«astro_paolo Paolo Nespoli Dedicata a tutti gli italiani nel mondo! L'Italia vista dal Mediterraneo #iss #exp26 #italia http://flic.kr/p/95iLET» Così astro_paolo, alias Paolo Nespoli, ha salutato su Twitter gli italiani e il mondo annunciando la publicazione su Flickr dell'immagine della nostra penisola vista dallo spazio che ha già fatto il giro del web e dei telegiornali nazionali. Nonostante la sua popolarità (8468 visualizzazioni mentre scrivo, ma da quando ho iniziato se sononaggiunte quasi duecento...) tutto si può dire meno che questa sia una bella immagine. Basta aprirla alle dimensioni originali in cui è avvenuto il caricamento, per far prendere un infarto a qualsiasi fotoamatore incarognito nei confronti del rumore video. e anche sotto il profilo meramente estetico... beh lasciamo perdere. Ma ovviamente il suo valore risiede altrove, certo non nelle qualità tecniche e/o estetiche.
La messa in rete direttamente dallo spazio di imamgini o di messaggi non dovrebbe stupirci più di tanto al giorno d'oggi, eppure credo che basti osservare con attenzione l'interesse che ha suscitato l'avventura dell'astronauta italiano in orbita intorno alla Terra per capire quale sia il valore reale di queste immagini. La fotografia sta forse rivivendo la sua epopea gloriosa di tramite in grado di portarci oltre i limiti del tempo e dello spazio? Non sta certo a me dirlo, ma credo che tutti dobbiamo ammettere di aver provato curiosità all'idea di vedere con i nostri occhi quello che stava osservando poco prima il nostro connazionale. E dopo averlo visto, sia pure con una qualità che lascia a desiderare, ammettiamolo, un brividino lo abbiamo provato tutti. Ma ci farebbe lo stesso effetto una fotografia scattata pochi minuti fa in Egitto piuttosto che in Cina? Una fotografia intendo che non sia legata a un accadimento eccezionale. Un buon paesaggio che ci mostri un pezzetto di Egitto o di Cina... | ||
Northern Italy at night, 27 Dec 2010 - Il nord Italia. Bellissima notte! - Credit: ESA/NASA |
Probabilmente, quasi sicuramente, no non ci farebbe lo stesso effetto. Perché molto banalmente tutti o quasi oggi abbiamo la possibilità di comprarci un biglietto aereo e in un numero ragionevole di ore trasferirci in luoghi agli antipodi per vedere direttamente quello che la fotografia ci mostra. Inoltre decine e decine di anni di immagini fisse e in movimento consumate in tutte le salse ci hanno assuefatto, tolto lo stupore ancestrale di fronte alle immagini di luoghi per noi lontani.
Ma ai nostri nonni, ai nostri bisnonni che effetto facevano quelle immagini dell'Oriente lontano e misterioso che oggi noi osserviamo con indifferenza nei libri di storia della fotografia? Probabilmente quello che alla maggioranza di noi fanno oggi le immagini linkate amabilmente da Paolo Nespoli. Per quanto non vergine a queste prospettive il nostro occhio coglie ancora con stupore questo tipo di testimonianze iconografiche perché tutti noi abbiamo la quasi certezza che non riusciremo a vedere di persona ciò che astro_paolo sta vedendo in questo momento. Ma ai nostri nipoti, alla peggio ai nostri bisnipoti, adusi al viaggio nello sapzio come noi lo siamo al treno e all'aereo, probabilmente immagini del genere desteranno solo profonda indifferenza, risvegliata al più dalla scarsa qualità delle tecnologie utilizzate per la loro acquisizione. Un po' come quando oggi noi guardiano con un misto di supponenza e tenerezza gli aloni mossi intorno ai volti nei vecchi ritratti figli dell'impazienza dei soggetti e della lentezza dei supporti sensibili del secolo scorso.
Per i nostri nipoti e bisnipoti forse sarà così, ma noi per ora godiamoci lo stupore qualche immagine e un video-augurio dallo spazio.
5 commenti:
Lo stupore è qualcosa di bellissimo, proprio perchè così raro.
Il pensiero sull'evoluzione tecnologica mi ha sempre in un certo senso affascinato. Quando ero piccola - ti parlo dei primi anni '80 - a volte si sentiva dire: "Magari nel 2000 le automobili non ci saranno più e si andrà in giro sui dischi volanti". A me fa una certa tenerezza questo modo di proiettarsi al futuro, perchè se da un lato, nonostante il ritmo ormai serrato dell'evoluzione nella registrazione delle immagini oltre che dell'accesso alle stesse, si fa fatica ad immaginare scenari tanto rivoluzionari, dall'altra si possono anche fare dei considerevoli voli pindarici. Foto come quelle che hai postato magari saranno alla portata di tutti... o magari no! Forse rischiamo di essere un po' come quelli che predicevano un'era di dischi volanti nel 2000 :)
Forse non saranno alla portata di tutti, ma se avessero detto a tua nonna quando era giovane che il telefono si sarebbe portato in tasca, che sarebbe stato possibile utilizzarlo per chiamare dalla strada o dalla macchina, per scrivere agli amici, per mandargli le fotografie appena scattate, per ascoltare musica etc... Che avrebbe detto?
Non siamo in giro con i dischi volanti, le tecnologia si è avoluta in dire<ioni che i più non avevano previsto. Forse non si faranno più fotografie tra un paio di generazioni, o forse sì...
Non saprei dirti nemmeno quanto possa essere importante.
Credo però che rimarrà fondamentale la capacità di continuare a stupirsi per qualcosa.
mio nonno all'epoca già lo portava in tasca il telefono.
o almeno cosi credeva, nessuno gli ha mai detto che fosse un telecomando ;)
ad ogni modo lo consideravo all'avanguardia.
@Alek questa immagine di tuo nonno è meravigliosa. Penso anch'io che fosse all'avanguardia.
E’ bello ancora stupirsi, mantenere la voglia giovane di scoprire e conoscere. Ed in questo la città è ancora fonte di sorprese, come quando si veste di luce, in particolare di luce artificiale e restiamo incantati dinanzi a quelle visioni, come avviene per il “centro città” di Londra, New York o Shanghai, tanto per citarne alcune, dove la luce artificiale e la sua organizzazione supera il fatto architettonico specifico e diventa linguaggio diffuso di segnali e messaggi.
Ma l’immagine da satellite dell’Italia mi induce anche qualche altra riflessione.
La quantità di luce, che si apprezza, oltre che segno di “incanto” è anche misura di consumo di energia, cospicuo consumo, che comporta anche la produzione della stessa con le controverse questioni ad essa legate e che oggi ci attanagliano in una nebulosa di pensieri (nucleare si o nucleare no; eolico; gas; ecc.).
Ma la quantità di luce che si vede nell’immagine è anche la misura dei processi di urbanizzazione che hanno trasformato in larga parte il nostro territorio, delle attività produttive e della loro dislocazione, del peso e del valore delle economie industriali a fronte della progressiva riduzione del suolo agricolo come bene primario di vita e di economia di base.
A tal proposito mi sembra appaia rilevante, nell’immagine del nostro astronauta, la differenza fra la luminosità del nord e la luminosità del sud. Credo che questa semplice constatazione qualche cosa significhi, qualche cosa rappresenti, che, al di la di discorsi, di ideologie e collocazioni politiche racconta, con una sola foto e di non eccelsa qualità, di un paese con marcati differenti equilibri, più di quanto un accurato sondaggio od una articolata tabella statistica possa rappresentare.
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