite le immagini è questa.

Non si va troppo oltre, e anche i giovani fotografi che si vogliono cimentare in questa "specilità", hanno grossi problemi perchè le testate vogliono foto "che farebbe uno a caso nel pubblico" perchè rappresenta meglio l'immaginario collettivo, rispetto ad una bella foto.

Ogni giorno, personalmente mi scontro con questa realtà e non c'è niente da fare.
Negli USA la situazione è un po' diversa, e basta vedere il nuovo photoblog del boston globe per rendersene conto.

francesco peluso ha detto...

Prima di tutto complimenti perchè stai facendo con questo post (e con l'altro blog) un lavoro oscuro ma molto molto interessante. Per farti incazzare un pò stai facendo un lavoro alla Gattuso! poco appariscente ma molto efficace.
Ho notato anch'io la tendenza a enfatizzare il successo tramite foto "propagandistiche" ma lo sappiamo, ci esaltiamo ed entriamo nello sconforto con la stessa velocità e la stessa enfasi.
Siamo o non siamo la patria del melodrammma?
Per quanto riguarda la foto ho notato più di una volta la tendenza tipica del fotogiornalismo di raccontare giustamente per immagini gli eventi.
Forse dal punto di vista didattico la foto da te scelta è più completa ma secondo me quella dell'allenatore visto di spalle che guarda il campo vuoto è altrettanto esaustiva ma nello stesso tempo molto più bella e potente.

Anonimo ha detto...

a me le foto di sport non mi fannoc erto impazzire. ed è vero che negli esempi del post le foto italiane facevano ababstanza schifo...però a volte mi capita di sbirciare le prime pagine della "GAzzetta dello sport" o della sezione sport di "repubblica" (versioni cartacee) e devo dire che l'importanza che viene data alle foto di sport rispetto alle altre è notevole. sono molto piu grandi e spettacolari in confronto a quelle degli avvenimenti internazionali o di politica. ad esempio quando l'italia ha perso contro l'oalanda su "repubblica" c'era una bella foto di buffon preso dal basso col grandangolo, da dietro la porta. aveva un aria affranta... si vedevano tutto il campo e le tribune...l'immagine occupava mezza pagina.nulla di che eh...ma quando mai una foto del genere per qualsiasi altro avvenimento?

Anonimo ha detto...

Caro Sandro, che posso dirti... Robie06 scrive che la situazione in Iltalia, è questa; ha ragione, le cose stanno proprio così. Mi sento di dire questo: leggendo il tuo post, ho apprezzato molto il commento sulla foto (Gattuso/Donadoni). Facendo un confronto con le testate francesi, non posso far altro che rafforzare la mia idea sulla considerazione della fotografia in Italia: l'immagine serve per tappare il buco e la concorrenza è talmente spietata che viene pubblicata l'immagine che arriva prima, pur di chiudere la pagina.
Con i tempi stretti e la poca "profondità di pensiero", non si può certo pretendere che il giornalista faccia un'analisi completa dell'immagine, come quella che hai fatto tu.
Concordo anche con "anonimo", quando dice che, lo spazio occupato dalle immagni di sport, è decisamente maggiore, rispetto a quello occupato dalle foto di cronaca nazionale ed internazionale. Ho visto anch'io la foto di Buffon di cui scrive "anonimo", concordo con lui sul fatto che faccia passare il giusto messaggio.
Quello che è davvero preoccupante, comunque, è il fatto che il risultato di una partita di calcio e le sue conseguenze "sociologiche", passino davanti a tutti gli altri problemi del mondo. Questo, secondo me, è il vero problema; di fronte ad una partita di calcio, una buona fetta d'Italia, s'inchioda.

Anonimo ha detto...

Ciao Sandro
PROBABILMENTE (!) nell'orgasmo collettivo dell'altra sera, tipico di un paese calcio-dipendente, certi "dettagli" per il tifoso medio stile Fantozzi (frittatona di cipolle, birra e rutto libero davanti alla tv) io temo non vengano neppure considerati in fase di preparazione. Allo stesso modo, sarebbe interessante vedere la stessa cosa, a ruoli rovesciati, col rugby, molto più sentito in Francia e molto meno qui. Mi pare di capire che per gli sport minori in Italia si usi una "testina" con didascalia (a differenza del calcio, nessuno conosce altri personaggi) e di solito una foto più significativa (per es. una stoccata se fosse un evento di scherma), sicuramente migliore del semplice esultare calcistico..

Anonimo ha detto...

Io mi permetto di uscire dal coro. L'articolo è molto interessante sotto il punto di vista fotografico, ma secondo me leggermente fazioso. Io anche sono un ex praticante di sport minori, ma amo il calcio. E il calcio, pur essendo semplicemente un gioco, ha un'importanza economica e sociale non indifferente! Come in generale la mancanza di cultura nella nostra società, il discorso è assimilabile al cane che si morde la coda: è lo spettatore ignorante che non vuole niente di troppo stimolante o è l'editore che rincitrullisce lo spettatore? Di fatto c'è che la stampa italiana, ma estenderei al giornalismo in toto, è decisamente deficitaria. Non posso non condividere le critiche che vengono fatte nel post. Premettendo che io non vedo l'ora di emigrare alla ricerca di un Graal che si chiama "civiltà", non me la sento però di commentare come un 2-0 per la Francia in termini di giornalismo. Voglio dire, è facile glissare sull'argomento con questa sobrietà che hanno dimostrato i quotidiani d'oltralpe, ma sarebbe stato lo stesso se invece avessero vinto loro? Ricordiamoci che la stampa italiana non ha esitato un attimo a crocifiggere Totti dopo il famoso sputo agli scorsi europei mentre in Francia Zidane è un eroe per quella testata che a parer mio ne ha macchiato irrimediabilmente la carriera. Concludendo, giusto sottolineare le pecche del giornalismo, e in generale della società italiana, ma attenzione ai confronti con l'estero, dove tante cose sono migliori ma non tutto...

Anonimo ha detto...

Sì, ma che cosa c'entra? Il post parla di tutt'altro.

Anonimo ha detto...

Ho apprezzato molto la lettura che lei, direttore, nel blog , ha fatto delle foto dei quotidiani sportivi; è andato giù non proprio leggero e anch'io le chiedo: quali immagini avrebbe pubblicato la stampa francese se i galletti avessero vinto? Nazionalisti come sono i francesi...Vorrei, però, fare le pulci alla sua lettura e prendo atto che non ha praticato il calcio.
Vadoa memoria. Domenech non è solo sul campo, ..fa la spia il tabellone luminoso in alto sulla destra.
Henri ha le mani nei capelli, se li ha, e mima la cresta del gallo. Disperazione! ..lo credo bene, ha deviato il pallone verso la sua porta, ha fatto autorete! Panucci ride, sorride, irride, o quel che si vuole. 2 a 0.
Ringhio, che fra l'altro mi è simpaticissimo, ed è milanista, tenta di portarsi a casa lo scalpo di Donadoni. E' felice e mi piace questa complicità, nella vittoria, con il suo mister. Il mister abbozza ma difende la sua chioma, non rifiuta l'abbraccio di prammatica che è il momento più bello dopo un gol o una vittoria.
Poi, via, i giocatori non fanno danza classica.. anche la corsa in gruppo è un rito e Buffon vuol dimostrare che è ben allenato a volare da un palo all'altro, vola in alto. Il tutto serve per scaricare l'enorme tensione e l'autocontrollo accumulati durante la partita. Subito dopo, negli spogliatoi ci sono i gavettoni o il bagno nella fontana, dipende..
gabri

Anonimo ha detto...

sì, ma, come già dice SpEer, tutta questa aneddotica che c'entra con la qualità delle immagini e della comunicazione??
che il ct francese sia o meno realmente solo qui non è fondamentale, quello che conta è che a noi che guardiamo "sembri" solo a guardare il suo destino inequivocabile su un campo dilatato, incombente e chiuso.
come si dice sotto il post successivo a questo: "che fatica comunicare"... quando si tratta anche solo di parole, figuriamoci quando si tratta di immagini!

Anonimo ha detto...

Ok, recepito il messaggio e il contenuto. Ti ringrazio per la chiarezza. Il mio voleva solo essere un intervento giocoso.
gabri

Giovanni B. ha detto...

Post molto divertente nella forma, e serio nel contenuto. Un piacevole risultato!

Cordiali saluti
Giovanni B.