L'articolo di Paolo Merlini su La nuova Sardegna del 24 dicembre 2011. |
Si tratta di un gesto civico che, a mio avviso, deve compiere senza esitazione chiunque abbia a cuore la cultura in generale e la fotografia in particolare. Si tratta di difendere uno dei pochi centri di eccellenza che abbiamo in Italia che lavora da oltre dieci anni per diffondere cultura e scambi internazionali, portando con lustro il nome dell'Italia e della Sardegna in Europa con budget irrisori e risultati inversamente proporzionali all'entità degli investimenti che sono minimi.
Ribadisco che la mia non è una presa di posizione dettata da un estro estemporaneo. Ho lavorato collaborando con Salvatore Ligios e Sonia Borsato in alcune attività di Su Palatu e posso testimoniare la qualità delle loro proposte. Probabilmente a molti assertori dell'opportunità di questo cambio di destinazione d'uso, questa sembrerà un'intollerabile intromissione dall'esterno in qualcosa che non appartiene altro che ai cittadini di Villanova Monteleone. Tanto più che la proposta viene da fuori Villanova e addirittura fuori dall'Isola. Ma il problema è che perdere Su Palatu per ciò che è stato negli ultimi più di dieci anni significa perdere tutti noi un pezzo di cultura. La perdiamo noi che sull'Isola non viviamo e non siamo nati e la perdono tutti quelli che in Sardegna sono nati e vivono, in primis i cittadini di Villanova Monteleone che con la chiusura di Su Palatu vedrebbero vanificarsi un'oppurtunità straordinaria di apertura culturale e forse anche economica per il potenziale indotto delle eventi prodotti.
Capisco e rispetto molto più di quanto si possa supporre le posizioni di chi vuole che il proprio territorio sia gestito nel rispetto dei valori dell'appartenenza, ma vorrei proporre una semplice riflessione a chi vuole far comprendere l'inopportunità di immischiarsi in cose sarde senza essere sardi. Avere un polo culturale di riferimento internazionale nel proprio paese, non vuol dire perdere qualcosa o rinunciare a un'identità e tantomeno a quella culturale profondamente radicata nel territorio, bensì significa aprirsi a nuove prospettive da metabolizzare e integrare nella propria tradizione per rinnovarsi e non rimanere esclusi dal procedere inevitabile del mondo al di fuori delle spiagge dell'Isola.
Accadimento tutt'altro che auspicabile per chiunque in una situazione come quella attuale.
Concludendo invito tutti a copiare il seguente messaggio da spedire al comune di Villanova Monteleone per chiedere al signor Sindaco di annullare la decisione di chiudere le attività connesse alla fotografia a Su Palatu. L'indirizzo e-mail è quello reperibile sul sito del Comune di Villanova Monteleone: comune.villanovamonteleone@halleycert.it. Questo invece è quello delle pagine Cultura&Spettacoli de La nuova Sardegna: cultura@lanuovasardegna.it cui consiglio di mandare in copia l'appello.
Alla cortese attenzione
Quirico Meloni
sindaco del Comune di Villanova Monteleone
via Nazionale, 104
07019 Villanova Monteleone (SS)
Telefono: 079-960406
Fax: 079-960736
Oggetto: Richiesta di revoca del provvedimento di riconsegna dei locali di Su Palatu entro il 31 dicembre 2011 e stipula di un nuovo contratto di gestione
In nome del valore culturale delle attività svolte nella sede di Su Palatu e sas Iscolas in Villanova Monteleone nel corso della gestione della Soter Editrice di Salvatore Ligios, chiediamo che, con un nuovo contratto, venga assicurata allo staff di Salvatore Ligios la possibilità di continuare l'attività intrapresa negli ultimi dodici anni, attraverso la gestione dello spazio di Su Palatu e sas Iscolas in Villanova Monteleone.
La richiesta vuole invitare questa Amministrazione a riflettere sul valore culturale delle iniziative promesse all'interno di Su Palatu e sas Iscolas nell'ottica di un arricchimento culturale implicito nella diffusione e nel sostegno della cultura fotografica sarda e di uno scambio internazionale che porta lustro tanto alla città ospitante, quanto alla Sardegna e all'Italia Intera.
In fede
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18 commenti:
Fatto. Se siamo in molti sicuramente servirà.
Bruno Taddei
Fatto, anche se non credo servirà a molto. In questo paese l'interesse per la cultura è stato sempre minore rispetto agli altri partners europei. Oggi questo è ridotto a un lumicino. Peccato per un progetto che ha dato molto alla diffusione della fotografia.
Mimmo Torrese
La tua visione lucida e disincantata Mimmo è probabilmente assai realistica, e proprio per questo apprezzo che tu abbia accettato di partecipare.
Credo che, quando ci sembra che venga commesso qualcosa di sbagliato, dovremmo sentirci tutti chiamati a fare qualcosa per non accettare passivamente la distruzione di ciò che fa cultura.
Fatto. Spero di essere uno dei molti.
Umberto Verdoliva
Non solo aderisco, ma ho già messo in azione con tutte le mie possibilità questa iniziativa, affinchè anche altri appassionati di fotografia sappiano e facciano qualcosa.Avanti tutta!
Mi fa molto piacere che l'iniziativa stia prendendo forza.
Ho condiviso sul mio stream e su quello del mio gruppo l'avviso.
Penso sia molto importante partecipare.
Come già detto non è più il momento di subire passivamente altrui scelte che influenzano e influenzeranno sempre di più la nostra vita.
PS
Per dare maggiore forza all'iniziativa penso che dovremmo girare le nostre mail anche ad un quotidiano sardo.
Ho cercato quella della Nuova sardegna ma non l'ho trovata.
Ho visto però che hanno anche un account facebook e twitter.
Se qualcuno più esperto di me di questi social network trovasse una forma per interagire e dare corpo anche qui alla nostra protesta sarebbe un bel colpo.
Fatto..e sparpagliata la voce!
Ho scritto al sindaco ed ho pubblicato un appello nelle news del sito LFoTo
http://www.lfoto.it/notizie.php?id=81
Marco Baracco
Mi sembra che anche questa seconda proposta di Francesco Peluso sia decisamente da accogliere.
Ecco l'indirizzo della pagina Cultura e Spettacoli de La Nuova Sardegna:
cultura@lanuovasardegna.it.
Provvedo ad aggiornare anche il post.
Grazie Sandro.
email inviate sia al sindaco che al giornale.
E' importante coinvolgere altri media che diamo risonanza (e visibilità !) all'iniziativa.
eugeniosinatrapalermo
ok, va bene ogni iniziativa, ma mi piacerebbe che uguale entimento di solidarieta' , e con la stessa veemenza, fosse manifestato in favore, per es., degli impiegati delle ferrovie che di colpo si trovano disoccupati. Amare la cultura con la pancia piena e' facile.....
Buon anno nuovo.
eugeniosinatrapalermo
Ho provveduto ora ad inviare la mia email con l'appello. Mi auguro che il sindaco sia una persona in grado di rivedere le posizioni dell'amministrazione comunale.
Email inviata e appello diffuso sul sito del Fotoclub Ombriano - Crema. Speriamo di essere in tanti.
Mr Praina, presente!
fatto e condiviso! appoggio per la fotografia in sardegna
riepilogo ad oggi 3 gennaio 2012
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-circa 660 firme raccolte
http://www.petizioni24.com/save_su_palatu
-circa 274 topic di discussione
http://www.petizioni24.com/save_su_palatu
-nuovi articoli su Nuova Sardegna
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna?query=su+palatu&view=web_locali.La+Nuova+Sardegna
-non sappiamo quante mail ma pressuppongo svariate centinaia
-molta visibilità sui vari forum e social network
leggendo le discussioni collegate alla petizione on-line ho capito che, come spesso accade nei piccoli centri, dietro la pavimentata chiusura ci sono radicati interessi sul territorio.
e forse i motivi economici, culturali etc etc sono solo un pretesto.
il tutto è servito ?
Non lo so, penso però che una manifestazione di interesse sia sempre positiva.
Un minimo cenno di attività, sintomo che l'encefalogramma non è completamente piatto.
Siamo ancora vivi.
Speriamo di riuscire a sapere se il nostro piccolo contributo sarà servito a qualcosa!
Dalla Nuova Sardegna un aggiornamento sul caso "Su Palatu"
Pietro
Su Palatu volta pagina.
«Considero conclusa per quanto mi riguarda l'esperienza di Villanova Monteleone. Credo che la pratica culturale sia un esercizio libero da contrattazioni politiche o sindacali di sorta. Non ho mai chiesto e preteso di diventare inquilino privilegiato di Su Palatu, inteso come spazio fisico. La Sardegna è piena di palazzi che aspettano di essere abitati. Men che meno ho l'età per rivendicare la qualifica di custode o bidello che dir si voglia».
A pochi giorni dall'ultimatum per lo sfratto da Su Palatu 'e sas Iscolas a Villanova Monteleone (il termine per lasciare liberi i locali è scaduto il 31 dicembre scorso), Salvatore Ligios dice la sua, e le parole non lasciano spazio a interpretazioni. Su Palatu resti pure dov'è, è il senso del pensiero di Ligios, l'amministrazione comunale utilizzi l'edificio come crede opportuno, ma coloro che in questi ultimi dieci anni hanno messo Villanova sotto i riflettori internazionali, con la promozione di mostre o progetti legati alla fotografia, sono pronti a trasferirsi altrove.
Lo hanno già fatto, in realtà, visto che il 13 gennaio prossimo apre i battenti a Sassari, al museo del Carmelo, la terza biennale internazionale di fotografia «Menotrentuno», che mette a confronto i lavori di 25 giovani professionisti di varie nazionalità. Accanto a questi, per un totale di 400 immagini, la rassegna «A.Banda», che presenta 10 fotografi sardi emergenti. È la prima volta che la mostra conclusiva di «Menotrentuno», quella che raggruppa le esposizioni che i singoli fotografi hanno tenuto in vari centri dell'isola, non si svolge a Villanova, nello spazio di Su Palatu.
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